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NEL NOME DI SILVIO IL PARLAMENTO NON VOTA, MA IL GOVERNO ACCELERA SULLA RIFORMA “SALVA LADRI”. Camera e Senato non voteranno fino a martedì, giorno in cui a Palazzo Madama, come stabilito oggi da Ignazio La Russa, il Senato si riunirà per tenere la sua commemorazione di Berlusconi. La tv di Palazzo Madama ha trasmesso per ore sul suo canale i discorsi di B. in Aula. Tutte le votazioni slittano alla settimana prossima. A Milano domani sono attese 20 mila persone per i funerali di Stato di B., ma il Duomo non potrà ospitarne più di 2000. Dall’opposizione, non ci sarà Giuseppe Conte, annunciati come presenti invece Elly Schlein, Matteo Renzi e Carlo Calenda. Più discreto oggi l’afflusso alla camera ardente di Villa San Martino, ad Arcore. Fuori un drappello di cronisti e pasdaran avvolti nelle bandiere di FI. Giorgia Meloni è arrivata in serata. Unica voce fuori dal coro silente, soprattutto nel Pd, è quella di Rosy Bindi, che ha definito una scelta inopportuna il lutto nazionale. Che peraltro è un’eccezione rispetto ultimi 30 anni, come vedremo sul Fatto di domani. Mentre il Parlamento si ferma Palazzo Chigi continua a lavorare. In entrambi i casi, lo scopo è omaggiare Berlusconi. Giovedì infatti si riunisce il Consiglio dei ministri, all’ordine del giorno c’è il disegno di legge sulla riforma della Giustizia preparato dal Guardasigilli Carlo Nordio. Nel nome di Silvio Berlusconi, s’intende, che ha lottato una vita contro le “toghe rosse”. “Spero di dedicare a lui il compimento della sua idea di garantismo”, ha auspicato l’ex avvocato e viceministro Paolo Sisto. La riforma porterà ad una stretta su intercettazioni e custodia cautelare, renderà più difficile perseguire l’abuso d’ufficio e il traffico d’influenze. Ma è solo il primo passo: in autunno la maggioranza potrebbe accelerare sulle modifiche della Carta, sempre nel nome di Silvio. “Voglio dedicare a lui la riforma costituzionale a cui sto lavorando”, ha detto la ministra Casellati.
FORZA ITALIA, RISCHIO FUGHE E RESA DEI CONTI IN ARRIVO: LE GRANDI MANOVRE DI FASCINA, RONZULLI E TAJANI. Mentre ad Arcore famigliari e amici intimi si stringono attorno al feretro, Forza Italia riunisce il Comitato di presidenza dando il via alla resa dei conti nel partito. Da una parte l’ala guidata da Licia Ronzulli (capogruppo al Senato) che strizza l’occhio alla Lega di Salvini per arginare lo strapotere di Meloni. Dall’altro lato della barricata si muove la corrente governista capeggiata dal vicepremier Antonio Tajani, alleata con Palazzo Chigi. Poi c’è la “quasi moglie” Marta Fascina, ansiosa di mettere le mani sulle spoglie del partito per puntellare il governo escludendo Ronzulli e i suoi fedelissimi. Infatti ha già tentato il blitz, nelle settimane scorse, per rimuovere i commissari azzurri provinciali e regionali vicini alla presidente dei Senatori. Fascina li avrebbe sostituiti con 3 coordinatori per macro-regioni, uomini di sua fiducia come Alessandro Sorte al Nord, Francesco Battilocchio al Centro e Tullio Ferrante al Sud. Lo stop arrivò da Tajani per non far deflagrare il partito. Oggi, sul tavolo del Comitato di presidenza, oltre al bilancio del 2022 è tornato il fascicolo dei commissariamenti provinciali e regionali. Non tutti ne sono lieti, come i dissidenti vicini a Ronzulli, pronti alla fuga per abbracciare il vessillo del Carroccio. Qualcun altro invece potrebbe guardare al centro e abbracciare Matteo Renzi, oppure traslocare in Fratelli d’Italia. La premier, almeno fino alle europee dell’anno prossimo, ha bisogno di Forza Italia come stampella centrista del suo governo. Sul Fatto di domani vi racconteremo le grandi manovre all’ombra del feretro di Berlusconi.
IL BISCIONE DIVENTERÀ FRANCESE? UN FARO SULLA VENDITA DI MEDIASET. L’altra metà dell’eredità di Berlusconi sono le aziende. Tutti gli occhi sono puntati su Mediaset, il gruppo tv che ha fatto la fortuna (anche politica) di B. ma che negli ultimi tempi si era ridotta a un nano sul mercato europeo, soprattutto dopo l’arrivo dei colossi delle piattaforme di streaming. I mercati non aspetteranno i 7 giorni di lutto per muoversi, e infatti il titolo Mfe (Media for europe, che ingloba Mediaset Italia, Spagna e le altre attività) anche oggi ha guadagnato il 13,39% sul titolo Mfe A e il 7% sul titolo B, più rappresentativo. È un segnale che gli operatori credono che la strada sia la vendita del gioiello di famiglia: forse a Vivendi del Caimano francese Vincent Bolloré, forse a Urbano Cairo come si era ventilato in passato. Sul Fatto di domani approfondiremo le ipotesi sulla vendita di Mediaset. Intanto si aprono scenari di cessione anche per il Monza. Secondo il Corriere dello sport, B. avrebbe già definito negli scorsi mesi la cessione del club biancorosso, che ha acquisito nel 2018 dopo aver venduto il suo Milan l’anno prima. L’acquirente sarebbe Evangelos Marinakis, armatore greco proprietario di una delle flotte mercantili più grandi al mondo, oltre che di radio, tv e giornali e di due squadre di calcio: l’Olympiacos greco e del Nottingham Forest britannico.
B. E I COCCODRILLI ALLA BAVA: LA BEATIFICAZIONE IN PRIMA PAGINA. Che siamo un Paese dalla memoria corta, lo sapevamo; per capire che siamo anche un Paese che glorifica i pregiudicati, è bastato leggere i giornali (italiani) di oggi. Altro che cani da guardia del potere. Qualche titolo: “L’Italia senza Berlusconi” (Corriere della Sera); “Il Cav. come argine all’estremismo. Così Berlusconi è riuscito in un miracolo politico: fai coincidere la sua libertà con quella dell’Italia”, il sapido editoriale di Claudio Cerasa sul Foglio; “Ciao, Cavaliere” (la Stampa); “Il sogno italiano” (Il Messaggero). Oltre ai più ovvi “L’ultimo cavaliere” (Il Giornale), “Morto Silvio. Non se ne farà un altro” (Libero, listato a lutto). Ma è nelle pagine interne che si percepisce la schiena dritta del mondo editoriale. Il quotidiano di via Solferino, che con Antonio Polito ci ricorda come B. “abbia lavorato fino alla fine”, intervista il proprio padrone: “Lo incontrai a 24 anni. Fu una specie di magia” – spiega Urbano Cairo –. Era come quei vecchi maestri cinesi, che ti consentivano di guardare quello che facevano. Andare da lui era una specie di festa”. Lo stesso Cairo omaggia il cavaliere con tre necrologi (a proposito, sul Corsera ci sono tre pagine di necrologi, dalla prima moglie agli amici, dagli imprenditori agli editori, dagli artisti alle soubrette. Ed è solo la prima puntata). Repubblica cerca l’erede, che però non è Renzi: “Non sono io il royal baby”, ci fa sapere l’ex premier, che ricorda la volta in cui Verdini gli rivelò l’amore del capo: “Fu la prima di una serie di avances, tutte respinte”. Al di là della stampa internazionale, che ha usato toni un po’ diversi, sul Fatto di domani vedremo pure cosa pensava di Berlusconi un giornalista della levatura di Indro Montanelli.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Ucraina, arrivano le munizioni all’uranio impoverito. l’amministrazione Biden secondo il Wall Street Journal potrebbe fornire a Kiev munizioni all’uranio impoverito come equipaggiamento dei carri armati Abrams. Si tratta di proiettili per i tank di cui sono dotati anche i russi che suscitano preoccupazioni per gli effetti sulla salute e sull’ambiente. Mosca rivendica la cattura di blindati Usa e tedeschi e al Cremlino il presidente Putin critica alcuni suoi alti ufficiali: sono inefficienti. Pace, il cardinale Zuppi conferma: la missione va avanti, si studia una tappa a Mosca. Sul Fatto di domani anche una analisi sulla controffensiva ucraina del generale Fabio Mini, ex responsabile della missione Nato in Kosovo nel 2002
Stati Uniti, Trump davanti al tribunale federale di Miami. Sono 37 i capi d’accusa verso l’ex presidente, ritenuto responsabile di aver sottratto documenti segreti e aver ostacolato gli sforzi del Dipartimento di Giustizia per recuperarli. The Donald ha chiesto ai suoi sostenitori di presentarsi in massa davanti al tribunale. Niente manette né foto segnaletiche per Trump dopo che sarà formalizzata l’incriminazione.
Firenze, bimba scomparsa: una segnalazione da Bologna. Mia Kataleya Alvarez, 5 anni, sparita il 10 giugno: sarebbe stata vista su un pullman con una donna. La madre di Mia ha ingerito una dose di candeggina, ma non è in pericolo di vita. I magistrati hanno fatto un sopralluogo in via Maragliano, nell’ex hotel Astor, dove la bambina viveva. Si indaga per sequestro a scopo di estorsione.
Mala del Brenta, torna in libertà Felice Maniero. Il capo dell’organizzazione criminale del Nord Est. Dopo 11 anni dietro le sbarre, Maniero era stato riarrestato nel 2019 per violenze sulla sua compagna, che ora teme la vendetta.
Inghilterra, a Nottingham tre morti e tre feriti. La polizia ha arrestato un trentenne e i reparti anti-terrorismo sono attivi ma restano cauti sul movente. L’attacco è stato portato a colpi di coltello e con un furgone che ha travolto le vittime.
Addio a Flavia Franzoni, moglie di Prodi. Ancora un lutto nel mondo della politica italiana, si è spenta Flavia Franzoni, moglie dell’ex presidente del consiglio Romano Prodi.
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Cartellino rosso alla Fifa per le emissioni del Mondiale del Qatar
di Riccardo Antoniucci
L’ultimo caso di greenwashing nel calcio riguarda il Mondiale del Qatar e tocca la Fifa. La Swiss Fairness Commission, l’autorità di regolamentazione della pubblicità e della comunicazione elvetica, ha dato ragione agli ambientalisti e ordinato alla Fifa di “astenersi dal sostenere che la Coppa del Mondo di calcio del 2022 in Qatar abbia raggiunto la neutralità dal punto di vista delle emissioni di CO2”. Per gli attivisti è un risultato “storico”, che “manda un messaggio forte a tutte le aziende che vogliono fare greenwashing”.
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