Khartum

Sudan, il video del golpista: “Grazie Italia per gli aiuti”

Già oltre 600 morti - Gli uomini del generale Dagalo sono conosciuti per le atrocità commesse in Darfur nella prima decade del Duemila

Di Massimo A. Alberizzi Icons/ascolta
22 Aprile 2023

Infuriano i combattimenti a Khartum tra l’esercito del presidente, il generale Abdel Fattah al Burhan, e il suo vice, pari grado e golpista Mohamed Hamdan Dagalo “Hemetti”, che guida la Rapid Support Forces, cioè gli ex janjaweed. La tregua di tre giorni promessa per la festa dell’Eid, che segna la fine del Ramadan, non ha retto. E i cannoni hanno ripreso a tuonare mentre si moltiplicano le voci sull’imminente evacuazione degli stranieri. E c’è un video che conferma quanto scritto dal Fatto nei giorni scorsi, che cioè gli italiani danno appoggio logistico e addestrano i paramilitari di Dagalo.

Intervistato nell’agosto 2022 per la pagina Facebook New Sudan, il generale golpista ammette: “Siamo supportati soprattutto dagli italiani. Ringraziamo quindi gli italiani, soprattutto dal punto di vista tecnico. Potrebbero continuare per due anni con noi”. E poi: “La loro formazione ci ha giovato molto perché è specializzata nella lotta al terrorismo e all’immigrazione clandestina. Grazie all’Unione europea e agli europei in generale. Siamo impegnati per loro e per conto del mondo. Non bisogna dimenticare che ora stiamo svolgendo un ruolo umanitario nel deserto. Abbiamo sovvenzioni per il carburante e dobbiamo controllare un territorio vastissimo”.

“Gli italiani hanno contribuito a creare un mostro – sostiene al telefono una attivista per la tutela dei diritti umani ben conosciuta dal Fatto –. Avete addestrato i janjaweed, criminali che ora hanno tentato un colpo di Stato e stanno massacrando la popolazione civile”. Gli uomini del generale Dagalo sono conosciuti per le atrocità commesse in Darfur nella prima decade del Duemila. Con scarsa lungimiranza, l’Italia aveva deciso di affidare ai tagliagole il compito di controllare i confini del nord del Sudan con Egitto, Libia e Ciad per non fare passare i migranti che ogni giorno dall’Africa subsahariana tentano di arrivare al Mediterraneo. Le denunce di violenze, soprusi, omicidi compresi, non hanno smosso più di tanto il governo Draghi (autore dell’idea) e neppure il successivo, mostrando tutti i limiti e i fallimenti dell’“aiutiamoli a casa loro” o “respingiamoli a casa”. La cosa più incredibile è che i janjaweed hanno ricevuto aiuti logistici e militari anche dalla Russia. Dagalo, infatti, ha concesso ai mercenari del gruppo Wagner che fa riferimento al Cremlino, lo sfruttamento di miniere d’oro nel nord del Paese. Quindi italiani e russi assieme a insegnare ai tagliagole a far la guerra seriamente.

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