Il Fatto di domani. “Andate a zappare”: la ricetta del governo per il futuro dei giovani. Attentato in Russia, chi ha ucciso il blogger pro-Wagner

Di FQ Extra
3 Aprile 2023

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GIOVANI E DISOCCUPATI? IL GOVERNO HA LA RISPOSTA: TUTTI A ZAPPARE (O A LAVORARE SOTTOPAGATI). “Nelle campagne c’è bisogno di manodopera. Lavorare nei campi non è mestiere meno nobile di altri. Anzi. Molto meglio che stare sul divano aspettando il Reddito di cittadinanza”. Dal palco del Vinitaly di Verona, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida (nel ruolo che ormai si è ritagliato) ha lanciato l’ennesima provocazione ad uso del dibattito politico, amplificata oggi dalle grancasse dei giornali di destra. Le sue parole rappresentano una summa del pensiero della maggioranza. I giovani non trovano lavoro? Vadano a zappare. L’equazione viene facile anche a Daniela Santanchè, che sostituisce i campi con le spiagge: “La visione del nostro governo non è di dare una paghetta di Stato ai giovani ma di dare loro un lavoro. Nel turismo c’è tantissimo da fare”. Secondo le associazioni di categoria nell’accoglienza mancano 50 mila addetti, nell’agricoltura 100 mila. C’è un problema, però: le aziende cercano soluzioni a basso costo, spesso migranti come ha dimostrato l’ultimo decreto flussi dove le domande sono state più di 3 volte gli 80 mila posti a disposizione. Per Santanchè il problema è “la sinistra che ha invogliato i giovani a fare i licei” invece degli istituti tecnici. Un fuoco di fila per spianare la strada a Giorgia Meloni che infatti all’arrivo al Vinitaly ha parlato dell’agroalimentare come fondamento della cultura nazionale e ha annunciato la volontà di creare “un liceo del Made in Italy”. Inteso come istituto agrario: “Vogliamo fare un’operazione che spieghi il legame profondo che esiste tra la nostra cultura, la nostra identità e quello che si studia in un istituto agrario”, ha argomentato la premier. Il corto circuito retorico unisce il rodato discorso liberista (dei disoccupati che sono tali perché non vogliono lavorare) a quello delle radici agricole italiane, che odora di Ventennio. “Invece di fare battute di cattivo gusto che non c’entrano con la realtà e mancano di rispetto alle nuove generazioni, metta in campo azioni che rafforzano l’applicazione dei contratti di lavoro”, ha attaccato Giovanni Mininni segretario generale della Flai Cgil. Sul Fatto di domani leggerete un approfondimento su questa logica, anche con un’intervista a Marco Revelli.


“AI FONDI PNRR SI PUÒ RINUNCIARE”: LA PAZZA IDEA LEGHISTA, MELONI DEVE SMENTIRE. FEDRIGA VERSO IL BIS IN FRIULI. Ancora una crepa nella compattezza della maggioranza. Appena chiuso il caso delle dichiarazioni di La Russa su Via Rasella, Meloni si è trovata a dover smentire ancora una volta la Lega. Il capogruppo leghista Riccardo Molinari ha suggerito, per evitare sprechi sul Pnrr, di rifiutare una parte dei miliardi. “Forse sarebbe il caso di valutare di rinunciare a una parte dei fondi a debito”. Per Meloni invece va tutto bene, l’ha dovuto ripetere al Vinitaly, anche se i ritardi di spesa e le difficoltà della pubblica amministrazione sono ben noti. Intanto, Massimiliano Fedriga si avvia al secondo mandato da presidente del Friuli Venezia Giulia: nelle ultime rilevazioni superava il 60%, nessuna chance per il candidato giallorosa Massimo Moretuzzo (sostenuto da M5s, Pd e Avs), al palo del 30%. I seggi in Friuli hanno chiuso alle 15, l’affluenza è al 45,26%. Oltre al presidente e al Consiglio regionale, gli elettori hanno scelto il sindaco in 24 Comuni (inclusa Udine). I risultati definitivi arriveranno domani. L’esito del voto avrà ripercussioni sul governo, con Meloni decisa a riportare all’ordine il riottoso Matteo Salvini. Sul Fatto di domani leggerete cronaca e commenti sulle urne nel nordest. Poi scenderemo a Roma, dove maggioranza e opposizione trattano sulle presidenze delle commissioni parlamentari bicamerali. Chiara Colosimo, fedelissima di Giorgia Meloni, è la favorita per il vertice dell’Antimafia.


RUSSIA-UCRAINA, CHI HA UCCISO IL BLOGGER PRO-WAGNER? LA PISTA INTERNA. È stata già arrestata e avrebbe confessato l’autrice dell’attentato dinamitardo in un bar al centro di San Pietroburgo, che ha ucciso il blogger nazionalista Maksim Fomin noto col nome di Vladen Tatarsky. È una donna di 26 anni, Darya Trepova, già arrestata in passato per aver protestato contro la guerra. Con lei sarebbe stato fermato anche un altro uomo, suo coinquilino. La bomba, che ha anche ferito 32 persone, sarebbe stata nascosta in un busto raffigurante lo stesso blogger. Mosca non ha reso note le motivazioni dell’atto, ma punta il dito contro i servizi ucraini e il gruppo legato all’oppositore Alexei Navalny. Il marito della presunta responsabile, che non è in Russia, ha detto che crede sia stata incastrata. Gli ucraini non solo negano, ma ribaltano la responsabilità sulle lotte di potere intestine in Russia. Pista a cui sembra alludere anche lo stesso leader della compagnia paramilitare Wagner, Prighozin, che ha confermato di essere il proprietario del locale dell’attentato e ha detto di non credere Kiev responsabile per l’azione. Gli oppositori russi guardano all’Fsb, i servizi del Cremlino, Sul Fatto di domani vedremo quali sono le piste e le ipotesi sulle ragioni dell’attentato. Intanto, il gruppo Wagner in Ucraina sarebbe vicino alla conquista di Bakhmut. Il giornalista americano Evan Gershkovich, fermato la scorsa settimana in Russia con l’accusa di spionaggio, ha presentato appello contro l’arresto. Non è stata ancora fissata la data dell’udienza.


L’OPEC+ TAGLIA I BARILI, SALE IL PREZZO DEL PETROLIO (CON DISAPPUNTO DEGLI USA). Il prezzo del petrolio comincia già a risalire, dopo il taglio alla produzione deciso ieri da dai Paesi dell’Opec+: 84 dollari al barile, con il prezzo del gas che sale del 20%. Il rischio è una nuova fiammata dell’inflazione nelle economie occidentali, proprio ora che il costo della vita mostrava timidi segnali di discesa. Secondo l’Istat, a marzo in Italia l’aumento dei prezzi è stato del 7,7%, in calo rispetto al 9,1% del mese precedente. Ieri l’Opec+ ha stabilito un taglio da un milione di barili al giorno, da maggio alla fine del 2023. Solo l’Arabia, leader mondiale nel settore idrocarburi, ridurrà l’offerta di mezzo milione di barili: Riyad, dunque, conferma una politica energetica poco gradita a Washington, che infatti commenta: “Si poteva evitare”. Che invece non si aspettava favori da Mosca: il taglio di 500 mila barili già deciso dalla Russia durerà fino alla fine dell’anno, invece di terminare a giugno. Lo scopo è tenere alto il prezzo del petrolio riducendo l’offerta, ma l’effetto è di destabilizzare le economie occidentali. “I controllori dei combustibili fossili stanno giocando con i prezzi”, ha detto il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton. Il politico francese ha auspicato un’Europa libera da dipendenze estere, senza fonti fossili ma con l’atomo: “è urgente muoversi verso l’autonomia energetica, anche con il nucleare”.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Finlandia, Sanna Marin finisce terza. È andata come previsto: il partito socialdemocratico guidato dalla premier uscente si è classificato terzo alle elezioni legislative finlandesi. Primo, con il 20.8% dei voti, il partito di centrodestra Coalizione nazionale di Petteri Orpo, seconda l’estrema destra di Rikka Purra con il 20,1%. Nessuna forza politica è in grado di dare vita a un governo da sola, la formazione della maggioranza sarà un rebus. Domani il Paese entra ufficialmente a far parte della Nato.

Inchiesta Juventus, aperto un nuovo fascicolo. La Procura di Torino indaga anche sul bilancio 2022 del club, al momento senza ipotesi di reato e senza indagati. La prossima udienza nel procedimento sui conti bianconeri è fissata il 10 maggio.

Le nomine cominciano dal Salone di Torino. La nuova direttrice sarà Annalena Benini, giornalista del Foglio.

Buñuel secondo Buñuel. Tra il 1975 e il 1977, Buñuel, incalzato dalle domande dei critici e amici Turrent e de la Colina, ripercorre la propria storia nel mondo del cinema. La versione tradotta di queste conversazioni esce per Cue Press, con la prefazione di Goffredo Fofi.


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FT. Tanto ricchi quanto precari: negli Usa l’aspettativa di vita crolla

di John Burn-Murdoch

Non sono sicuro che dal nostro lato dell’Atlantico ci si renda conto dello scarto tra la ricchezza dell’americano medio e quella dell’europeo medio. Un gestore di autolavaggio in Alabama può arrivare a guadagnare 125.000 dollari all’anno, circa il 50% in più del responsabile della sicurezza informatica del Tesoro britannico, anche facendo la tara del diverso costo della vita. Nell’ultimo decennio, le famiglie statunitensi della metà più alta della curva di distribuzione del reddito hanno accresciuto il loro potere d’acquisto più di ogni altro Paese del mondo sviluppato.

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