Il Fatto di domani. Approvato il Def, tra le scuse di FdI: meno soldi per il cuneo e via libera, il 1° maggio, alla picconata ai lavoratori. Occupazione, salari da fame e morti

Di Il Fatto Quotidiano
28 Aprile 2023

DEF, IL GOVERNO CI METTE UNA PEZZETTA (TRA URLA E MALORI). Il giorno dopo la figuraccia internazionale sulla relazione sullo scostamento di bilancio (la maggioranza è andata sotto mentre Meloni era a Londra da Sunak), la coalizione di centrodestra è riuscita a portare a casa il risultato: la Camera stamattina ha approvato con 221 voti favorevoli e 115 contrari la nuova relazione partorita in tutta fretta ieri sera dal Consiglio dei Ministri. Documento che contiene una modifica piuttosto sostanziale: l’aumento del deficit sarà utilizzato non solo per finanziare “un provvedimento normativo per sostenere il reddito disponibile e il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti nel 2023” – il taglio del cuneo fiscale – ma anche per “sostenere le famiglie con figli”, voce a cui è stato assegnato qualche soldo in più. La coperta resta, comunque, cortissima perché aggiungere da una parte, quella dei figli, significa togliere dall’altra. E va ricordato che già nella prima stesura Bankitalia aveva stimato un beneficio della sforbiciata al cuneo in soli 16 euro al mese per i lavoratori. Montecitorio è stata questa mattina teatro di una notevole bagarre. Il capogruppo di FdI, Tommaso Foti, ha chiesto scusa “agli italiani e alla premier” per il pasticciaccio di ieri, ma ha poi attaccato il Pd che ha abbandonato l’Aula per protesta. La seduta è stata sospesa per qualche minuto anche in seguito al malore occorso ad Angelo Bonelli, che è stato portato al Policlinico Gemelli per accertamenti. Il passaggio al Senato è stato più semplice: via libera con 112 voti favorevoli, 57 contrari e nessun astenuto. Di certo, la débâcle di ieri dà non pochi pensieri a Meloni, che pure prova a dare la colpa al fatto che gli eletti hanno anche incarichi di governo (ma ieri i sottosegretari o ministri assenti erano una minoranza). Sul Fatto di domani, oltre ad analizzare la modifica apportata alla relazione, vedremo che ci sono preoccupazioni sulla tenuta del governo. E non bastano i ringraziamenti leghisti al ministro Giorgetti a mettere a tacere i rumors sui malumori interni al Carroccio.


PRIMO MAGGIO DA DIMENTICARE: PIÙ MORTI, MENO SALARI. Mentre l’Inail snocciola i pietosi dati sui morti sul lavoro (196 vittime nel primo trimestre dell’anno, ossia +3,7%), con l’ultimo caso proprio oggi, e il governo si appresta a dare il colpo di grazia al Reddito di cittadinanza (il Cdm è confermato per lunedì mattina), le agenzie di statistica forniscono un quadro sconfortante del mondo del lavoro e dell’economia in generale. Aumenta il numero di occupati con contratti scaduti, arrivando alla signora cifra di 6,9 milioni. Ma l’Istat certifica anche l’aumento delle retribuzioni sempre più in frenata: la differenza tra la dinamica dei prezzi e quella salariale resta superiore ai 7 punti percentuali e nell’industria i rinnovi ottenuti tra il 2020 e il 2021 sono di “limitata entità” ovviamente in confronto all’inflazione. Anche Bankitalia ha rinnovato l’allarme sui rischi per l’inflazione e la frenata della crescita. Quindi un’Italia sempre più povera quella che si avvicina al Primo maggio. Una buona notizia arriva, però, dal fronte europeo: l’economia italiana è cresciuta più della media Ue nei primi tre mesi dell’anno. Tra gennaio e marzo il Pil è salito dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti e dell’1,8% nel confronto con lo stesso periodo del 2022. Mentre il tendenziale dell’anno si attesta allo 0,8%. Sul giornale di domani forniremo una chiave di lettura dei dati e di ciò che i lavoratori devono aspettarsi.


TRATTATIVA, IL GIORNO DOPO LA SENTENZA I COLPEVOLI SONO I MAGISTRATI. “Basta cialtronate”, “Era tutta una boiata”, “Disfatta manettara”, “Inchiesta demolita”, e potremmo continuare a lungo. I giornali di centrodestra oggi erano un profluvio di dichiarazioni sulla sentenza della Cassazione che ieri, confermando l’appello, ha stabilito che la Trattativa per mettere fine alle stragi di mafia ci fu, ma che Cosa Nostra trattò con se stessa: i giudici hanno infatti assolto definitivamente gli ex vertici del Ros dei carabinieri, i generali Mario Mori e Antonio Subranni, l’ufficiale Giuseppe De Donno, l’ideologo di Forza Italia, Marcello Dell’Utri. Ma, al di là del sentimento di rivalsa provato dagli stessi anche sull’archiviazione del leghista Savoini per il caso Metropol, i fatti rimangono. Sul Fatto di domani, il nostro Marco Lillo tornerà sulle sentenze d’appello e di Cassazione, mettendo nero su bianco cosa i giudici non hanno preso in considerazione. Ascolta qui il podcast di Antonio Padellaro “Stato di Crisi, la mafia contro lo Stato”.


SABOTAGGIO NORD STREAM, LE FOTO DEL SOTTOMARINO RUSSO. Papa Francesco in Ungheria continua a prodigarsi per la pace sempre più lontana: “Pare tramontata, si fanno spazio i solisti della guerra”, ha detto il Pontefice. E lo fa mentre piovono missili sull’Ucraina (Kiev compresa) e il governo Zelensky annuncia i preparativi della tanto sbandierata controffensiva, anche perché il comandante delle forze Nato in Europa, il generale Christopher Cavoli, ha affermato parlando al Congresso che la coalizione ha già consegnato il 98% dei mezzi da combattimento promessi. Ma sul giornale di domani parleremo anche del sabotaggio del gasdotto Nord Stream: la Danimarca sostiene di avere foto che ritraggono una nave speciale russa progettata per effettuare operazioni sottomarine e con a bordo un mini sommergibile. E questo quattro giorni prima del sabotaggio. Ma vi daremo conto anche dei contatti tra i ministri della Difesa di Russia e Cina a Nuova Delhi.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Strage di Erba, il Procuratore di Como contro il Pg. “Non c’è spazio per le perplessità”: in un lungo comunicato, Massimo Astori respinge le tesi del sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser che ha chiesto la revisione del processo a carico di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Astori è il pm che nel processo di primo grado ha sostenuto l’accusa in tribunale.

Prestito di denaro a Johnson, si dimette il presidente della Bbc. Richard Sharp ha annunciato le sue dimissioni dopo che un’inchiesta ha fatto emergere il suo coinvolgimento in un prestito all’ex premier conservatore. Ne ha dato notizia la stessa Bbc. L’ex banchiere aiutò BoJo a ottenere in prestito 800.000 sterline per coprire debiti familiari. La sua nomina a presidente dell’emittente, avvenuta nel 2021, fu sostenuta anche da Johnson.

Addio al senatore di FdI, Andrea Augello. Storico esponente della destra romana, aveva 62 anni ed era malato da tempo. Senatore in quattro legislature, era stato anche sottosegretario alla Pubblica amministrazione e all’innovazione nel quarto governo Berlusconi.

La sinistra in pellegrinaggio al Nuovo Sacher. Una serata al cinema di Nanni Moretti, per vedere il suo ultimo film (e le facce dei nostalgici). Nelle pagine della Cultura, torna anche l’appuntamento con l’inserto Che c’è di bello.


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In piazza e a luci spente: il primo maggio dei francesi contro Macron

di Luana De Micco

La mobilitazione del primo maggio in Francia è annunciata come “storica”. A più di quindici giorni dall’ultimo corteo contro la riforma delle pensioni (il 13 aprile scorso) e dalla promulgazione della legge (nella notte del 14), i sindacati lanciano un nuovo appello ai francesi a scendere nelle strade e rilanciare il movimento contro la pensione a 64 anni.

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