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Mai fatto il giornalista, ma che ci vuole, avrà pensato il senatore a fumetti Matteo Renzi, detto Pippo il Reporter, appena diventato direttore del Riformista. Nel cassetto delle matite colorate ha pronti due scoop.
Il primo sarà un’intervista esclusiva a Marco Mancini, spione d’alto profilo, per farsi raccontare cosa disse a un certo senatore semplice incontrato all’Autogrill di Fiano Romano il 23 dicembre 2020, in piena crisi di governo.
Si è saputo che una certa professoressa scattò 13 foto dell’incontro, e 13 volte venne interrogata dagli inquirenti per quel misfatto, complice il senatore che li aizzava, lamentando un complotto ai suoi danni. Il complotto della prof era inesistente. In compenso nulla si è mai saputo del complotto vero, quello dello spione e del senatore, cosa si dissero durante quei 30 minuti clandestini. Se era lo spione a offrire qualcosa al senatore o viceversa. Da allora Mancini è sparito nel limbo dei pensionati. Mentre il senatore semplice, protetto dalla solita batteria di avvocati, si è infilato nella camera di sicurezza dei furbi che parlano sempre d’altro per non parlare affatto. Ha 30 domande pronte per fare luce sul mistero, una al minuto. Allo specchio.
L’altro scoop pronto da colorare riguarda addirittura un delitto internazionale, quello del dissidente Jamal Khashoggi, giornalista del Washington Post, strangolato nel 2018 dai Servizi segreti sauditi e poi fatto a pezzi con apposita sega circolare, dentro al consolato di Istanbul. Si sospetta da allora che il mandante dell’omicidio sia il principe Bin Salman, quello che paga un mensile al senatore Renzi ogni volta che vola a Riad per inchinarsi al suo rinascimentale cospetto. Per l’amico Bin, raccomandiamo a Pippo prudenza, una sola domanda e molto alla larga. Per esempio: qual è il ruolo della motosega in diplomazia?