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POLTRONISSIMA RAI: ANNUNZIATA LASCIA. CHI SONO I NUOVI VOLTI. Astensione dei 5 Stelle e voto contrario dei consiglieri in quota Pd. Ma non è servito a molto, il Cda della Rai ha detto sì alla nuova infornata di nomine. E nel giorno in cui anche Lucia Annunziata ha dato le dimissioni (sul giornale di domani vedremo cosa bolle in pentola). Il pacchetto proposto dal nuovo Ad, Roberto Sergio, è passato senza problemi: oltre al rinnovo dei cda delle società controllate, Gian Marco Chiocci sarà il nuovo direttore del Tg1; al Tg2 va Antonio Preziosi, che lascia Rai Parlamento, dove si insedia Giuseppe Carboni; a guidare il Giornale Radio e Radio1 arriva Francesco Pionati, mentre Jacopo Volpi diventa direttore di Rai Sport e del relativo genere. Per i generi Stefano Coletta lascia l’Intrattenimento Prime Time a Marcello Ciannamea e ne prende il posto alla Distribuzione. Angelo Mellone dirigerà l’Intrattenimento Day Time, Paolo Corsini l’Approfondimento; Adriano De Maio guiderà Cinema e serie Tv, Maurizio Imbriale dirigerà Contenuti Digitali. Per i canali radio, a capo di Radio 2 va Simona Sala e Marco Lanzarone assume la responsabilità della nuova direzione Radio digitali specializzate e podcast. Infine, Monica Maggioni si insedia alla Direzione Editoriale per l’Offerta informativa. Sul Fatto di domani leggerete un ritratto di Tommaso Rodano su Chiocci, un uomo di potere, legato alla discussa commissione Telekom Serbia, un esempio del depistaggio in stile berlusconiano di quegli anni. Il nuovo direttore del Tg1 firmò l’inchiesta sulla casa a Montecarlo di Gianfranco Fini che segnò la fine politica del leader di Alleanza Nazionale.
DA RAI A YOUTUBE. TUTTI CONTRO IL REFERENDUM ANTI-ARMI A KIEV. La Rai attuale, intanto, è oggetto di polemiche da parte dei pacifisti. Il giurista Ugo Mattei, promotore con la sua associazione Generazioni Future del referendum per fermare l’invio di armi a Kiev (e abolire i finanziamenti alla sanità privata), oggi ha diffidato viale Mazzini perché non ha dato notizia dell’iniziativa: “Nonostante alcuni tra i principali quotidiani nazionali e tra i parlamentari italiani abbiano dato voce all’iniziativa, spicca in tutta la sua gravità il silenzio da parte Vostra”. Il Fatto è tra i giornali che hanno dato visibilità ai quesiti. Sul giornale di domani vedremo la Rai non è l’unica accusata di censura, però. Youtube, di proprietà di Google, ha rimosso un documentario diretto da Michelangelo Severgnini sul referendum pubblicato dal canale del sito l’Antidiplomatico. Leggerete anche dell’appello della Rete pace disarmo ai parlamentari europei per bloccare, nel voto del prossimo 31 maggio, la proposta della commissione di permettere agli Stati di usare una parte dei fondi del Pnrr per finanziare la produzione di munizioni per Kiev. “Non bisogna ripetere gli errori commessi sugli altri fondi legati all’industria militare, per i quali il Parlamento europeo ha rinunciato nella pratica alle proprie prerogative di controllo in piena trasparenza”, recita il comunicato della Rete.
EMILIA, MELONI E VDL SORVOLANO LE TERRE ALLUVIONATE. Ursula von der Leyen è atterrata oggi pomeriggio (poco prima delle 16) all’aeroporto di Bologna per visitare l’Emilia-Romagna post-alluvione. Ad accompagnarla la premier Giorgia Meloni e il presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini, che si è poi incaricato di portare l’ospite in elicottero verso Cesena e Forlì. Per Meloni invece c’è stato un rapido ritorno a Roma per presenziare al Consiglio dei ministri convocato alle 18. Nella conferenza stampa congiunta von der Leyen si è detta colpita dalla devastazione e dalla solidarietà degli italiani, poi ha garantito che l’Ue non si sottrarrà nel sostegno: “Gli aiuti arriveranno”. Meloni ha chiesto un “un occhio di riguardo su questa Regione” per l’erogazione non solo del fondo di solidarietà, ma anche quelli della coesione europea e dell’agricoltura. “Noi nelle prossime settimane, fatta la stima complessiva dei danni dell’alluvione faremo la richiesta dell’attivazione del fondo di solidarietà, cui purtroppo l’Italia ha già dovuto accedere altre volte”, ha detto la premier. Nel comparto politico, resta aperto il tema del commissario, mentre si moltiplicano le prese di posizione dei governatori, anche del centrodestra, a favore della nomina di Bonaccini. Ma a una domanda sul tema la presidente del Consiglio ha replicato secca che il tema è prematuro: “Ci sono ancora i funerali delle persone. Il mio problema adesso non è chi spenderà i soldi, ma trovarli”. Sul Fatto di domani leggerete il punto di vista del comitato No passante di Bologna, che da anni si batte contro il consumo di suolo nel territorio.
GLI 007 DI KIEV: “PUTIN E PRIGOZHIN I NOSTRI PRIMI OBIETTIVI”. IL NYT: “L’UCRAINA DIETRO IL DRONE SUL CREMLINO”. C’è stato oggi un nuovo scambio di prigionieri a Bakhmut, un centinaio di soldati. La città ormai in mano Russa (anche se Kiev sostiene di controllare ancora “un punto d’appoggio” nella periferia sud-occidentale), i paramilitari di Wagner stanno lasciando le loro posizioni nella periferia alle truppe regolari dell’esercito di Mosca. La notizia viene dagli stessi protagonisti del fronte ed è stata confermata anche dal ministero della Difesa ucraino. Il ritiro, da una città devastata da un anno di combattimenti, non è senza polemica: il capo di Wagner ha detto che una nuova “rivoluzione potrebbe scuotere la Russia se continuerà a balbettare in Ucraina”. Da Kiev arriva anche la notizia che proprio Prigozhin e Vladimir Putin sono nel mirino dell’intelligence ucraina. Il primo della listaè il presidente russo, ha rivelato oggi il vice capo dell’intelligence di Kiev, Vadym Skibitsky. Poi la precisazione: Putin è l’obiettivo numero 1, sì, ma l’obbiettivo sarebbe processarlo all’Aja, al tribunale dei diritti umani. Il Cremlino replica che i servizi russi “conoscono il loro lavoro e sanno quello che fanno”, mentre Prigozhin non si è mostrato stupito del rischio. Sul Fatto di domani leggerete in esclusiva un nostro reportage da Bakhmut, con il racconto del cambio della guardia tra le forze russe e della situazione dei combattimenti. Sempre oggi il New York Times secondo cui ci sarebbe proprio l’intelligence ucraina dietro l’attacco con droni al Cremlino del 3 maggio scorso, nonostante la smentita del presidente Volodymyr Zelensky. Lo scoop si basa su intercettazioni di comunicazioni di funzionari ucraini di quei giorni.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Ita-Lufthansa, c’è l’accordo ufficiale. Il ministero dell’Economia e l’ad della compagnia aerea tedesca hanno chiuso l’accordo per l’acquisto di una quota di minoranza di Ita, pari al 41%. La compagnia avrà 94 aerei e 5.500 dipendenti entro il 2027. “È una soluzione vantaggiosa per tutti”, ha detto il Ceo di Deutsche Lufthansa Carsten Sphor, dopo l’incontrato al Mef il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Caro affitti, studenti in tenda a Udine. Si sono accampati con tende e cartelli davanti alla Casa dello Studente di Udine, chiusa dal 2017 tranne un’aula studio, per chiedere alle istituzioni di attivare un tavolo di confronto tra università, Regione e Comune, che dia risposte i al “bisogno urgente di alloggi pubblici”.
Muore a 25 anni il primo giorno di lavoro. Un 25enne è morto oggi all’ospedale Niguarda per le ferite riportate stamani in un infortunio avvenuto alla Crocolux, un’azienda che si occupa della produzione di accessori in pelle a Trezzano sul Naviglio (Milano). L’operaio era al suo primo giorno di lavoro ed è rimasto schiacciato sotto un pesante macchinario. La Procura indaga.
Intercettazioni, Nordio spiega la schiforma. Il governo intende “procedere in due momenti: il primo a termine molto vicino con un ddl che riguardi essenzialmente la tutela dei terzi e della privacy. In un tempo successivo faremo una radicale revisione del sistema delle intercettazioni che tuteli anche la correttezza delle indagini e combatta la strumentalizzazione che viene fatta con la diffusione pilotata” di intercettazioni “che dovrebbero rimanere segrete”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante il question time.
A Cannes il sol dell’avvenire splende per Moretti. 13 minuti di applausi in sala alla premiere dell’ultimo film del regista italiano, in concorso per la Palma d’oro.
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Giudici onorari, il Tar condanna il ministero: sono lavoratori dipendenti
di Antonella Mascali
Dopo la procedura di infrazione della Commissione Europea e la sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue sul trattamento dei giudici di pace, c’è stata la prima condanna emessa da un Tar contro il ministero della Giustizia. I giudici onorari hanno esultato per una sentenza del Tar dell’Emilia Romagna che riconosce loro i diritti di ogni lavoratore contrattualizzato. La sentenza è stata emessa su ricorso di una magistrata onoraria che ha svolto ininterrottamente la funzione di giudice di pace per 20 anni. Ha concluso nel 2019 la sua carriera per limite di età (68 anni).
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