Il Fatto di domani. Poltrone, crescita al palo, carcere per gli eco-attivisti e tanta propaganda: il cdm di Meloni. Renzi si rottama da solo, addio Terzo polo

Di FQ Extra
11 Aprile 2023

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IN CDM NOMINE E NORME ANTI-AMBIENTALISTI, MA NEL DEF LA CRESCITA RALLENTA. Il pezzo forte del Consiglio dei ministri di oggi erano le nomine dei vertici delle grandi aziende partecipate di Stato e la prima versione del Documento di economia e finanza. Ma, secondo la solita strategia di questo governo, le scelte reali sono state coperte da altrettante misure ideologiche, da gettare in pasto all’opinione pubblica purché si dibatta. A finire nel mirino stavolta sono gli attivisti ambientalisti che per protesta tirano vernice lavabile su monumenti e opere d’arte. Per loro, definiti dal governo eco-teppisti, si minacciano multe da 20 a 60 mila euro e fino a 3 anni di carcere per danni materiali, o da 10 a 40 mila euro per l’imbrattamento. I diretti interessati hanno risposto in un intervento su Fatto for Future, l’inserto ambientale di FQ Extra. Poi c’è l’eterno tema migratorio, su cui viene dichiarato uno “stato d’emergenza” per 6 mesi e 5 milioni di euro di investimenti. Un’idea partorita dal ministro Matteo Piantedosi e dall’ex presidente della Regione Sicilia, il meloniano Nello Musumeci. Sul Fatto di domani ci concentreremo sugli aspetti concreti delle decisioni del Cdm, a partire dalle nomine, su cui restano le tensioni tra FdI e gli alleati, e dal dossier economico del Def. Spiccano due elementi: la forte contrazione della spinta del settore privato (+0,7%, contro il +4,6% dello scorso anno) e di quello pubblico, fattori che portano a un generale freno alla crescita (+1%), nonostante i progetti del Pnrr. Mentre l’inflazione è prevista oltre il 5%.


LE VELLEITÀ ATLANTISTE DI MELONI E LA REALTÀ DELLA SPESA MILITARE. Le parole di Emmanuel Macron sulla Cina e la necessità di un’autonomia europea rispetto agli Stati Uniti non sono piaciuti né agli Alleati né a Pechino. Il presidente francese è stato anche contestato durante un convegno ad Amsterdam, oggi. L’Eliseo però ha corretto il tiro, ricordando che Macron “ha detto spesso che la Francia non è equidistante tra gli Stati Uniti e la Cina”, che gli Stati Uniti sono alleati con cui condividere valori comuni, mentre La Cina sarebbe un “rivale sistemico” con cui fare affari e “costruire un’agenda comune per ridurre le tensioni internazionali”. La posizione terzista di Macron va letta come un richiamo alla tradizione politica gollista, imbracciata da un presidente a caccia di consensi dopo la contestatissima riforma delle pensioni. Per Giorgia Meloni è un’altra buona ragione per distanziarsi da Parigi, come vedremo sul Fatto di domani. In questo quadro va letta anche la retromarcia sulla missione diplomatica italiana a Taiwan, che è stata rinviata a data da destinarsi poco prima di partire. Tuttavia, l’atlantismo italiano si ridimensiona nei fatti, se non nelle parole, perché il nostro Paese non riuscirà a raggiungere l’obiettivo di aumento della spesa militare al 2% del Pil, come vorrebbe il governo. Per questo il ministro Guido Crosetto coltiva da sempre il progetto di scorporare la spesa militare dal patto di stabilità Ue, ma è poco più di un’ipotesi.


GLI STRACCI TRA RENZI E CALENDA: IL TERZO POLO MORTO PRIMA DI NASCERE. Il sedicente Terzo polo rischia la scissione senza aver nemmeno cominciato la fusione. Passata la Pasqua, è Azione ad aprire il vaso di Pandora. A mezzo agenzie di stampa ha accusato Italia Viva e il suo leader di aver cambiato idea sull’unificazione. “La pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita – tuona una fonte anonima (ma le voci nel partito non sono molte)– . In settimana si capirà se questo nodo si potrà sciogliere. Se così non sarà il partito unico non potrà nascere”. Due le gocce che hanno fatto traboccare il vaso: la nomina di Matteo Renzi alla direzione (editoriale) del Riformista e la rimozione di Ettore Rosato dalla guida di IV, con conseguente accentramento del potere nelle mani del fondatore. Calenda teme di restare con il cerino in mano e accusa (anzi fa accusare) l’alleato-rivale di “tatticismi”, ovvero di voler sabotare il processo. La risposta di Italia Viva è stata obliqua quanto l’attacco, affidata ai portavoce nazionali: “Nessun tatticismo, siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare”, anzi sarebbe il leader di Azione a cercare un pretesto per tirarsi indietro. Fatto sta che quasi nessuno ormai vuole scommettere sulla nascita del sedicente partito unico dei liberali: “È finito tutto”, fanno sapere entrambi i fronti, le posizioni sembrano inconciliabili. Forse la volubilità dei due leader è stata più forte del digiuno di elettori. Non che l’idea abbia mai conquistato i cuori degli italiani, come ricorderemo sul Fatto di domani ripercorrendo la storia del miraggio del Terzo polo calendian-renziano.


I PENTAGON LEAK INGUAIANO AL-SISI. KIEV “NESSUN CAMBIO NEI PIANI DEL CONTRATTACCO”. L’Ucraina smentisce che la fuga di documenti riservati del Pentagono l’abbia costretta a cambiare i piani della controffensiva programmata per la primavera. La notizia era stata diffusa dalla Cnn. Anzi, il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov ha annunciato in un briefing militare che Kiev sta preparando un attacco alle navi russe nel mar nero. Dalle centinaia di pagine dell’intelligence americana, fotografate e riversate sul web, continuano a emergere dettagli e veleni. Oltre allo spionaggio sistematico americano degli alleati, incluso Zelensky, una serie di comunicazioni riguarda il ruolo dell’Egitto. Al-Sisi è conosciuto come fedele alleato degli Usa, ma avrebbe ordinato di produrre circa 40 mila razzi da inviare in segreto alla Russia (che nega). L’ambasciatore egiziano negli Usa ha replicato che il suo Paese professa il non coinvolgimento nella guerra. Il Cairo però è anche un acquirente di armamenti italiani ed europei, per questo sul Fatto di domani approfondiremo la sua posizione nel conflitto ucraino e che problemi pone al nostro governo. Media e intelligence lavorano a individuare la fonte del leak. Per il momento è stato appurato che le immagini sarebbero state condivise originariamente sul social di nicchia Discord, tra febbraio e marzo.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Berlusconi continua il ricovero. La famiglia e gli amici più fedeli hanno fatto visita al Cav anche oggi, al San Raffaele di Milano. Nessun bollettino medico è stato diffuso, uscendo il figlio minore Luigi ha risposto ai cronisti che B. “sta bene”.

Euromazzette, anche Tarabella in libertà vigilata. La giustizia belga ha deciso di concedere all’eurodeputato socialista belga la libertà vigilata. Tarabella è in carcere dal 10 febbraio nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto Qatargate.

Escalation di violenza in Israele. L’esercito israeliano ha ucciso due palestinesi nei pressi dell’insediamento ebraico di Elon Moreh, in Cisgiordania. Secondo la ricostruzione i due avrebbero sparato da un’automobile in corsa in direzione di una postazione di soldati. La salma di Davide Parini è rientrata in Italia.


OGGI LA NEWSLETTER FATTO FOR FUTURE

Vandana Shiva: “La monocultura della mente cancella la biodiversità”

di Elisabetta Ambrosi

“From oil to soil, dal petrolio al suolo”: è uno slogan tanto semplice quanto illuminante di Vandana Shiva. Nel suo ultimo libro autobiografico La vita è maestra. La mia storia di rivoluzione (a cura di Manlio Masucci e Cinzia Chitra Piloni, Piemme), l’attivista ambientale e fisica indiana racconta i suoi quarant’anni di lotta a favore della biodiversità agricola e, insieme, contro “ogni monocoltura della mente”. Anche attraverso la sua associazione Navdanya, che “ha contribuito alla creazione di circa 150 banche di semi locali decentralizzate che stanno liberando gli agricoltori dalla dipendenza dalle costose sementi commerciali e li aiutano a passare dalla vulnerabilità alla resilienza nel contesto del cambiamento climatico”.

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