“Stava pensando di abortire in quanto era incinta di Alessandro. Decidevo quindi di aiutare Giulia nel suo intento ma, avendo superato il novantaseiesimo giorno di gravidanza, non le era possibile abortire”. Dai verbali di Chiara Tramontano abbiamo appreso oggi che la sorella Giulia, massacrata dal suo compagno Alessandro Impagnatiello, a gennaio aveva pensato di interrompere la gravidanza, ma la legislazione italiana sull’Ivg glielo avrebbe impedito. Il termine per effettuare un aborto farmacologico è di 9 settimane, 12 settimane e 6 giorni per quello chirurgico. Ma non è questo il punto. Il punto è che, nel primo Tg1 dell’era Chiocci, è proprio vietato parlarne. E infatti la giornalista Maria D’Elia, che ha firmato il servizio nell’edizione delle 13,30, alla lettura attenta del verbale – pur mostrato ai telespettatori – preferisce una libera interpretazione: “Inizialmente aveva anche pensato di abortire, scacciando subito quel pensiero”. Altro che termine scaduto: la cronista, evidentemente illuminata dal nuovo corso Pro-Vita, attribuisce a Giulia un diverso volere. Non sia mai, al tempo della ministra Roccella, pensare di raccontare ai telespettatori del principale telegiornale di Stato che l’aborto resta sempre un’opzione per le donne: dovessimo ricordarci che siamo ancora libere.
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