ALLUVIONE IN EMILIA ROMAGNA, CIBO E ACQUA SCARSEGGIANO NEL RAVENNATE. ALLERTA ROSSA ANCHE PER DOMANI. Al quarto giorno dell’alluvione in Emilia Romagna l’emergenza non accenna a spegnersi. Il conto delle vittime sale a 14: un uomo di 84 anni è stato trovato morto nel cortile di casa a Faenza. Gli sfollati sono circa 15 mila: 8 mila persone hanno trovato rifugio in albergo e nelle strutture allestite dai comuni (scuole, palazzetti e palestre), gli altri da amici, parenti e nelle seconde case. La procura di Ravenna ha aperto un fascicolo d’inchiesta. Cibo e acqua iniziano a scarseggiare nel Ravennate, nell’area della bassa Romagna dove vivono circa 100mila persone. In molti comuni manca l’elettricità e i supermercati sono chiusi o presi d’assalto (a Cesena, due denunce per sciacallaggio). Tra i centri più colpiti c’è Sant’Agata sul Santerno (meno di 3.000 abitanti), mentre a Lugo non c’è famiglia che non sia barricata in casa. A Ravenna proseguono le evacuazioni e le scuole resteranno chiuse fino al 21 maggio. La sindaca del comune di Russi, Valentina Palli, ha ordinato ai cittadini di abbandonare le case o rifugiarsi ai piani alti, per via dell’esondazione del Canale emiliano-romagnolo (Cer). A Jesi (Ancona) un bimbo è stato tratto in salvo dal fiume Esino dopo la frana di una pista ciclabile. I numeri testimoniano il disastro: 58 allagamenti, 290 frane e 544 strade chiuse. Ma non è finita: nuove piogge sono previste per domani, confermata l’allerta rossa sull’area che va da Bologna a Rimini. Intanto, i soccorsi procedono senza sosta con le evacuazioni delle famiglie rimaste isolate: sono 1.097 i vigili del fuoco al lavoro, per lo più nella provincia di Forlì e Ravenna. Sul Fatto di domani vi racconteremo la cronaca del dramma e dei soccorsi.
ASCOLTA – Clima, che fare? Il podcast ambientalista di Luca Mercalli e Elisabetta Ambrosi
GOVERNO CONTRO GLI AMBIENTALISTI. LA RUSSA: “ANDATE A SPALARE IL FANGO”. Sulle macerie dell’Emilia Romagna, va in scena la resa dei conti contro gli “odiati” ambientalisti. Il messaggio del governo è chiaro: il disastro è tutta colpa degli ecologisti, che alle dighe e alle opere di prevenzione sanno solo dire no. Matteo Salvini ha colto l’occasione per accelerare sulla costruzione della diga di Vetto. Il presidente del Senato Ignazio La Russa si è scagliato contro gli attivisti di Ultima generazione, esortandoli a dare una mano “spalando il fango”. “Siamo già al lavoro”, la risposta di Extinction rebellion. Il ministro dell’ambiente Pichetto Fratin ha chiesto di “snellire” le procedure per non “perdere tempo prezioso”, altrimenti “ci saranno stragi anche peggiori”. Dunque occorre agire, a costo “di subire critiche di abuso di decisionismo”. Sul Fatto di domani faremo il punto sul dibattito politico e verificheremo le affermazioni di chi punta il dito sugli ambientalisti. Intanto, martedì 23 maggio si riunirà il Consiglio dei ministri per decretare lo Stato di calamità; saranno sospesi i pagamenti di mutui, tasse e tributi. Il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha chiesto la nomina di un commissario straordinario (per molti, un’autocandidatura) e la possibilità di accedere al Fondo di solidarietà europeo. Secondo la sua vice, Irene Priolo, i danni ammonterebbero a “cinque o sei miliardi”. Elly Schlein ha offerto la sponda dem per gestire l’emergenza: peccato che da vicepresidente della Regione – con la delega sul Patto per il clima – la leader del Nazareno non abbia condotto in porto la legge per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Come abbiamo scritto oggi, l’Emilia Romagna è la terza Regione più cementificata, con il 9% del suolo impermeabilizzato; nel 2021 è al terzo posto anche per incremento di consumo di suolo. Eppure la legge urbanistica del 1° gennaio 2018 avrebbe dovuto frenare nuove costruzioni. Giorgia Meloni, dal G7 giapponese di Hiroshima, ha mostrato ai leader le immagini dell’alluvione. Prima aveva incassato l’accusa del primo ministro canadese Justin Trudeau, “preoccupato” dalla posizione “che l’Italia sta assumendo in merito ai diritti Lgbt”. La premier – dimentica del divieto di registrazione dei figli di coppie omogenitoriali – si è difesa sostenendo di non essersi discostata “dalle precedenti amministrazioni”.
GUERRA IN UCRAINA, AL G7 STRETTA SULLE SANZIONI ALLA RUSSIA, COLPITO ANCHE L’EXPORT DI DIAMANTI. La guerra in Ucraina resta al centro degli incontri del G7 in Giappone. Sono state concordate nuove sanzioni per “fiaccare la macchina da guerra della Russia”. In particolare, l’obiettivo è colpire l’export di diamanti che fino a ora, assieme al mercato dei metalli, era rimasto fuori dalle restrizioni occidentali. Il Cremlino ha risposto senza scomporsi: il mercato mondiale “è fluido e ricco di destinazioni alternative” ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha concluso: “Se gli acquisti si fermano in un posto, cominciano in un altro”. Da quando è iniziata l’invasione russa in Ucraina, uno dei temi è stato l’elusione da parte di Mosca dei paletti imposti sul settore del commercio, del gas, dei rifornimenti bellici. Al G7 è stato deciso di puntare su misure che siano più efficaci e coordinate sollecitando “l’invito a terze parti a cessare immediatamente di fornire supporto materiale all’aggressione della Russia”, oltre alla prevenzione e alla risposta a terzi “che forniscono armi” alle truppe di Mosca. Più sforzi saranno profusi per evitare l’accesso della Federazione russa al sistema finanziario internazionale, bloccando la fuga di greggio e prodotti petroliferi raffinati, tracciandone la loro origine. La Turchia però si dissocia dalla politica di sanzioni occidentali, mentre il presidente ucraino Zelensky è intervenuto al summit della Lega Araba a Gedda, in Arabia Saudita, chiedendo un supporto alla propria proposta di pace per concludere il conflitto. Sul Fatto di Domani il resoconto del meeting fra i “sette grandi” in Giappone
F-16 A KIEV, BIDEN: ADDESTREREMO I PILOTI, PROBABILMENTE IN EUROPA. Resta d’attualità il tema della richiesta da parte di Kiev di jet da combattimento F-16. Sul Fatto di Domani le decisioni altalenanti degli Stati Uniti. Il presidente Usa Joe Biden ha informato oggi i leader del G7 che gli Usa sosterranno uno sforzo congiunto con alleati e partner per addestrare i piloti ucraini su aerei da combattimento, compresi gli F-16. Lo ha confermato un funzionario alla Cnn, precisando che la formazione non dovrebbe svolgersi negli Stati Uniti e probabilmente avverrà in Europa. Washington ha dichiarato che non si opporrà se gli alleati vorranno fornire gli aerei, anche se non ci sono ancora richieste formali da parte di alcun Paese di esportare F-16. La questione è complessa. Solo un giorno prima il New York Times aveva scritto che l’amministrazione Biden, che deve approvare qualsiasi trasferimento degli aerei di fabbricazione americana, non era convinta che l’Ucraina avesse a disposizione quel tipo di jet. In Europa al momento solo l’Olanda – sollecitata da Londra – si è detta disponibile a dare i caccia, mentre Gran Bretagna, Francia, Belgio hanno dichiarato che possono addestrare i piloti, ma non hanno F-16 da esportare. La Polonia ha ribadito che proseguirà a dare Mig-29 all’Ucraina, dunque un sistema di attacco su base russa rispetto all’F-16 che per anni è stato il jet di punta degli Stati Uniti e dei suoi alleati, per poi essere sostituito dagli F-35.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Berlusconi dimesso dal San Raffaele. Dopo 45 giorni di ricovero, il leader di Forza Italia ha lasciato questa mattina il nosocomio milanese, accompagnato da Marta Fascina. Sul giornale di domani vedremo se e come cambieranno gli assetti interni al partito con il ritorno dell’ex Cavaliere.
Caso Assange, intervista al direttore di Wikileaks. Stefania Maurizi dialogherà con Kristinn Hrafnsson. Su ioscelgo.org firmate la nostra petizione per la liberazione di Julian Assange. Su FQ Extra, ascolta il podcast “La rivoluzione di WikiLeaks”
Occupazione al liceo Michelangiolo, la preside denuncia tre studenti. Lo scorso dicembre circa 600 ragazzi avevano occupato l’istituto fiorentino. In questi giorni sono arrivati gli avvisi di garanzia e di convocazione da parte della polizia giudiziaria a tre di loro. Secondo la ricostruzione del collettivo studentesco, sarebbe stata la preside a denunciare coloro “che avevano intrapreso una trattativa/colloquio con lei”.
Che c’è di Bello. Il ritorno di Indiana Jones e Riccardo III a teatro, ma non solo: gli appuntamenti culturali nel nostro inserto del sabato.
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Default o meno, Biden resta sotto pressione (tra Dem e Paesi alleati)
di Antonella Ciancio
Tenendo le dita incrociate, l’America e il resto del mondo sperano che il presidente democratico Joe Biden e i Repubblicani al Congresso trovino un’intesa che eviti il primo default della storia americana. Se ciò non fosse sarebbe una catastrofe economica e finanziaria di portata mondiale.
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