LEGGI – Ministra Bugiarda. “Non sono indagata”: falso. Adesso Santanchè vacilla
Bugie, mezze verità, ammissioni pelose, gigantesche omissioni. È lunga la lista delle piroette nelle quali ieri Daniela Santanchè, ministra del Turismo e senatrice di Fratelli d’Italia, si è esibita nell’aula del Senato, non senza titubanze ed esitazioni, evidenti sin dall’incespicare della lettura del testo preparato per tempo. Smontiamo pezzo per pezzo la sua autodifesa.
1 “Non sono indagata”: “Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia. Ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi in proposito. E così mi è stato confermato”, ha affermato ieri Santanchè.
Falso. Ieri la Procura di Milano ha reso noto che non è più secretata l’iscrizione di Santanchè e altre persone da novembre nel registro degli indagati per bancarotta e falso in bilancio di Visibilia, il disastrato gruppo editoriale-pubblicitario da lei fondato nel 2008 e nel quale è restata ai vertici fino al 2022.
2 “Risano con i miei soldi”: “Per le quattro società Visibilia, la Procura di Milano ha proposto fallimento. Per due società ha ritirato le istanze dopo la totale estinzione dei debiti. Per altre due confido che sarà accolto il piano di risanamento: ho messo a disposizione il mio patrimonio, mi sarei aspettata quasi un plauso”, ha affermato.
Falso. La ministra non risana nulla, perché il rilancio del gruppo è affidato a nuovi azionisti. Santanchè sta solo saldando vecchi, ingenti debiti che secondo il consulente tecnico della procura sono stati occultati per anni. Debiti fatti da lei. E lo fa solo per evitare che arrivi il fallimento il quale, unito al falso in bilancio, farebbe scattare per lei e per gli altri indagati anche l’accusa di bancarotta.
3 “Ho rivitalizzato riviste”, ha sostenuto Santanchè. Falso. Gran parte dei giornalisti delle testate di Visibilia si sono dimessi o sono stati messi in condizione di farlo. I collaboratori hanno lottato per anni per ricevere compensi pagati sempre in ritardo e tagliati pesantemente.
4 “Non ho avuto ruoli in Bioera e Ki”: “Non ho mai rivestito ruoli nella costituzione né nell’abbattimento” dei gruppi alimentari Bioera e Ki gestiti dall’ex compagno Canio Mazzaro, ha detto.
Falso. Santanchè è stata presidente esecutivo di Bioera dal 26 giugno 2012 al 28 febbraio 2022, controllandone la maggioranza del capitale per un periodo attraverso un patto parasociale, e presidente della controllata Ki Group Holding. Dunque non è estranea ai dissesti e alle responsabilità.
5 “I lavoratori di Ki saranno pagati”: afferma la ministra. Non è un suo merito: la legge prevede che i crediti da lavoro siano prioritari.
6 Cassa Covid a zero ore: “La contestazione di una dipendente di Visibilia di aver lavorato a sua insaputa mentre era in cassa a zero ore è tardiva e infondata”, ha sostenuto. Allora perché Visibilia ha saldato 37mila euro di arretrati di stipendi, contributi e tasse? Santanchè tace tra l’altro sugli incarichi di quella dirigente nel gruppo parlamentare di FdI al Senato per lei e La Russa.
8 “Le multe della Maserati non mi riguardano”: “Ho dato la mia auto in comodato ai c arabinieri per non farmi pagare l’auto blu”, ha detto. Dare in comodato un’auto noleggiata in leasing da Visibilia, ma di proprietà di terzi, è una ardita piroetta legale. Le multe però restano da pagare.
9 “Non ho avuto favori né li ho cercati”: da imprese, finanza e banche. Allora perché le sue aziende sono state finanziate dalle banche e poi non hanno ripagato i debiti ottenendo sconti anche del 70% e rateizzazioni in dieci anni?
10 “Campagna di odio”: “Sono una imprenditrice vittima di una campagna diffamatoria di odio”, ha detto Santanchè. Falso: è un politico con enormi conflitti di interessi, il Fatto che ne scrive da novembre esercita un diritto sancito dall’articolo 21 della Costituzione.
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