A giugno lo Stato del Vaticano ha condannato Ester e Guido a 9 mesi di reclusione (pena sospesa) e a 28.000 euro di multa. Una condanna spropositata per due cittadini che, in piena coerenza con una dichiarazione del Papa, hanno deciso, attraverso un’azione pacifica e non violenta, di chiedere al governo italiano un maggior impegno nel contrasto al collasso climatico, attraverso l’interruzione dei sussidi pubblici, soldi di tutti noi, all’industria del fossile.
“Vi auguro di fare chiasso, fatevi sentire!”. Queste le parole di Papa Francesco a Roma il 25 settembre 2021, presso la sala Clementina in Vaticano; le coraggiose persone che hanno incollato le proprie mani al basamento di marmo (posteriore all’opera, ha l’unica funzione di sostenere il complesso scultoreo) della statua del Laocoonte dei musei Vaticani, per chiedere, a favore di tutti, maggior giustizia climatica, non hanno forse fatto questo?
E passando all’enciclica Laudato Si’: “Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo”. Ester e Guido, con la loro azione, non si stavano forse preoccupando proprio della condizione della nostra Casa e di chi la abita? Ma il testo del Papa continua, rincarando la dose: “Meritano una gratitudine speciale quanti lottano per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale”. Il collasso climatico non è forse legato al degrado ambientale?!
Insomma, secondo le parole del pontefice, bisognerebbe considerare Ester e Guido alla stregua di eroi, esempi virtuosi da seguire e lodare, non criminali da punire. Una simile condanna da parte del tribunale Vaticano è sentore di un completo distacco dai veri bisogni delle persone ed è in contraddizione con le parole della massima autorità vaticana, il Papa stesso. Perché è così grave incollarsi a un basamento di marmo con della colla rimovibile con del semplice acetone? E perché dare una pena così severa se c’è l’attenuante della protesta legittima? Non esiste forse la legittima difesa? Non dobbiamo noi difenderci da un governo nazionale e mondiale che ci sta portando al collasso e di cui ne stiamo già subendo le prime conseguenze?
Non dobbiamo stupirci quindi se molti cittadini hanno scelto di attivarsi in loro supporto, chiedendo la revoca della condanna; in una prima occasione il 29 giugno con un sit-in a Città del Vaticano in via della Conciliazione. Una manifestazione pacifica i cui partecipanti stendendosi a terra hanno simulato la propria morte, in ricordo dei morti degli scorsi mesi dovuti alla crisi climatica e per i futuri. Poi in una seconda occasione, lunedì 3 luglio a Firenze, dove 5 persone, davanti alle porte del battistero in Piazza del Duomo, hanno cosparso i propri corpi con salsa di pomodoro, riferimento al sangue dei martiri e degli innocenti: la pena per Ester e Guido sembra dovuta più alle loro idee che all’azione commessa.
I cittadini disobbedienti di Ultima Generazione, e non solo loro, non sono da definire martiri ma, da parte delle istituzioni e dei media è in atto una repressione violenta, con esempi gravissimi di intimidazione (la Digos che si intromette nelle presentazioni chiedendo alle persone i documenti), condanne esemplari, accuse al limite della querela: perché si chiama terrorista chi sporca temporaneamente un muro o un vetro? Perché si impedisce l’accesso ad un’intera città, attraverso un foglio di via, per anni, anche a chi si è solo versato addosso un po’ di pomodoro sul proprio corpo, aperto uno striscione o promosso uno sciopero? Perché si chiedono misure di sorveglianza speciale a persone non pericolose e non violente? Perché si condanna con la reclusione e multe esemplari chi protesta per la salvezza di tutti?
Curioso ascoltare i nostri politici dichiararsi aperti al dialogo e all’ascolto, paradossale udire le loro dichiarazioni d’assenso verso le preoccupazioni del popolo, ilari le loro promesse di impegno poi smentite o rinviate ad un futuro prossimo, o meglio a un prossimo futuro, non questo. Le azioni e la protesta dei cittadini di Ultima Generazione nascono dalla mancanza d’ascolto e dalla mancata presa in carico del problema con serietà da parte dei nostri governanti; se le istituzioni facessero il loro dovere non ci sarebbero disobbedienti ed Ester e Guido non avrebbero dovuto prendersi l’onere di fare la parte del mitologico Laocoonte, il quale cercò di mettere in guardia i suoi concittadini dal cavallo di Troia. Ed è un onere vero e proprio, poiché non è facile farsi portatori di un simile messaggio e non è facile dire cose scomode. Ma il cavallo di Troia è ormai dentro la nostra casa e quali strumenti abbiamo?
Possiamo affidarci alle disgraziate figure della nostra classe politica? Che prima lancia grandi proclami e poi torna sulle sue parole, che viaggia a destra dicendo sinistra? Alla fine sono solo uomini, come tutti noi, in balia di una feroce dissonanza cognitiva. Però ancora vogliamo credere e sperare che almeno il Papa voglia, sia anche solo in virtù della santità che rappresenta, fare di tutto per perseguire una vena di coerenza; in virtù di tale pensiero ci sentiamo di sperare in una revoca di una tale condanna a questi due cittadini coraggiosi. Che almeno il Santo Padre non condanni con la legge chi loda a parole e si faccia sentire anche lui.
Continuare ad ignorare il messaggio d’allarme lanciato dalla scienza è tradire i propri cittadini ed è tradire il dovere di contrastare il collasso climatico.