Giura di non rimpiangere la scelta di non andare al funerale di Silvio Berlusconi. E ora è concentrato sulla manifestazione del M5S a Roma di domani su diritti e lavoro, un corteo che si radunerà dalle 14 in piazza della Repubblica. “Un appuntamento aperto a tutte le associazioni e forze politiche”, precisa Giuseppe Conte, che sulla presenza di Elly Schlein non si sbilancia: “Ci siamo sentiti in questi giorni: la nostra non è una piazza chiusa, ma inclusiva rispetto al contributo di tutti”.
Schlein è andata al funerale di Berlusconi, lei no. Non è andato perché gliel’hanno imposto i suoi?
Non sono andato per rispetto sia nei confronti dei suoi cari e di tutti coloro che l’hanno amato e sostenuto, sia nei confronti dei principi e dei valori della nostra comunità politica. Ma trovo davvero surreale questo clima di canonizzazione di Berlusconi, tra iniziative celebrative del governo, programmazione tv a reti unificate e sospensione delle attività in varie istituzioni, comprese le aule parlamentari. Credo che questo sia un termometro di come abbia inciso in profondità il conflitto di interessi di cui Berlusconi è stato intrinsecamente portatore, con attività e interessi che si sono sovrapposti nei più diversi campi, dalla politica all’economia.
Come si affronta questo nodo?
Bisogna porre mano al conflitto di interessi, votando una nuova normativa: noi abbiamo presentato una proposta di legge. Speriamo che quei settori delle forze di maggioranza, e non solo, che sin qui si sono mostrati riluttanti, ora possano finalmente confrontarsi con buon senso, in modo laico, su questo tema.
Quando è stata l’ultima volta che ha parlato col fondatore di FI?
L’ho sentito poche volte al telefono. Nel 2018 l’ho incontrato di persona durante le consultazioni istituzionali per il mio primo governo. Lo ricevetti con la delegazione di Forza Italia: fu molto cortese, ma sperimentai subito la difficoltà di inserirsi in una conversazione quando lui parlava. L’ultima volta che l’ho sentito al telefono è stato subito dopo l’invasione russa, quando feci il giro di tutti i leader di partito per valutare una posizione comune.
I voti di FI andranno a Giorgia Meloni? Magari anche lei vuole prenderli, spostando il M5S al centro…
Non ho alcuna intenzione di partecipare a questa corsa anche poco dignitosa, che si è scatenata tra i tanti che aspirano a mettere le mani sull’eredità elettorale di Berlusconi, e che semmai oggi piangono lacrime interessate.
D’Alema ha detto al Corsera che sui magistrati B. aveva “quasi ragione”.
Rispettare l’indipendenza della magistratura è un pilastro del nostro sistema democratico. Anche i magistrati possono sbagliare, ma il nostro ordinamento processuale è tra i più avanzati al mondo in termini di garanzie. Nel caso di errore, si può porre rimedio.
Il governo ha varato la riforma della giustizia, che contiene anche l’abolizione dell’abuso di ufficio.
Mi sembra davvero inopportuno approfittare dell’onda emotiva per la morte di Berlusconi e di questo clima celebrativo, presentando questo provvedimento come un omaggio alla sua memoria. Fui io nel 2020, da premier, a circoscrivere l’applicazione di questo reato: era più che sufficiente. Ora invece stiamo facendo passi indietro su tutto il fronte del contrasto alla corruzione.
Al Pd l’abolizione del reato non piace, ma a molti sindaci dem sì…
Credo che la posizione di molti sindaci nasca da un difetto di aggiornamento. Nel 2020, lo ribadisco, volli una forte restrizione della portata della norma. Il reato non può più applicarsi all’attività discrezionale della Pa, ma solo all’ipotesi di una specifica violazione di una norma di legge, mirata a provocare intenzionalmente un ingiusto vantaggio. Una delimitazione che ci ha consentito sin qui di essere in linea con gli accordi internazionali.
Perché la piazza? Per dimostrare che sapete ancora radunare gente a differenza di altri partiti, Pd compreso?
Vogliamo chiamare a raccolta varie fasce della popolazione e dare un messaggio politico al governo, che è completamente sordo rispetto alla sofferenza di tanti cittadini per il rincaro della vita, dei mutui e degli affitti. Vogliamo dare voce a queste persone e offrire loro un orizzonte di dignità e speranza. Devono sentirsi protagoniste, in linea con una visione della politica riassunta nell’articolo 3 della Costituzione, che contempla il diritto di tutti a partecipare alla vita politica, sociale ed economica del Paese.
Ma non sa se Schlein ci sarà…
La piazza è aperta. Ci saranno tante associazioni: Arci, Acli, Libera, il Forum disuguaglianze e diversità, la Rete dei numeri pari, e ancora altre, in rappresentanza della società civile. Con le altre opposizioni confidiamo di intensificare il dialogo in Parlamento: auspico che le interlocuzioni degli ultimi giorni portino a una convergenza sul salario minimo legale e a un testo condiviso.
In piazza parlerete anche di armi. E su quello con il Pd non c’è convergenza.
Direi di no: lo dicono le ultime votazioni nell’Europarlamento e in quello italiano. Parleremo di certo anche di guerra, perché la precarietà è collegata anche all’incertezza sul futuro, visto che non c’è alcuna volontà di portare avanti un percorso negoziale per porre fine alla guerra in Ucraina.
Perché ha detto che non è possibile un’alleanza organica col Pd? È già competizione per le Europee?
Non ho detto nulla di nuovo: un’alleanza organica non è mai stata all’ordine del giorno. Trovo invece naturale il dialogo con il Pd.
Dopo la batosta alle Amministrative, Schlein ha riaperto al campo largo, ossia anche a Renzi e Calenda.
Non saprei a cosa è dovuto questo cambio di rotta. Mi permetto di ricordarle che questa formula l’aveva già adoperata Enrico Letta, con scarso successo. Le sconfitte elettorali possono essere utili se fanno maturare un progetto: se invece spingono a fare passi indietro, possono essere esiziali.