Ce l’avevano detto che la vittoria di Giorgia Meloni sarebbe stata una vittoria per tutte le donne, che avrebbe messo un freno alla politica di esclusione delle donne dai centri del potere e che avrebbe creato un terreno fertile per la parità. Parità che non è un problema di linguaggio. Insomma, chi se ne frega se Meloni si fa chiamare “il presidente”, se poi – nei fatti – col suo arrivo le donne hanno spazio e ruoli che contano. Ce l’avevano detto. Purtroppo però qualcosa deve essere andato storto: da quando c’è lei, in effetti, i treni continuano ad arrivare in ritardo ma gli uomini occupano, puntualissimi, i posti che contano, da quelli della politica a quelli della cultura. E possono farlo in un’atmosfera cameratesca, dandosi di gomito, contando su un clima da “notte del giudizio”, quel film in cui per una notte all’anno ogni crimine è reso legale. Ecco, l’avvento del governo Meloni è un po’ la notte del giudizio della destra, quello spazio temporale in cui tutto finalmente diventa lecito, in cui si possono dire o fare porcherie variopinte e intanto sapere che la si passerà liscia. In questo clima, appunto, è stato possibile decidere che fosse il caso di invitare al Maxxi il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, e il cantautore Morgan, per poi stupirsi del fatto che insieme abbiano potuto mettere in scena un siparietto squallido e sessista, con battute sul numero di donne conquistate, prostata, penetrazioni e amanti avute da Silvio Berlusconi. Ed è strano, perché nessuno avrebbe potuto prevederlo, sono entrambi celebri per la raffinatezza e quella proverbiale continenza nei discorsi sulle donne e sul femminile. Il povero presidente del Maxxi, Alessandro Giuli, è stato davvero tradito dagli abbaglianti precedenti dei due. “Il turpiloquio e il sessismo non possono avere diritto di cittadinanza nel discorso pubblico e in particolare nei luoghi della cultura. Tutto nasceva con presupposti diversi, doveva essere una libera e mite conversazione tra un artista e un sottosegretario… Chiedo scusa… Sono scuse che il Maxxi fa a se stesso e a tutte le persone che si sono legittimamente sentite offese da una serata che nei presupposti doveva andare su un altro binario”, ha dichiarato. Dunque, vediamoli questi presupposti, partendo dal presupposto – appunto – che secondo Treccani il significato del termine “presupposto” sia “stato di cose necessario preliminarmente per lo svolgersi di una data azione”. I presupposti perché con Morgan e Sgarbi potesse svolgersi una pacata conversazione sulle passioni di entrambi sgombra di qualsiasi turpiloquio o scivolone sessista erano i seguenti: Vittorio Sgarbi nel 2018 disse di Cecilia Strada “non troverà fascista che voglia fare sesso con lei, la figa è un’altra cosa, per questo faticherà a trovare anche comunisti a fare sesso con lei”. Nel 2021, in una gag col sindaco di Giulianova, dichiarò: “Avendo fidanzate ad Ascoli, Teramo e anche in altri paesi lì vicino, andavo a Giulianova, raccoglievo le forze e salivo… ho lasciato questa eredità al sindaco che è un formidabile interprete di questa visione che è il Pse, pronto soccorso erotico… quello che non manca a Teramo è la gnocca”. Sgarbi nel 2020 fu portato via di peso dall’aula dopo aver dato della “Stronza” e della “Troi…” alla deputata di Forza Italia Giusi Bartolozzi e alla vicepresidente della Camera Mara Carfagna, che poi definì “Sorcagna” (è iniziato il processo). A chi scrive è andata meglio, mi ha definita solo “Selvaggia Ficarelli”, non ha scomodato quadrupedi per qualificare la mia disinvoltura sessuale. A Domenica in, quest’anno, in presenza di due sue figlie, ha scoperto che una è nata nel 2000 e ha commentato: “Ah devi stare attenta allora, la mia assistente dice che quelle nate nel 2000 sono tutte troi…”. Insomma, capisco che il povero Alessandro Giuli sia stato colto di sorpresa, chi mai si sarebbe aspettato un linguaggio sessista da Sgarbi. E in fondo c’è pure qualcuno che l’ha fatto sottosegretario alla Cultura ovviamente ignorando quali perle di cultura ed educazione Sgarbi regali al Paese da qualche decennio, in fondo Giuli s’è accodato alla lunga fila di estimatori nel governo. Del resto, all’impertinente Sgarbi tutto è perdonato, lui possiede un infinito carnet di “bonus sessismo e parolacce” da sfruttare a piacimento in occasioni informali e istituzionali e a Giorgia Meloni sembra non dare fastidio.
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Come dicevamo all’inizio, ce l’avevano detto che una donna al governo era un bel segnale. Un segnale d’allarme forse. E che dire del suo amico e consigliere Morgan, un altro personaggio che Giuli ha pensato bene di invitare al Maxxi “visti i presupposti” che mai e poi mai avrebbero potuto far temere derive sessiste? Morgan, del resto, non ha mai dato segnali di scarso rispetto per le donne, di misoginia, di sessismo manifesto e interiorizzato. Quando ebbe un figlio con Jessica Mazzoli riuscì a dire alla stampa “lei mi ha incastrato”, ha giustificato l’utilizzo di droghe affermando “Asia Argento, è lei l’iniziatrice, mi ha fatto provare tutto”, ora è tornato a fare il giudice a X-Factor (dopo aver insultato il programma) e le prime indiscrezioni parlano di discussioni tra lui e Ambra perché il cantante, oltre alle canzoni, giudicherebbe i culi delle concorrenti. Ma questo è nulla. Nessuno sembra farci caso, perché Morgan è una di quelle persone a cui, come Sgarbi, tutto è perdonato. Sono dei simpatici ragazzacci che alle volte la sparano grossa o fanno una marachella, ma che ci vuoi fare, sono fatti così. Questa volta però sarà un giudice a stabilire se quelle di Morgan nei confronti delle donne siano solo marachelle o reati molto gravi. Presso la Procura di Lecco, nei confronti del cantautore, c’è infatti una richiesta di rinvio a giudizio per stalking e diffamazione, con udienza preliminare il 10 ottobre. La sua ex Angelica lo aveva denunciato dopo una serie di episodi gravissimi, alcuni dei quali hanno avuto un seguito anche dopo la denuncia. E non sono episodi trascurabili, visto che avrebbe perfino minacciato la ex di diffondere dei suoi video intimi se lei non fosse tornata con lui. Il tutto ha provocato molta sofferenza nella ragazza che, secondo la ricostruzione di suoi conoscenti, ha vissuto anni di paura e grave sofferenza psicologica. Insomma, Alessandro Giuli ha invitato al Maxxi un uomo che è stato portato via di peso dalla Camera mentre urlava epiteti sessisti a Mara Carfagna e un cantante con una denuncia per stalking, però “i presupposti per una mite e libera conversazione c’erano tutti”. Certo, mancava solo un collegamento con Donald Trump via Skype, peccato non averci pensato prima.