Le rughe del cuore

Sopravvivere ai 40, ai doveri e a quel principe azzurro alla pompa di benzina

Piccoli "sì" senza importanza - Arrivate alla fatidica età, le donne si sentono obbligate a rispondere alla società, che chiede loro di metter su famiglia e (soprattutto) fare dei figli. Ma se il sogno del “per sempre” si materializzasse a un distributore? Spoiler: non credeteci

Di Amalia Caratozzolo
21 Giugno 2023

E i quaranta sono arrivati! Tutto sommato pensavo che la sensazione fosse terribile e invece mi sento piuttosto bene. A parte il fatto che credo di avere quindici anni da quarant’ anni e non so perché ma ho come la sensazione che la situazione resterà la medesima anche per gli anni a venire. Ma sì, ho compiuto quindici anni… non quaranta, quelle candeline con quel QUATTRO ZERO che mi guarda minaccioso, devono essere senz’altro un errore del pasticcere.

L’atmosfera certo non aiuta, visto che sono nata a settembre… il mese della nostalgia e dei buoni propositi della stagione estiva del tipo “A settembre mi iscriverò in palestra, smetterò di fumare e inizierò a essere una persona salutista: andrò in giro con il Gatorade in borsa invece del tabacco, e sono certa che quando questo accadrà, chiuderò definitivamente con i casi umani e incontrerò l’uomo della mia vita”!

Settembre è il mese dei buoni propositi che il più delle volte non si realizzano mai. È il mese della resa dei conti, il vero Capodanno.

Incoraggiata dalla malinconica aria settembrina, inizio a deprimermi un po’ pensando a quanto pesi su una donna la questione e pressione sociale degli ANTA. Sembra quasi che, una volta arrivati i quarant’anni, tu debba necessariamente aver compiuto una serie di azioni, e aver raggiunto dei precisi obiettivi come quello di avere una famiglia e dei figli. Come se alla fine dei giochi, tutto debba assolutamente andare in quella direzione, e se malauguratamente così non dovesse essere, ovviamente inizierai a sentirti strana e decisamente fuori posto. In effetti, ora che ci penso, quasi tutte le coetanee di mia conoscenza sono sposate e con pargoli al seguito.

Ma se i nostri desideri e bisogni più profondi fossero altri? Noi donne ce la poniamo mai questa domanda?! O siamo sempre troppe impegnate a soddisfare i bisogni egli altri? Del maschio/bambino di turno che abbiamo deciso di accollarci perché noi per natura siamo più intelligenti, comprensive, accoglienti… Insomma noi donne abbiamo l’istinto materno, siamo costrette alla comprensione e al perdono. Non so voi ma io mi sono davvero stufata di ricevere scuse, e perdonare, ricevere scuse e perdonare, in una malefica coazione a ripetere. Personalmente, aspetto qualcuno che non abbia bisogno di farmi delle scuse, ad esempio perché non mi ha messo le corna una ventina di volte e non mi ha sparato una bugia dietro l’altra con modalità ossessiva compulsiva, rasentando la mitomania.

Ci chiediamo mai…

E se per noi non fosse quello il momento giusto? Se il momento opportuno non fosse ancora arrivato? Ognuno di noi è diverso dall’altro, e la diversità è qualcosa di prezioso. È mai possibile che tantissime donne quarantenni, provino la medesima sensazione di inadeguatezza nel sentirsi in ritardo con i tempi, colpevoli di non avere ancora una famiglia e dei figli?

Secondo voi è plausibile che persone diverse, con storie differenti, in città svariate del mondo, arrivate alla soglia dei quaranta, abbiano tutte lo stesso identico bisogno? Io penso che non sia realistico, piuttosto credo che ci sia una grandissima responsabilità sociale e culturale, anche quando si tratta di persone che hanno lavorato a lungo su sé stesse e che ce l’hanno messa tutta per non sentirsi ingabbiate e imbrigliate nella pressione di cui sopra. Io, per esempio, al momento resto sempre Monica Vitti in La ragazza con la pistola, ancora in attesa del finale e della vera emancipazione femminile, che sono certa, arriverà.

Ma adesso ho appena finito di festeggiare i miei quarant’anni e voglio essere positiva: prima o poi incontrerò l’amore della mia vita! Un uomo su cui addossare tutte le mie aspettative e illusioni, che saranno puntualmente disilluse. Un uomo con cui coronerò il mio sogno più grande, che verrà brutalmente infranto pochi anni dopo.

Passarono alcuni giorni e fui incredibilmente costretta a ricredermi: “Forse settembre non è soltanto il mese della malinconia, piuttosto credo abbia qualcosa di magico”! O magari è proprio perché non avevo alcuna aspettativa verso i miei quarant’anni appena compiuti, che la vita decise di stupirmi. Sì, dev’essere per forza per questa ragione! Perché altrimenti non saprei spiegarmi come mai quel giorno, mentre facevo benzina al solito distributore, incontrai un uomo bellissimo che iniziò a parlarmi con una scusa banale.

Io, commossa di fronte a cotanta bellezza e testosterone, e profondamente toccata dal fatto che avesse preso una minima iniziativa, in meno di cinque minuti ero già cotta a puntino, pronta a pronunciare il fatidico “Si, lo voglio”. Quanta inconsapevolezza e masochismo in poche semplici parole…

Oltretutto, nessuno mi aveva ancora chiesto di sposarlo, ma io ero già pronta a declamare quel sì. Incredibile come certe volte noi donne, che ovviamente abbiamo le nostre responsabilità, in un attimo siamo pronte a credere nell’amore eterno, basta un piccolissimo segno, una minuscola briciola e siamo già nella modalità del “Per sempre”.

Certamente, uno degli aspetti belli dell’amore è che in fondo nessuna delusione ti impedirà mai di innamorarti nuovamente. Ma a mio modesto parere, l’amore è anche una delle cose in assoluto più sopravvalutate al mondo!!!

Ma tornando al bellissimo uomo incontrato in un malinconico giorno settembrino… alla fine quell’uomo mi chiese davvero di sposarlo e io pronunciai con meraviglia e stupore quelle due lettere su cui tanto avevo riflettuto, senza capirci poi un granché.

In fondo feci ciò che era giusto, normale, quello che fanno tutte le donne della mia età.

La cerimonia fu bellissima… location pazzesca e parenti increduli e ubriachi, che non nascondevano in alcun modo il loro stupore di fronte al fatto che non fossi rimasta zitella. Quando si dice GIOIRE PER GLI ALTRI.

In effetti passammo anni meravigliosi insieme e io diedi alla luce tre bellissimi bambini.

Parecchio tempo dopo scoprii che aveva già un’altra famiglia in Germania e altri quattro figli sparsi per il mondo, e che prima di me, si era sposato una giapponese con tanto di kimono. Ma questo è solo un piccolo e insignificante dettaglio di fronte alla potenza dell’amore e dell’unione.

E poi, siamo ancora sposini novelli… quindi godiamoci questo momento, perché l’amore, si sa, è una cosa meravigliosa!

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