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FINITA LA PROPAGANDA, NEL GOVERNO TORNANO GLI SCREZI SULLE NOMINE. La destra al governo ha soffiato anche oggi sul fuoco della solita polemica con la Francia sui migranti, ma il vero conflitto è interno all’esecutivo. La mattinata è iniziata con le dichiarazioni del ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin che, intervistato da una radio parigina, ha affermato che Giorgia Meloni non è in grado di risolvere i problemi migratori dell’Italia e l’ha paragonata a Marine Le Pen. La reazione di Roma, affidata al ministro degli Esteri Antonio Tajani, è stata immediata: ha annullato una visita a Parigi in programma per oggi e ha definito “inaccettabili” le parole del collega transalpino. Nel frattempo, la Camera ha dato il via libera definitivo al decreto Cutro. Venendo allo scontro interno. La premier aveva convocato un Cdm per le 16, con all’ordine del giorno temi politicamente delicati come possono essere le nomine pubbliche. Ma l’inizio della riunione è slittato di oltre due ore, un segnale di tensioni. Che riguardano soprattutto la Rai, e la casella importante dell’amministratore delegato, ma anche i vertici della Guardia di Finanza. Fratelli d’Italia vorrebbe sostituire Carlo Fuortes con qualcuno di più amico, offrendo all’attuale ad di Viale Mazzini la poltrona del Teatro dell’Opera di Napoli (il San Carlo), a cui ambisce. L’operazione è complessa e per portare a casa il risultato, Meloni puntava a far approvare un decreto legge per fissare a 70 anni il limite di età per il pensionamento obbligatorio dei direttori delle fondazioni lirico-sinfoniche. In questo modo, l’attuale sovrintendente del San Carlo di Napoli, Stephan Lissner, avrebbe potuto lasciare il posto libero per Fuortes. Tuttavia, l’accordo è stato bloccato dalla Lega finora, come abbiamo riportato sul Fatto. L’attacco della destra alla Rai sta diventando sempre più preoccupante. Ma altre nomine sono sul tavolo e ci sono altri conflitti aperti tra gli alleati. La Lega e FdI non sono d’accordo sui vertici della Guardia di Finanza. Meloni non l’ha presa bene: tutto vuole fuorché mostrarsi indebolita dalle divisioni. Sul Fatto di domani vedremo com’è andata la riunione e faremo la nuova mappa del potere che si delinea.
MISSIONI ALL’ESTERO: COSA FA IL NOSTRO PAESE NEGLI SCENARI INTERNAZIONALI. Il Cdm del primo maggio è stata un’operazione di propaganda, ha detto Maurizio Landini sul nostro giornale oggi. Sicuramente lo è stato per i temi del lavoro, come abbiamo raccontato. Ma c’è di più, perché il governo in quell’occasione ha anche deliberato la prosecuzione delle missioni internazionali e l’avvio di quattro nuove missioni per il 2023. Fuori dall’eufemismo, si tratta di operazioni che prevedono l’invio di nostri militari in altri Paesi sotto l’egida delle organizzazioni internazionali come Onu, Nato e Ue, o per accordi bilaterali. Sono 35 le missioni in cui siamo coinvolti nel mondo, con 7000 soldati. Gli impegni per quest’anno riguardano la partecipazione di personale militare a tre missioni Ue: l’addestramento di militari ucraini, il supporto alle autorità libiche nel controllo dei confini (ossia la repressione dei flussi migratori), la partnership militare con il Niger. Si aggiunge una missione bilaterale di supporto nel Burkina Faso. Per legge queste operazioni andrebbero discusse e votate in Parlamento, ma se ne parla sempre meno, anche sui mezzi di informazione. Sul Fatto di domani faremo il punto sui nostri impegni all’estero e sul nuovo quadro di aumento della spesa militare verso il quale ci siamo avviati dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.
BERLUSCONI E LE STRAGI, AVVOCATI E POLITICI CONTRO IL FATTO. “Tutte le più insensate accuse di presunta mafiosità contro Silvio Berlusconi si sono sempre dimostrate false e strumentali, tant’è vero che ogni volta gli stessi inquirenti sono stati costretti a chiederne la archiviazione”. Lo ha scritto in una nota Giorgio Perroni, l’avvocato di Silvio Berlusconi, dopo che oggi il nostro giornale ha riportato un’informativa del 16 marzo 2022, nella quale la Dia di Firenze avanza un’ipotesi investigativa sulla fallita strage allo stadio Olimpico. Secondo la Direzione investigativa antimafia, nel 2016 il boss Giuseppe Graviano avrebbe confidato al compagno di detenzione, Umberto Adinolfi, un segreto: la strage, tentata e fallita il 23 gennaio 1994, gli sarebbe stata chiesta da Silvio Berlusconi. Il legale ha parlato di “incessante e calunniosa macchina del fango”, annunciando una denuncia contro la “ignobile fuga di notizie”. A dargli manforte Maurizio Gasparri, che attacca il nostro giornale: “Alcuni articoli rappresentano un penoso modo di alimentare campagne basate su teoremi inesistenti e irrispettosi della verità – ha scritto il vice presidente del Senato –. Che squalificherebbero chi le sigla, se non fosse già sommerso da una montagna di fanfaluche prodotte nel corso dei decenni”. Parole che di certo non fermano il nostro Marco Lillo, che domani tornerà sull’inchiesta fiorentina.
UCRAINA, MOSCA ACCUSA ANCHE WASHINGTON PER I DRONI CONTRO IL CREMLINO. SU KIEV “IL RAID PIÙ INTENSO DELL’ANNO”. Per Mosca, che parla attraverso il portavoce Dmitry Peskov, ci sarebbero gli Usa dietro i due droni fatti esplodere ieri sopra la cupola del Cremlino, che per i russi sono un attentato terroristico orchestrato da Kiev (appunto con l’aiuto di Washington) contro Vladimir Putin. Il ministero degli di Esteri Sergej Lavrov ha sottolineato che le “attività terroristiche e di sabotaggio delle forze armate ucraine in Russia stanno raggiungendo un livello senza precedenti”. Mentre praticamente tutti gli analisti militari occidentali ritengono molto improbabile che un drone sia potuto partire dal territorio ucraino e arrivare indisturbato sui cieli di Mosca senza essere intercettato dal sistema di difesa aereo russo, non tutti pensano si tratti di false flag, cioè di un attentato organizzato di proposito dai per giustificare un’escalation di violenza nel conflitto e alcuni puntano il dito sui dissidenti russi. Di fatto, però, l’escalation russa si è già in parte verificata: per la prima volta dopo mesi i missili sono piovuti anche su Odessa, oltre che su Kiev, senza provocare vittime civili. Secondo il capo dell’amministrazione militare della capitale ucraina “la scorsa notte Kiev ha subito l’attacco russo più intenso del 2023”. Molti razzi sono stati intercettati e neutralizzati. Sulla coda di due droni caduti su Odessa c’erano le scritte “Per Mosca” e “Per il Cremlino”, riportano le agenzie ucraine. Zelensky intanto, in visita da Mark Rutte nei Paesi Bassi (è passato anche dal Tribunale de L’Aja), ha fatto qualche accenno ai piani di contrattacco: “Crediamo nel successo della nostra controffensiva, pensiamo che ce la faremo. Ma vittoria non è la parola giusta perché anche se vinci perdi vite umane”. Sul Fatto di domani leggerete i nostri aggiornamenti.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
La Bce alza i tassi. Dopo la Fed Usa, anche la Banca centrale europea ha alzato il costo del denaro nell’area euro dello 0,25%, portandoli a 3,75%. L’aumento è più contenuto rispetto ai precedenti (di 0,5%) e lascia pensare che nei prossimi mesi l’istituto di Francoforte tenderà a rallentare la stretta sugli interessi.
Ultima generazione, attiviste seminude bloccano il traffico a Roma. Sette ragazze del movimento ambientalista si sono sedute, a petto nudo, in via del Tritone, in pieno centro della Capitale. Dopo pochi minuti di blocco, sono arrivate sul posto le Forze dell’ordine che le hanno portati via.
“Qualunque cosa faccia ridere”, le gag del “maestro” di Woody Allen. Pubblichiamo uno stralcio del volume firmato da Robert Benchley, giornalista, attore, sceneggiatore e ispiratore del grande regista.
OGGI LA NEWSLETTER GIUSTIZIA DI FATTO
Né date né modalità: l’esame da avvocato è ancora in alto mare
di Antonella Mascali
L’Associazione Italiana Giovani Avvocati (Aiga) ha chiesto chiarimenti al ministero della Giustizia e alla Commissione centrale per l’esame d’Avvocato sulle prossime prove orali dell’esame per diventare avvocato perché non solo non ci sono ancora le date, ma neppure le modalità. L’Aiga ha chiesto di “rendere immediati chiarimenti sul calendario delle seconde prove orali e sulle modalità d’esame per la sessione 2023-2024”, dopo le “numerose segnalazioni provenienti da diverse Corti d’Appello, sulla attuale situazione di incertezza sulle date di inizio della seconda prova orale”, auspicando “il rispetto delle tempistiche tipiche dell’esame d’Avvocato, con la fissazione dei pre-appelli nell’immediato e delle prove ordinarie a far data dal mese di settembre”. Il presidente Francesco Perchinunno ha chiesto di “sollecitare le commissioni territoriali a pubblicare nel più breve tempo possibile il calendario per le seconde prove, garantendo ai candidati adeguato periodo di preparazione e di organizzazione dello studio” dato che gli aspiranti avvocati non conoscono neppure quanto tempo hanno a disposizione per prepararsi.
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