LA GIUSTIZIA SECONDO NORDIO SPACCA IL CENTRODESTRA. Abuso d’ufficio, concorso esterno in associazione mafiosa, le indagini della Procura di Firenze sulle stragi del ’93: ormai la maggioranza ha un serio problema in materia di giustizia. Da un lato Forza Italia, che ha trovato nel ministro Nordio l’esecutore delle riforme volute da Berlusconi; dall’altro Fratelli d’Italia, che rischia di tradire la memoria di Borsellino cui dice di ispirarsi. In mezzo, le vicende Santanchè e La Russa. Giorgia Meloni non sta vivendo giorni facili: ieri, al Quirinale, ha aperto alla possibilità di rivedere in Parlamento il ddl presentato da Nordio nella parte in cui vorrebbe abrogare l’articolo 323 del Codice penale, che riguarda il reato di abuso d’ufficio. Ipotesi, però, davanti alla quale i forzisti stanno già facendo muro. Il viceministro azzurro Sisto chiarisce che né lui né il Guardasigilli sono disposti a cedere: “Noi siamo decisi a portare in fondo la nostra proposta e il ministro da questo punto di vista non farà sconti”, ha dichiarato. E se ieri il sottosegretario Mantovano ha chiarito che il concorso esterno non si tocca, sempre Nordio in un’intervista al Corsera oggi fa finta di niente e tira dritto, aggiungendo al calderone addirittura il rimpianto per i tempi dell’immunità parlamentare. Se non bastasse, l’inchiesta fiorentina sulle stragi, nella quale è indagato Dell’Utri, sta agitando gli animi dei forzisti, che non escludono di inoltrare una richiesta al dicastero di Via Arenula affinché invii gli ispettori in Procura. Gli eredi di Silvio trovano il loro miglior alleato in Matteo Renzi, che anche oggi ha sparato a zero contro i pm. Sul Fatto di domani analizzeremo le spaccature all’interno della maggioranza, cercando di capire fino a che punto l’elastico potrà tendersi senza spezzarsi e cosa intende fare, per evitarlo, Giorgia Meloni.
SANTANCHÈ E LA RUSSA, LE ALTRE GRANE CHE IMBARAZZANO LA PREMIER. Ha annunciato querela (a questo giornale), ha ribadito che non ha intenzione di dimettersi, ha continuato a non rispondere sui punti contestati. Ma giorno dopo giorno, con le inchieste giornalistiche e con il lavoro di Finanza e Procura di Milano che prosegue, la posizione di Daniela Santanchè si fa più scomoda. Come abbiamo raccontato oggi, oltre che sul caso Visibilia, i pm vogliono vederci chiaro sull’affare della villa di Forte dei Marmi. A far da “trader” nell’operazione immobiliare lampo sono stati Dimitri Kunz, compagno della ministra Santanchè, e Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato. L’immobile, da loro valutato 2,5 milioni di euro, apparteneva alla famiglia del sociologo Alberoni ed è stato acquistato dall’imprenditore Antonio Rapisarda per 3,5 milioni. Due passaggi di vendita, dunque, segnalati a Banca d’Italia. Sul giornale di domani andremo avanti con la nostra inchiesta su quest’operazione immobiliare, e non solo. Ma torneremo anche sull’altra questione che agita da vicino Meloni: l’accusa di violenza sessuale nei confronti del figlio del presidente del Senato. La Procura non ha potuto sequestrare il cellulare del ragazzo, perché la scheda Sim appartiene al padre, e sta quindi valutando un’eventuale richiesta alla Giunta per l’autorizzazione a procedere del Senato. “Affronteremo anche questo tema. È una questione che fino ad oggi non ho preso in considerazione”, si è limitato a dire Adriano Bazzoni, il legale del ragazzo. E, a proposito di difesa, oggi è intervenuto a gamba tesa lo staff del presidente del Senato: “Non risulta più tollerabile la condotta di chi si sostituisce ai Pm con pretese di indagine e richieste istruttorie. Travalica ogni rispetto l’operato di associazioni di sinistra che affiggono manifesti e preannunciano flash-mob politici e diffamatori”. Il riferimento è, oltre che alle inchieste di stampa, anche ai manifesti di Non una di Meno apparsi sotto lo studio legale La Russa, a Milano. C’è da fare, però, una considerazione. All’indomani della notizia, Ignazio La Russa si era affrettato a dire di aver interrogato il figlio Leonardo e di essere certo della sua innocenza. Perché, dunque, non decide in autonomia di consegnare il telefono ai pm?
ZERO TUTELE PER I LAVORATORI, SCHIAFFO AI POVERI: A PAGARE SONO SEMPRE GLI ULTIMI. Ieri il ministro Salvini ha precettato i lavoratori che avevano aderito allo sciopero nelle Ferrovie. Oggi si è rivista la polizia fuori dal magazzino di Mondo Convenienza a Settimo Torinese, dove era in corso la protesta dei dipendenti per le condizioni di lavoro. L’azienda ha licenziato 25 persone del deposito di Campi con un comunicato a mezzo stampa e ha minacciato di chiudere il centro di Firenze se non termineranno le proteste, che del resto vanno avanti anche a Roma e a Bologna. Domani sarà invece il turno di 49 dipendenti e oltre 3.000 rider di Uber Eats, che all’improvviso ha annunciato l’uscita dall’Italia decretando con un messaggio la conclusione dei rapporti di lavoro. E sempre domani è in programma un altro sciopero, stavolta nel settore del trasporto aereo (vedremo Salvini cosa penserà di fare). Insomma, esiste un enorme problema di tutele nel mondo del lavoro, che renderà il Paese sempre più povero e affamato, ma che il governo non ha alcuna intenzione di affrontare. Anzi: non solo ha cancellato il Reddito di cittadinanza, ma ha pure depositato un emendamento per sopprimere la proposta delle opposizioni sul salario minimo. E a guardare la social card, come ci ha detto la sociologa Chiara Saraceno, sembra voler riesumare le vecchie liste di povertà. Sul Fatto di domani analizzeremo le vertenze in corso e i disastri governativi. Il tutto mentre Bankitalia certifica che l’economia italiana si è fermata.
FRANCIA, FESTA NAZIONALE AD ALTA TENSIONE FRA DISPIEGAMENTI DI SICUREZZA E AFFARI MILITARI. Nel giorno dell’anniversario della Presa della Bastiglia, Emmanuel Macron sperava di festeggiare con un discorso “di pacificazione”, dopo le infuocate manifestazioni per la riforma delle pensioni e gli strascichi delle recenti rivolte delle banlieue, scatenate dall’uccisione del diciassettenne Nahel per mano di un poliziotto. Ma la Francia è ben lontana dalla quiete sociale, tanto che lo stesso presidente ha annunciato la “massima determinazione” contro i manifestanti. Il bilancio della vigilia del 14 luglio parla di 200 auto bruciate, 97 persone fermate e tre poliziotti feriti. Per questi motivi, il ministro dell’Interno ha dispiegato su Parigi 45mila poliziotti, le forze speciali del Raid e del GIGN, con ampio uso di droni, elicotteri e mezzi blindati. La parata militare sugli Champs-Elysées parigini, tuttavia, è avvenuta senza particolari problemi, con Macron che ha incassato applausi ma anche parecchi fischi e richieste di dimissioni. Accanto a lui, in tribuna d’onore, c’era come ospite di riguardo il premier indiano Narendra Modi, che questa mattina è stato insignito della Gran Croce della Legion d’Onore, la massima onorificenza francese. La sua presenza è foriera di grandi affari all’insegna delle armi: 26 aerei da combattimento Rafale per portaerei e tre sottomarini che vanno ad arricchire le flotte aeree e della marina di Nuova Delhi. Una commessa di alcuni miliardi di euro contestata da gruppi ecologisti e ong francesi (come abbiamo scritto nella nostra newsletter Internazionale), che accusano Macron di “stendere il tappeto rosso all’estrema destra indiana”, coinvolta nelle discriminazioni dei musulmani. Ma la giornata francese non è conclusa. È previsto uno sfarzoso ricevimento al Louvre, ma anche disordini e manifestazioni per strada.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Autonomia, a Napoli si consuma il nuovo psicodramma del Pd. Da un lato Elly Schlein, che richiama il partito a una forte mobilitazione contro il ddl sull’Autonomia; dall’altro Vincenzo De Luca, ormai in guerra aperta con la segretaria. Sul giornale di domani il nostro racconto di questa due giorni partenopea condita di veleno.
Putin: “La Wagner non esiste”. Prigozhin in Bielorussia. Il presidente russo ha rivelato di avere avanzato una proposta al leader del Gruppo Wagner Evgenij Prigozhin e un gruppo di combattenti che rispondono ai suoi ordini, nel corso dell’incontro al Cremlino dello scorso 29 giugno. Proposta che sarebbe stata respinta. E oggi è stata diffusa un’immagine del leader della milizia, seduto in una tenda da campo: la foto sarebbe stata scattata nel campo della Wagner in Bielorussia.
Tennis, Wimbledon: Djokovic batte Sinner. Niente da fare per l’italiano Jannik Sinner nella semifinale del torneo di Wimbledon. Il campione serbo Novak Djokovic lo ha battuto in 3 set volando in finale alla conquista del suo ottavo Wimbledon. Sul Fatto di domani leggerete il racconto della partita firmato da Andrea Scanzi.
OGGI LA NEWSLETTER INTERNAZIONALE
La strana estate americana: Biden si sveglia, Trump suda, e DeSantis gela
di Antonella Ciancio
La calda estate politica americana riserva sorprese. Joe Biden ribalta le critiche alla sua leadership sonnacchiosa tornando dal vertice Nato a Vilnius da playmaker. Il presidente americano ha riallineato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che protestava per non aver avuto date certe sull’ingresso dell’Ucraina nell’alleanza nordatlantica.
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