Daniela Santanché aveva sottoscritto un patto parasociale con l’ex compagno Canio Mazzaro che le permetteva di avere un pieno controllo, di fatto, delle società Bioera e Ki Group, collegate al gruppo Visibilia. Un ruolo attivo che, in meno di 9 anni, le ha permesso di portarsi a casa, tra stipendi e indennità per le cariche sociali, circa 2,5 milioni di euro, mentre durante l’audizione in Senato del 5 luglio scorso aveva affermato di aver incassato poco più di 500 mila euro. Sono alcuni dei nuovi dettagli che emergono dal servizio di Report, firmato da Giorgio Mottola, in onda questa sera su Rai Tre e che in parte sembrano smentire quanto sostenuto dalla Ministra del Turismo durante la sua audizione in Senato il 5 luglio scorso.
SANTANCHÈ DEVE DIMETTERSI – FIRMA LA PETIZIONE DEL FATTO SU IOSCELGO.ORG
Santanchè è indagata dalla Procura di Milano per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio insieme al compagno Dimitri Kunz D’Asburgo Lorena e alla sorella Fiorella Garnero. E a Report parla per la prima volta in chiaro anche la supertestimone – grande accusatrice della politica-imprenditrice – con cui Il Fatto Quotidiano dialoga da novembre scorso e che ha permesso di pubblicare già allora le prime esclusive sul caso. La manager si chiama Federica Bottiglione ed è l’ex responsabile degli affari societari di Visibilia. Un incarico fondamentale, il suo, perché in qualità di investor relator manager era autorizzata a interfacciarsi direttamente con Consob (Visibilia Editore Spa è quotata in borsa).
Bottiglione conferma, tra le varie cose, di aver continuato a lavorare in Visibilia, durante l’emergenza Covid, nonostante fosse stata messa (a sua insaputa) in cassa integrazione a zero ore.
Partiamo dalla questione emolumenti. In Senato, Santanché ha dichiarato: “Da Ki Group srl negli anni 2019, 2020 e 2021 ho incassato complessivamente 27 mila euro lordi, in tutti e tre gli anni. Per gli anni precedenti, 2014, 2015, 2016, 2017 e 2018 (…) ho percepito dalla capogruppo mediamente un valore lordo annuo di circa 100 mila euro in maniera fortemente decrescente negli ultimi 3 anni”. In totale fanno 527 mila euro in 8 esercizi. L’analisi dei bilanci effettuata da Report però mostra altri numeri, la cui somma solo tra il 2014 e il 2018 arriva a toccare quota 1,7 milioni. Per poi arrivare a quota 2,5 milioni, secondo Report, nel 2021. Negli stessi 8 anni, tra l’altro, Mazzaro avrebbe invece incassato circa 7 milioni di euro. Periodo in cui, spiega alla trasmissione di Rai 3 l’esperto di riciclaggio Gian Gaetano Bellavia, la società perdeva ad esempio circa 2,7 milioni di euro solo nell’anno 2016. E infatti Ki Group nel 2021 ha avviato i licenziamenti della quasi totalità dei suoi 77 dipendenti a causa del dissesto dei suoi conti. Il personale è poi fuoriuscito definitivamente dall’azienda nel corso del 2023, “quando io già da tempo non avevo alcun ruolo”, si è difesa la ministra in Senato
Sempre in aula a Palazzo Madama, il 5 luglio scorso, Santanchè ha poi dichiarato: “Non ho mai avuto il controllo o partecipazione di un qualunque rilievo nelle imprese del settore dell’alimentare biologico e della sua distribuzione (…) La mia partecipazione in Ki Group non ha mai – ripeto mai – superato il 5 per cento (…)”. Un’affermazione, anche questa, che pare smentita dai bilanci mostrati da Report, dai quali si evince che Santanché possedeva il 14,9% di Bioera – controllante di Ki Group – attraverso la D1 Partecipazioni, altra holding in chi la ministra è socia insieme al suo ex fidanzato, il giornalista Alessandro Sallusti (estraneo a tutte le inchieste). Oltre al patto parasociale con Mazzaro, socio di maggioranza di Bioera, che, dice ancora Bellavia intervistato “di fatto associa la sua partecipazione a chi comanda (…) comandano in due”. Qui Report mostra anche sms, screenshot e messaggi vocali risalenti al settembre 2020, che dimostrerebbero il ruolo attivo di Santanché nella società in cui presiedeva le riunioni e “interveniva direttamente nella gestione”.
A Report, come detto, parla per la prima volta in chiaro Federica Bottiglione. La donna, ex dipendente di Visibilia, racconta che tra il 2020 e il 2021 guadagnava circa 1000 euro al mese, che nel periodo dell’emergenza – quando formalmente si trovava in cassa integrazione a zero ore – gli venivano corrisposti a titolo di rimborso spese. Nello stesso periodo, racconta sempre Bottiglione, le fu fatto un contratto di consulenza in Senato come assistente parlamentare sia dell’allora senatrice Santanché che dell’attuale presidente Ignazio La Russa: “Andare a prendere la posta nel casellario, controllare la posta elettronica”, erano le sue mansioni, a quanto dichiara a Report. La ministra in Senato aveva dichiarato che l’ex dipendente “non ha mai messo piede in Visibilia dall’entrata della sua cassa integrazione”, dichiarazioni apparentemente smentite dai comunicati e dalle email fornite da Bottiglione.
Il servizio di Report torna infine sul finanziamento a Visibilia da parte di un fondo arabo definito Negma. “Che l’intervento del fondo Negma anziché danni abbia portato vantaggi è pacifico – ha detto Santanchè in Senato –. Al termine del processo e con l’ingresso di un nuovo socio di maggioranza, che a sua volta ha provveduto a completare l’operazione, il titolo ha guadagnato in borsa da gennaio oltre il 500 per cento”. Eppure, fa notare Report, “prima che si avviasse l’operazione con il fondo arabo il valore del titolo era intorno ai 90 euro ad azione, dopo l’ingresso di Negma sprofonda a 10 centesimi”.
Intanto ieri Daniela Santanché è intervenuta alla kermesse La Versiliana, a Marina di Pietrasanta. Qui è stata duramente contestata, con cartelli, striscioni e megafono, da una ventina di lavoratori del turismo iscritti al sindacato Usb.
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