Il Fatto di domani. Tra Puffi e fiere dei bambini, il senso della destra per la maternità: le proposte di legge. Ucraina, la pace secondo la Cina (bocciata dagli Usa)

Di FQ Extra
21 Marzo 2023

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MATERNITÀ SURROGATA: IL FOLLE LESSICO DELLA DESTRA, TRA “PUFFI” E “FIERE INTERNAZIONALI”. Dopo l’alt alla registrazione dei figli nati all’estero da parte di coppie omogenitoriali, i diritti civili sono entrati prepotentemente nell’agenda della politica. Ma il lessico del dibattito (a destra) è davvero rasoterra. Fratelli d’Italia (non da oggi) si è scagliata contro la maternità surrogata. Peggio degli abusi sui minori, secondo il presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone (Fdi): “Chiediamo che diventi un reato universale perché questa pratica, che noi preferiamo chiamare utero in affitto, è mercificazione della vita umana. Secondo me è un reato più grave della pedofilia”. Fabio Rampelli invece è ricorso alla metafora dei puffi, per spiegare che le coppie omosessuali non possono accampare alcun diritto alla genitorialità. Ieri, per celebrare la festa del papà, il vicepresidente della Camera ha scritto un post su Facebook prendendosela con “chi ha scambiato le persone per oggetti o animali o specie arboree e i bambini per puffi”. La ministra delle pari opportunità Eugenia Roccella è da sempre antiabortista e contraria alla procreazione assistita. Ospite di Lucia Annunziata su Rai 3, ieri sera anche lei ha sparato ad alzo zero contro la maternità surrogata: “Apre ad un mercato di bambini. Ci sono fiere internazionali, una l’hanno provata a fare anche a Milano. Ma in Italia è vietata non solo la maternità surrogata ma anche la sua propaganda”. Sul Fatto di domani faremo ordine nel dizionario per spiegare i termini fondamentali, quando si parla di maternità surrogata.


CREDIT SUISSE, IL SALVATAGGIO DEGLI AZIONISTI (SAUDITI E DEL QATAR) E IL RISCHIO LEHMAN BROTHERS IN EUROPA. Il giorno dopo il salvataggio di Credit suisse con l’acquisizione da parte del colosso elvetico Ubs (ma Credit Suisse la definisce fusione), le borse europee salgono sulle montagne russe. Stamattina, all’apertura delle contrattazioni, i titoli bancari sono andati giù per risalire nel corso della giornata. Ubs, dopo aver perso fino al 16% del valore azionario, ha recuperato le perdite. I dubbi dei mercati sono legati all’azzeramento dei bond critici, i cosiddetti AT1, dal valore complessivo di 16 miliardi di euro. A tutto vantaggio degli azionisti, tra cui Saudi National Bank e la Qatar Investment Authority: i due soci principali di Credit Suisse (insieme controllavano il 17% del capitale) subiranno solo le perdite dovute al calo dei titoli in borsa. Per la prima volta, gli obbligazionisti subordinati sono stati colpiti prima degli azionisti per salvare un istituto in crisi. Un ribaltamento delle regole europee, dove gli azionisti sono i primi a contribuire in caso di salvataggio. Il timore, dunque, è la vendita in massa delle obbligazioni bancarie con un effetto domino sulla falsariga del 2008, dopo il default di Lehman Brothers. Perciò le autorità europee hanno ribadito le regole in vigore e sottolineato l’eccezionalità del caso svizzero, rassicurando gli investitori: “Gli strumenti di capitale ordinario sono i primi ad assorbire le perdite e solo dopo il loro pieno utilizzo bisognerebbe procedere alla svalutazione dell’Additional Tier 1”, è la nota diffusa da Banca centrale europea, Autorità bancaria europea e Comitato di risoluzione unico. Anche Christine Lagarde, presidente Bce, è scesa in campo: “Siamo pronti a rispondere se necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area dell’euro”. In Svizzera, il salvataggio ha lasciato forti malumori: nel bagno di sangue degli obbligazionisti, sono rimasti intatti stipendi e bonus per i manager. I fondi pensioni elvetici, azionisti di Ubs e Credit Suisse, hanno minacciato di ricorrere alle vie legali contro l’accordo con Ubs. Sul Fatto di domani, vi racconteremo i dettagli dell’operazione e le conseguenze sui mercati.


GUERRA IN UCRAINA: XI IN RUSSIA, MA GLI USA BOCCIANO LA TREGUA DI PECHINO. Il presidente cinese è in visita in Russia per tre giorni, fino a mercoledì, per tentare la via del negoziato. Putin ha dichiarato tutto il suo “interesse per il loro piano di pace”, ma gli Usa frenano qualsiasi tregua dettata da Pechino e invitano a non farsi ingannare dai due leader. Sia in Cina che al Cremlino, l’incontro è stato preceduto da entusiastici annunci sulla nuova collaborazione – ai massimi storici – tra le due potenze. Xi ha tessuto l’elogio di Putin dando per scontata la sua rielezione nel 2024. Del resto, i due Paesi “condividono gli stessi obiettivi o alcuni obiettivi simili”. Come assist per il Cremlino, la Cina ha invitato la Corte penale internazionale a non usare “il doppio standard” e a rispettare l’immunità dei capi di Stato, dopo il mandato d’arresto per lo zar. Putin ha risposto incriminando il procuratore de l’Aja Karim Khan che, a sua volta, ha esortato Putin a rimpatriare i bimbi ucraini deportati. Il falco Medvedev non ha usato eufemismi: “Potremmo tirare un missile sulla sede della Corte penale internazionale”. A Washington, il segretario di Stato Anthony Blinken ha usato le accuse della Corte per attaccare Pechino, colpevole di ignorare “le responsabilità di Putin per le atrocità in Ucraina”. Gli Usa proseguono sulla linea delle armi, annunciando nuovi aiuti militari per Kiev da 350 milioni di dollari. L’Europa è con la Casa Bianca: il Consiglio degli affari esteri ha approvato il piano per rifornire Kiev con 2 miliardi di euro di munizioni. Il ministro degli Esteri Kuleba ha esultato chiedendo di fare in fretta: “Prima avremo il maggior numero possibile di proiettili più vite saranno salvate”. L’unico Stato dei 27 che non invierà munizioni sarà l’Ungheria di Orban, antico amico di Giorgia Meloni. Sul Fatto di domani analizzeremo il significato geopolitico dell’incontro Putin-Xi.


PENSIONI, IL GOVERNO RESISTE ALLA SFIDUCIA. L’OPPOSIZIONE RIPARTE DALLE PIAZZE. Rien ne va plus. A Parigi è stato il giorno della fine dei giochi sulla riforma delle pensioni. Il testo è stato approvato giovedì dal parlamento francese con la procedura forzata dell’articolo 49 comma 3, resterà legge. Per soli 9 voti. Oggi il governo macroniano guidato da Elisabeth Borne ha superato lo scoglio del voto di sfiducia all’Assemblea nazionale, votata da 278 parlamentari, ma ne servivano 287. Erano due le mozioni presentate, una da parte dell’estrema destra del Rassemblement national di Marine Le Pen e l’altra da parte dei centristi (ex-macroniani) del micro-partito liberale Liot: solo 15 deputati, da cui però è venuta l’iniziativa più insidiosa per l’esecutivo: una mozione trasversale che ha raccolto i voti della destra e della sinistra della Nupes. A far mancare i numeri per provocare la crisi di governo, e far decadere la legge sull’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni, sono stati i Républicains, l’ex partito di maggioranza di centrodestra, oggi con 61 deputati (Nupes ne ha 149 e RN 88), che è ostile a Macron. Il dibattito in aula è stato feroce, con ostruzionismo e accuse di autoritarismo che la premier Borne ha respinto con durezza, accusando le forze politiche contrarie alla riforma delle pensioni di voler mettere a rischio la tenuta dei conti della Francia e il suo welfare. Se sul fronte parlamentare la partita è chiusa a favore di Macron, ma ora il timore è che le proteste nelle strade, fatte di scioperi e manifestazioni, si radicalizzino. Da venerdì a oggi nelle principali città francesi si è tenuto un corteo al giorno contro la riforma, alcuni con scontri e arresti. Sul Fatto di domani i nostri aggiornamenti da Parigi.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Accordo di Parigi addio: “La temperatura salirà di 3,5 gradi”. È la sintesi del nuovo report dell’Ipcc, a otto anni dalla Cop21. Oggi il riscaldamento è arrivato a +1,1°C rispetto ai livelli preindustriali, ma siamo sulla strada che porta a un aumento della temperatura media globale fino a 3,5°C. Per l’Europa e per l’Italia tutto ciò significa, almeno, uno scenario di siccità estrema generalizzata e rischi per le nostre coste.

Amazon taglia altri 9.000 posti di lavoro. La decisione comunicata oggi dall’ad Andy Jassy ai dipendenti. “Vi scrivo per condividere che intendiamo eliminare altre 9.000 posizioni nelle prossime settimane. È una decisione difficile ma riteniamo sia per il bene della società nel lungo termine”.

Il cinema di Quentin Tarantino. In libreria domani per La nave di Teseo Cinema speculation, memoir cinematico del grande regista.


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La crisi delle banche Usa e svizzere mette le ali al Bitcoin

di Virginia Della Sala

In nove mesi non era mai salito tanto. Come sempre si è visto, le turbolenze nei settori bancari si riflettono sul valore di Bitcoin e delle criptovalute, questa volta con un impatto maggiore se si considera il periodo di fortissimo calo che stanno vivendo questi asset. Cripto battono banche, insomma, e gli investitori non disdegnano il digitale proprio come non stanno disdegnando in questi giorni l’oro, che pure è in grande spolvero.

Si rifugiano, quindi, pronti come al solito a lasciare quel rifugio quando i tempi saranno maturi. Nello specifico, però, l’incertezza finanziaria di questi tempi ha fatto sì che le cripto, come spiega Reuters, registrassero la loro migliore settimana da quattro anni a questa parte. Corsi e ricorsi storici.

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