Negli ultimi sei anni hanno respinto ogni nostro tentativo di fare luce sulla distruzione di documenti chiave del caso Julian Assange. Un muro di gomma. Ma ora le autorità inglesi del Crown Prosecution Service (CPS) dovranno dichiarare, entro il 23 giugno, se possiedono informazioni su perché, come e quando la documentazione è stata distrutta e se le possiedono, dovranno fornircele o comunicarci in base a quali leggi ci vengono negate. L’ordine è stato emesso dal giudice O’Connor del First-tier Tribunal di Londra, a cui abbiamo fatto appello, rappresentati dall’avvocata specialista di Foia (Freedom of Information Act), Estelle Dehon, dello studio legale londinese Cornerstone Barristers.
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Fin dal 2015 ci battiamo nel Regno Unito, Stati Uniti, Svezia, Australia per accedere a tutti i documenti del caso Assange e WikiLeaks: quattro governi ce li negano. Ma le poche centinaia di pagine da noi ottenute finora, hanno permesso di rivelare informazioni molto importanti, tipo il ruolo del CPS nel contribuire a creare la paralisi legale e diplomatica che ha tenuto Assange detenuto arbitrariamente per quasi un decennio, a causa del fatto che i magistrati svedesi rifiutavano di andare a interrogarlo a Londra, in merito alle accuse di stupro in Svezia. Il caso svedese è ormai chiuso – senza che il fondatore di WikiLeaks sia mai stato rinviato a giudizio – ma il Crown Prosecution Service rimane l’autorità pubblica inglese con un ruolo cruciale, visto che, nell’attuale richiesta di estradizione degli Stati Uniti, le autorità Usa agiscono proprio attraverso il CPS. Con la sua sentenza, il giudice O’Connor ha aperto la prima crepa nel muro di gomma. Ma il giudice ci ha anche negato l’accesso alla corrispondenza tra le autorità inglesi e quelle americane, svedesi ed ecuadoriane sul caso, che cerchiamo di ottenere fin dal 2015. Il parlamentare inglese del Labour, John McDonnell (nella foto affianco), che si è attivato dopo la nostra scoperta della distruzione dei documenti, dichiara al nostro giornale: “È ormai chiaro che dobbiamo fare un’inchiesta indipendente sul ruolo del CPS nel caso Julian Assange”.