Il governo Meloni ha annunciato ormai da settimane di voler mettere in soffitta il Rdc e lanciare “Mia” (Misura di inclusione attiva). I dettagli sono in divenire, ma i tratti della riforma sono ormai chiari. Come più volte scritto, altro non sarà che un netto ridimensionamento della misura voluta dal M5S, sia nella platea dei beneficiari sia nella durata e nel valore degli assegni erogati. Il sussidio si ridurrà di 280 euro in caso di singolo percettore e di 230 euro per i nuclei più numerosi “occupabili”. Per gli altri si va dai 405 euro per un singolo ai 500 per una famiglia.
Da settembre dunque, secondo i piani del governo, per migliaia di persone e famiglie il sussidio rischia quindi di sparire, o di risultare molto meno “pesante” al fine di ottenere un reddito accettabile. Numeri, numeri dietro i quali però si nascondono tante realtà e storie. Sappiamo che il RdC ha ridotto la povertà, ha permesso a tante e tanti di pagarsi le cure mediche, di aiutare i figli o i parenti in difficoltà, di pagarsi un affitto… ce lo avete raccontato in questi anni e soprattutto lo dicono i dati. Ma il governo in carica sembra non voler tenere conto di tutto ciò, creando una categoria di “occupabili” sulla base di criteri che non hanno paragoni in Europa.
Il Fatto Quotidiano vuole raccontare queste discrasie e perciò lancia un appello ai suoi lettori e a chiunque si trovi coinvolto in questa vicenda. Cosa comporta questo taglio nelle vite dei percettori di reddito di cittadinanza? Cosa temete, cosa sperate, cosa chiedete al governo? Come vi state organizzando per far fronte agli eventi?
Raccontateci le vostre storie e i vostri timori. Le leggeremo, e le useremo per raccontare il Paese che rischia di restare indietro.
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