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“La reazione di Giorgia Meloni ricorda quella dei mullah iraniani contro il governo francese dopo che abbiamo pubblicato le caricature del regime di Teheran”. Gérard Biard, caporedattore del giornale satirico per eccellenza, Charlie Hebdo, reagisce con indignazione al polverone polemico alzato attorno alla vignetta di Mario Natangelo uscita ieri sul Fatto. Lo indigna l’attacco diretto da parte della premier (“Non è un segno di democrazia, anzi ha mostrato il vero volto di Meloni”), ma lo indignano altrettanto le critiche della sinistra.
Cosa pensa di chi dice che Natangelo non avrebbe dovuto prendersela con la sorella della premier?
Arianna Meloni è un personaggio pubblico, ma il soggetto della caricatura è il ministro, non la sorella della premier. Mi sembra che siamo alle solite: la difficoltà, anzi il rifiuto di leggere correttamente le caricature, di capire davvero la satira. La vignetta è politica, parla di un ministro ed è una risposta alle sue parole sulla natalità in Italia e sulla sostituzione etnica. Il bersaglio è Lollobrigida.
Una delle accuse è il sessismo, che ne pensa?
Non vedo cosa ci sia di sessista nel mostrare una donna adultera. Se non sbaglio l’adulterio non è più reato neanche in Italia (ride). Se poi il sottotesto è che l’adulterio è un peccato religioso, allora direi che è un problema di chi lo pensa. Da che mondo è mondo il sesso è una delle risorse più floride dell’ironia. Si possono mettere alla berlina il razzismo, il sessismo, l’antisemitismo che sono reati, ma la derisione della sessualità non è punita dalla legge.
Su Charlie Hebdo la pubblichereste?
Ovvio. Ne pubblichiamo anche di più cattive e più esplicite sessualmente. Anzi, scommetterei che alcuni vignettisti di Charlie avrebbero disegnato la scena senza le lenzuola tirate sul letto (ride).
C’è chi invoca i “limiti” della satira, chi dice “quella vignetta era esagerata”.
È sempre la solita retorica: ‘sostengo la satira, ma’, ‘sono per la libertà di espressione, ma’. ‘Je suis Charlie, ma. Quel “ma” è una negazione. Non si può dire “sono laico, ma”, o sei laico o non lo sei, o sei per la libertà d’espressione o no. .
E chi dice che è sbagliata perché “non fa ridere”?
Il tema non deve essere se fa ridere o no. Il mestiere dei politici non è fare gli arbitri del buon gusto, dell’arte o della satira. Facciano il loro lavoro. Questa è solo una cattiva scusa per mascherare un’inconfessabile voglia di censura comune alla classe politica, e da parte di tutti gli orientamenti politici, che è la cosa più grave. Mi lasci dire che quello che mi ha colpito di più è la reazione della sinistra. Hanno detto che la vignetta ‘fa schifo’ perché è sessista e offensiva. Lo scopo della caricatura è essere offensiva, non è di fare piacere a chi ne è oggetto. Se una vignetta non è offensiva è una cattiva vignetta. Quello che trovo veramente vergognoso è una sinistra che attacca la caricatura e non il motivo per cui è stata fatta. Non mi pare che nessuno si sia ricordato di citare la dichiarazione di Lollobrigida sulla sostituzione etnica… È una logica che conosciamo bene. Dicono “siamo per la libertà di espressione”, ma poi al momento della verità non è così. La sinistra francese non è diversa.
All’opposizione c’è anche chi ha detto: “Noi vi diamo solidarietà, voi avreste dovuto darcela quando è toccato a noi”.
Concetto che tradurrei così: ‘Siamo solidali con voi quando una caricatura attacca il potere, e vi chiediamo di fare lo stesso quando al potere ci siamo noi’. È una confessione di connivenza politica, sull’idea comune per cui ‘il potere non si attacca’.
A Charlie sarà capitato spesso di essere attaccato, da De Gaulle nano a Macron decapitato…
Nel 2006-2007, per le caricature di Maometto ci criticò anche l’ex presidente Jacques Chirac. Oggi è più difficile, soprattutto dopo il 2015 (l’attentato islamista contro la redazione in cui morirono 12 persone ndr). Dopo la prima pagina con Macron ghigliottinato non c’è stato nessun commento politico. In Francia la tradizione della satira è ancora solida, anche se siamo sempre meno a farla.
Lei dice spesso che fare satira è diventato difficile, che dovete spiegare le vignette…
C’è una nuova tendenza al puritanesimo, in nome di valori difendibili, certo, ma la censura si fa sempre “per una buona causa”. Ed è più forte a sinistra che a destra. Però la battaglia della destra è interessata: prendersela con la censura antirazzista o antisessista è funzionale al loro progetto politico.