Per svelare i segreti del fondo Negma, partner d’affari della ministra Santanchè, non serviranno rogatorie internazionali. Basterà bussare a Palazzo Altieri, in piazza del Gesù al 49, sede di Banca Finnat, istituto di credito privato della famiglia Nattino, alta finanza capitolina e papale. Perché è qui che ha i conti Negma, l’operatore finanziario offshore che ha finanziato per milioni di euro Bioera, Ki Group e Visibilia, le società collassate della premiata ditta Canio Mazzaro – Daniela Santanchè finite nel mirino della Procura di Milano.
Già da gennaio, il pm Paolo Filippini ha aperto un fascicolo “contenitore” contro ignoti per aggiotaggio, al fine di accertare la liceità o meno dei contratti sottoscritti da Negma con Visibilia, Bioera, Ki Group e molte altre società. Ma Negma è una entità finanziaria anonima, con sede a Dubai registrata nelle Isole Vergini Britanniche per il risibile capitale di 1.000 euro. Negli anni – ancora a guida Santanchè – le disastrate Bioera, Ki e Negma hanno emesso obbligazioni convertibili per raccogliere liquidità, come altre società italiane e francesi. Tutti come controparte avevano Negma o il suo predecessore Bracknor, che ne condivideva gli stessi uffici. Quei prestiti hanno diluito le partecipazioni degli azionisti (Mazzaro e Santanchè compresi) fino a farli uscire di scena, ma hanno fatto pure crollare il valore delle azioni. Realizzando però forti utili per Negma&C.
Negma è un rebus, a partire dai suoi effettivi azionisti e da chi li ha finanziati. In Italia il fondo ha investito in molte società in difficoltà, spesso quotate al segmento EuroNext Growth di Borsa Italiana: Caleido, ePrice, Fidia, Energica Motor Co, Askoll Eva, Fenix Entertainment e WM Capital (oggi The LifeStyle Group). Secondo il suo sito, nel 2013 Negma ha aperto un ufficio a Dubai e lanciato il primo fondo che in due anni ha raccolto 300 milioni. Nel 2021 dice di aver aperto sedi a Milano e Parigi: quando la Finanza si è presentata all’indirizzo italiano ha trovato solo una mail box. L’altra certezza è che Visibilia e Negma legano la ministra al collega di partito e presidente del Senato Ignazio La Russa, che è stato legale per entrambi.
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Ad agevolare gli inquirenti potrebbe essere una piccola falla del meccanismo finanziario. Dalle carte di una assemblea dell’aprile 2022 di The LifeStyle Group, che all’epoca si chiamava Wm Capital, emerge che l’8 aprile 2022 da Banca Finnat aveva aperto per Negma un conto titoli, dove il fondo aveva depositato le sue azioni Wm Capital. In base alla legge antiriciclaggio, Finnat deve aver chiesto a Negma chi sono i suoi beneficiari effettivi, cioè i soggetti (persone fisiche o aziende) che lo controllano. Ma non basta: di Wm Capital, poi, Finnat è stata anche advisor e ha verificato l’indipendenza di un candidato nella lista presentata da Negma per il Cda. Lista dove appaiono anche l’avvocato Roberto Culicchi, responsabile Italia di Negma, e Davide Mantegazza, commercialista milanese che è stato per anni consigliere indipendente e investor relator di Visibilia, oltre ad aver avuto ruoli in Bioera e Ki Group. L’istituto risponde al Fatto che ben conosce i suoi obblighi di verifica e monitoraggio, ma anche i vincoli di riservatezza nella segnalazione di operazioni sospette.
Dopo quell’assemblea, il 21 luglio 2022 Fabio Pasquali che di Wm era azionista ha presentato un esposto a Consob, Borsa Italiana e al collegio sindacale su Negma, Bracknor e Golden Eagle Capital Advisors (Geca). Subito dopo il collegio sindacale si è dimesso in blocco, senza spiegazioni. L’esposto ricostruisce il meccanismo di prestiti teoricamente finalizzati al risanamento aziendale o al sostegno dello sviluppo che però hanno causato il crollo del 99% del valore delle azioni.
Pasquali segnalava anche il ruolo di un consulente di Banca Finnat, l’avvocato Roberto Maviglia, che al Fatto dice: “Tuttora faccio assistenza di questo tipo per la banca, ed è vero che sono stato anche consulente giuridico di TLSG. All’esterno può apparire un conflitto di interessi, ma le parti lo sapevano”. Per forza, Finnat faceva proprio da banca d’appoggio per Negma e Geca, sia per depositare le azioni delle società italiane partecipate sia come banca dove passava il denaro proveniente dall’estero (Isole vergini britanniche o Dubai) dei prestiti convertibili. Per Bioera, Ki Group e Visibilia, Banca Finnat ha avuto ruoli quali specialist, global coordinator della quotazione di Ki Group, depositaria dei titoli di azionisti, ma anche creditrice di Visibilia Editore, intermediario bancario di conti correnti e conti titoli. Ruoli simili li ha avuti in Ener-gica Motor, Askoll Eva, Fenix Entertainment, Wm Capital (oggi The LifeStyle Group), tutte società che hanno avuto rapporti con Negma. Tutte vicende sulle quali ora è la Procura di Milano a indagare.
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