Il Fatto di domani. Alleanza in fumo: l’inceneritore di Roma divide Conte e Schlein. Impunità, il piccone del governo pure sul traffico d’influenze. Parla Scarpinato

Di FQ Extra
20 Aprile 2023

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GIALLOROSA INCENERITI SUL TERMOVALORIZZATORE DI ROMA. SCHLEIN: “DECISIONE GIÀ PRESA”, RAGGI: “DAL PD CHIACCHIERE”. Elly Schlein ha (infine) chiarito la sua posizione sull’inceneritore, ed è tutt’altro che una rivoluzione. Il termovalorizzatore “era una scelta già presa dall’amministrazione di Roma, che ha fatto un piano rifiuti ben prima delle primarie”, ha detto oggi la segretaria dem nella prima conferenza stampa dalla nomina della sua squadra nella segreteria del partito. L’inceneritore non è la soluzione migliore, ammette Schlein, ma se il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri, del suo partito, l’ha approvata non è il caso di contraddirlo. L’opposizione è rimandata al prossimo progetto, quindi. Anche in parlamento il Pd voterà contro gli ordini del giorno di 5S e Sinistra-Verdi che chiedevano una retromarcia sul via libera all’impianto. “Ciò non vuol dire che non continueremo a coltivare il dialogo con le opposizioni su una materia più vasta come quella del clima”, assicura la segretaria, che poi auspica una convergenza con il M5S “su terreni comuni, soprattutto in ambito sociale come le battaglie sul lavoro e il salario minimo. È normale che ci siano temi divisivi, altrimenti saremmo lo stesso partito”. Il terreno comune non è stato dunque la piazza del Campidoglio di Roma, anzi piazza della Madonna di Loreto dove all’ultimo il prefetto ha spostato il sit-in di ambientalisti, Cgil e 5S e Avs contro l’inceneritore. Tra le centinaia di persone presenti c’era anche Virginia Raggi che ha risposto con nettezza a Schlein: “Mi sembra che sull’economia circolare e sull ‘ambiente non ci sia una visione comune nonostante le chiacchiere”. L’ex sindaca di Roma ne ha avuto anche per i Verdi, che nonostante la contrarietà al livello nazionale in Consiglio comunale appoggiano il progetto di Gualtieri. Sul Fatto di domani approfondiremo queste divisioni.


IL 7 MAGGIO LA STAFFETTA DEI PACIFISTI CONTRO LA GUERRA. IN UCRAINA ARRIVANO I PATRIOT USA. Nella citata conferenza stampa Schlein ha sorvolato sull’invio di armi a Kiev, ma manda un segnale chiaro contro il riarmo: “Quando sembrava necessario aiutare il popolo ucraino, avevo molte più perplessità sul legare il conflitto a un aumento delle spese militari in tutta Europa”. Secondo la segretaria dem – mentre l’Ue viaggia verso la difesa comune – non è detto che la spesa per le armi debba salire al 2% del Pil, come chiesto dalla Nato. Intanto, a Kiev arrivano nuovi aiuti: i missili Patriot dagli Usa, per colpire i russi fino a 150 chilometri di distanza; il sistema difesa aerea Iris-T Slm, dalla Germania. Anche la Corea del Sud ha annunciato di voler sostenere l’Ucraina con aiuti militari. Mosca ha risposto con le minacce del falco Dmitri Medvedev: “Mi chiedo cosa diranno gli abitanti di questo Paese quando vedranno le ultime armi russe dei nostri partner della Corea del Nord”. Secondo la Bbc – che cita un’inchiesta congiunta delle emittenti pubbliche in Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia – Mosca avrebbe mobilitato una flotta di navi spia nel Mare del Nord, per sabotare i parchi eolici e i cavi di comunicazione in caso di scontro aperto con l’Occidente. Nel giorno in cui il tribunale di Boston conferma la custodia cautelare per Jack Teixeira, dai leak del Pentagono emerge che Putin avrebbe messo nel mirino anche i satelliti starlink di Elon Musk, decisivi per le comunicazioni dell’esercito di Kiev. Sul Fatto di domani vi racconteremo la giornata di guerra e diplomazia e la mobilitazione italiana per la pace. Il 7 maggio una “staffetta dell’umanità” attraverserà l’Italia, da Aosta a Lampedusa, per dire basta alla guerra e all’invio di armi. Sostengono l’iniziativa – tra gli altri – Michele Santoro, Alessandro Barbero, Carlo Rovelli, Elio Germano. Sul Fatto di domani intervisteremo Massimo Cacciari per capire le ragioni della galassia pacifista.


IMPUNITÀ, DOPO L’ABUSO D’UFFICIO IL GOVERNO PICCONA IL TRAFFICO D’INFLUENZE E LA LEGGE SEVERINO. PARLA SCARPINATO. Il governo continua a picconare la giustizia a colpi di impunità, mentre non spende una parola sull’arresto del sindaco di Fratelli d’Italia Luciano Mottola – per voto di scambio politico mafioso – a Melito di Napoli. Sul Fatto di oggi abbiamo raccontato come il ministro Carlo Nordio intenda abolire il reato di abuso d’ufficio. È l’articolo 323 del codice penale, che punisce con la galera da uno a 4 anni l’amministratore pubblico reo di aver avvantaggiato qualcuno (o danneggiato) nell’esercizio delle sue funzioni. Domani vi racconteremo come il governo intenda rivedere il reato di traffico d’influenze: è l’altro tassello del disegno di legge che arriverà in Consiglio dei ministri la settimana prossima. Lo scopo ufficiale è togliere “la paura della firma” che paralizza i sindaci, mentre il Paese accelera per spendere i 209 miliardi europei del Pnrr. L’Italia è in ritardo, dunque bisogna correre sciogliendo “lacci e lacciuoli”. Il rischio è di allentare i controlli di legalità sugli appalti favorendo le mafie. Del resto, il Codice degli appalti targato Salvini va nella stessa direzione: il 98% delle opere pubbliche sarà gestito senza gara. L’altro capitolo del dossier Giustizia è la legge Severino. La norma – invisa alle destre – prevede l’incandidabilità per gli amministratori locali condannati già in primo grado (senza giudizio definitivo). Ma il ministro degli Interni si è aggrappato alla legge Cartabia per offrire un salvacondotto verso l’impunità: una circolare del Viminale garantisce a sindaci e funzionari locali la possibilità di ricandidarsi, ma solo se hanno patteggiato la pena. Basta ammettere le colpe, per tornare nell’agone politico. il ministro Piantedosi ha sfruttato la norma – voluta dall’ex Guardasigilli – che riduce gli “effetti extrapenali” delle sentenze di patteggiamento. Sul Fatto di domani torneremo sul governo dell’impunità con un’intervista al senatore 5 stelle (ex magistrato antimafia) Roberto Scarpinato.


PROCEDURA D’INFRAZIONE UE CONTRO L’ITALIA PER LA PRECARIETÀ. DECRETO SICCITÀ, SCATOLA VUOTA. Non solo siamo il fanalino di coda in Europa per i salari, adesso siamo nel mirino della Commissione Ue per l’abuso di contratti a tempo determinato nella pubblica amministrazione e per il mancato rispetto delle norme sulla dignità del lavoro per gli stagionali. Sulla Pa in particolare, Bruxelles ha inviato a Roma un parere motivato, secondo passo della procedura avviata nel luglio 2019 e proseguita a fine 2020 e dice che la normativa italiana “non previene né sanziona in misura sufficiente l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato per diverse categorie di lavoratori del settore pubblico”, tra cui figurano gli insegnanti, gli operatori sanitari, gli artisti e perfino i forestali e i vigili del fuoco. La precarietà del settore pubblico sta peraltro minando la capacità di attuazione del Pnrr. Sul Fatto di domani in tema di investimenti pubblici faremo un’analisi del decreto siccità pubblicato in Gazzetta ufficiale, ieri i Verdi e il M5S hanno denunciato che si tratta di una scatola vuota che “prende in giro il settore agricolo”.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Cospito interrompe lo sciopero della fame. All’indomani della decisione della Consulta sul suo caso, l’anarchico detenuto al 41bis ha comunicato la decisione di voler interrompere lo sciopero della fame. Già nei giorni scorso aveva ripreso ad assumere alimenti.

Nomine in Regione, nuove contestazioni a Solinas. Al presidente sardo e a una ventina di persone, tra amministratori e imprenditori, è stato notificato oggi un avviso di chiusura indagini. Contestati, a vario titolo, i reati di corruzione, abuso d’ufficio e induzione indebita. Il presidente Solinas è già sotto processo nel primo filone d’inchiesta legato sempre alle nomine.

A Londra arrestato e poi rilasciato un editore francese accusato di terrorismo. È stato rilasciato su cauzione dalla polizia britannica Ernest Moret, il giovane editore francese fermato ieri in base alla legge anti-terrorismo per aver partecipato alle proteste in Francia contro la riforma delle pensioni. Il 28enne, che lavora per la casa editrice indipendente Editions La Fabrique, era stato interrogato per sei ore e poi arrestato per il rifiuto di rivelare i codici di accesso al suo telefono e computer.

Strage di Erba, riscrivere la storia in un oplà televisivo. Dopo Selvaggia Lucarelli, Pino Corrias prende posizione sulla richiesta di revisione del processo a carico di Rosa e Olindo.


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Iran, quasi due esecuzioni capitali al giorno: “Così hanno fermato le proteste”

di Riccardo Antoniucci

Vista da ovest, l’ondata di proteste contro il regime che ha sconvolto l’Iran tra la fine del 2022 e i primi mesi del 2023 sembra essersi spenta. L’oppressione nel Paese, però, è tutt’altro che diminuita, come dimostrano i casi delle ultime settimane.

Lunedì il regime ha condannato a 7 anni di reclusione la scrittrice Golrokh Ebrahimi Iraee per aver partecipato alle proteste anti-governative e difeso i manifestanti sui social. La scorsa settimana la polizia ha annunciato un altro giro di vite sull’obbligo di hijab in pubblico e ha chiuso 137 negozi e 18 ristoranti in varie città perché non avrebbero fatto rispettare la legge. Secondo il portale dei dissidenti iraniani Iran International, oltre 3500 esercizi commerciali sono stati minacciati di fare la stessa fine dalle autorità.

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