Sabaudia, soldati ucraini a scuola per sparare missili franco-italiani

La batteria terra-aria può intercettare i razzi nemici Venti militari dell’Est in missione, ma per la Difesa è tutto concluso

Dall’inizio del mese una ventina di militari ucraini sono ospiti della caserma Santa Barbara di Sabaudia (Latina), sede del Comando artiglieria contraerei dell’Esercito, per l’addestramento all’uso del sistema missilistico terra-aria Samp-T, il più prezioso e impegnativo contributo italiano alle forze che si oppongono all’invasione russa dal febbraio 2022. È la batteria missilistica di costruzione franco-italiana […]

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Dall’inizio del mese una ventina di militari ucraini sono ospiti della caserma Santa Barbara di Sabaudia (Latina), sede del Comando artiglieria contraerei dell’Esercito, per l’addestramento all’uso del sistema missilistico terra-aria Samp-T, il più prezioso e impegnativo contributo italiano alle forze che si oppongono all’invasione russa dal febbraio 2022. È la batteria missilistica di costruzione franco-italiana che dovremo consegnare entro la primavera all’esercito di Kiev, come deciso a gennaio. Si monta anche su camion ed è dotata di un sistema di controllo integrato nelle reti radar e satellitari dei Paesi Nato, capace di tracciare fino a 100 bersagli e di colpirne 10 contemporaneamente, a una distanza che può raggiungere i 120 chilometri a seconda del missile impiegato: per gli esperti è un sistema molto utile nei confronti di missili e aerei della Federazione Russa. Per il momento gli ucraini si esercitano con i simulatori sotto la guida degli italiani, la batteria operativa lì non c’è.

Gli artiglieri di Kiev sono arrivati con volo speciale a Pratica di Mare (Roma) e a Sabaudia, dove opera un migliaio di militari italiani con vista sul Circeo, stati liberati alcuni alloggi per loro. Gli ospiti non possono uscire dalla caserma, i colleghi italiani hanno l’ordine di ridurre al minimo i contatti con loro, è tutto apparentemente top secret. La Difesa comunque conferma l’addestramento ma lo dà per concluso, ricordando che il programma di formazione di 15 mila unità militari ucraine è stato deciso lo scorso 17 ottobre dal Consiglio dell’Unione europea (non ha aderito l’Ungheria di Viktor Orbán).

D’altro canto lo stesso ministro della Difesa Guido Crosetto il 25 gennaio ha detto al Copasir che gli ucraini si addestrano anche nel nostro Paese, come poi riportato dal Corriere della Sera. E il 16 febbraio, davanti alle commissioni riunite Difesa di Camera e Senato, l’ha confermato: “Noi abbiamo offerto un catalogo di corsi da tenere in Italia. Se verranno dati materiali dall’Italia – ha chiarito – dovranno essere addestrate le persone a usarli”.

Non era ancora tutto così chiaro il 1° dicembre, quando il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov aveva attaccato l’Occidente parlando di addestramenti per gli ucraini “nei territori dei Paesi della Nato, come nel Regno Unito, in Germania e in Italia”. Il giorno dopo era arrivata una replica da Roma: “La Difesa italiana precisa di non aver compiuto alcun addestramento in Italia”, diceva la nota ufficiale, precisando che l’Italia “ha inviato solo 4 membri delle Forze armate in Germania nell’ambito del gruppo europeo di addestramento che, in questo momento, sta pianificando i possibili cicli addestrativi da svolgersi in futuro”.

Il futuro, insomma, è adesso. Altri militari di Kiev, si apprende dalla Difesa, sono stati alla Scuola di Fanteria di Cesano (Roma) per le prove su alcuni veicoli blindati. Non c’è invece conferma della presenza di militari ucraini in Sardegna, segnalata al Fatto da fonti militari e civili indipendenti fra loro. A quanto ci risulta anche gli artiglieri di Kiev, dopo il corso sui simulatori a Sabaudia, andranno in Sardegna, al poligono del Salto di Quirra/Perdasdefogu che occupa una vasta area e decine di chilometri della costa centrorientale dell’Isola: un processo per l’inquinamento ambientale si è concluso nel 2021 con l’assoluzione dei generali. Non sappiamo se spareranno con il Samp-T, i missili Aster costano da 400 mila a due milioni di euro l’uno. A Quirra, comunque, sono stati già utilizzati in esercitazioni. Per gli ucraini sarebbero previste altre prove di tiro in Francia, la missione Samp-T per l’Ucraina è congiunta e Parigi ci mette i missili. Il sistema è stato realizzato dal consorzio franco-italiano Eurosam nel programma Fsaf (Famiglia di sistemi superficie-aria), l’acronimo Samp-T sta per Sol-Air Moyenne-Portée/Terrestre. Dal 2013 è in dotazione all’Esercito e all’Aeronautica militare, è stato schierato fra il 2015 e il 2016 per proteggere Roma durante il Giubileo della Misericordia e poi per tre anni nel Sud-est della Turchia, contro i missili allora provenienti dal territorio siriano.

La sua consegna agli ucraini e gli addestramenti in Italia rappresentano un salto di qualità nell’impegno italiano, ma anche nell’integrazione di Kiev nel dispositivo Nato. Di batterie Samp-T ne abbiamo cinque, costano 700 milioni di euro ciascuna; nelle ultime settimane ne abbiamo schierata una in Slovacchia a protezione del fianco Est della Nato, un’altra è in Kuwait e quella destinata a Kiev si trova a Mantova, nella caserma del 4° Reggimento artiglieria contraerei “Peschiera”. Infatti dovremo comprarne altre. La difesa del territorio italiano da un eventuale, ipotetico attacco aereo è affidata sostanzialmente agli americani. Ma sarebbe così anche senza la guerra in Ucraina.