LA RUSSA JR, SEQUESTRATO IL CELLULARE (SENZA SIM). LA PROCURA VALUTA LA RICHIESTA ALLA GIUNTA DEL SENATO. La decisione della Procura di Milano è arrivata nella serata di ieri: i magistrati hanno deciso di sequestrare soltanto il telefono cellulare, privo di Sim, che era nella disponibilità di Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato. Nel decreto sono state indicate le parole chiave con cui analizzare il dispositivo alla ricerca di tracce che possano chiarire la vicenda per la quale il ragazzo è accusato di violenza sessuale. Nell’atto è anche stato specificato che gli accertamenti verranno effettuati “con esclusione nella successiva analisi di comunicazioni” coperte dall’articolo 68 della Costituzione, secondo cui “i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”. La copia forense è in programma la settimana prossima. Qualora la Procura avesse invece necessità di analizzare anche la Sim, stando a molte valutazioni dovrebbe ricorrere alla Giunta per le autorizzazioni del Senato, visto che la scheda è intestata allo studio legale La Russa. Come abbiamo scritto, questo è riferibile alla società personale di Geronimo La Russa, primogenito del presidente. È una matassa giuridicamente molto intricata. Sul Fatto di domani, con l’aiuto di esperti, proveremo anche a capire se sarà davvero necessario per i pm arrivare alla Sim o se basterà l’analisi del device, che potrebbe comunque contenere materiale utile alle indagini. Resta invariata la domanda che stiamo ponendo invano a Ignazio La Russa da qualche giorno: perché, visto che ha da subito escluso la colpevolezza del figlio, non consegna la scheda spontaneamente?
QUESTIONI DI “CASTA”: L’INSOSTENIBILE PESO DELL’IMMUNITÀ. Se al posto di Leonardo Apache La Russa si fosse trovato il figlio di una persona qualunque, la questione telefono non si sarebbe mai posta: così come accade normalmente, la Procura avrebbe proceduto immediatamente al sequestro, del device come della Sim. La differenza la fanno le guarentigie parlamentari. La legge costituzionale numero 3 del 29 ottobre 1993, infatti, stabilì che l’autorità giudiziaria può avviare un procedimento penale senza chiedere l’autorizzazione (com’era in precedenza); l’obbligo è rimasto, però, per l’applicazione delle misure che limitano la libertà. Era il post-Mani Pulite e a chiedere l’abolizione dell’immunità erano gli esponenti di Msi e Lega (oltre a Silvio Berlusconi, non ancora “sceso in campo”). Oggi, 30 anni dopo, il ministro Nordio quasi la rimpiange. Oltre alla vicenda giudiziaria che coinvolge La Russa jr, dunque, esiste una questione politica: sul giornale di domani vedremo come potrebbe Fratelli d’Italia votare contro un’eventuale richiesta di autorizzazione. A proposito del Guardasigilli, da settimane al centro di malumori nella maggioranza per le sue esternazioni, in particolare sulla volontà di modificare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa: oggi è arrivata la solidarietà al collega da parte del ministro Crosetto, da sempre molto vicino alla premier. Un’uscita che sconfessa addirittura il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Mantovano. Non sono giorni facili per Meloni che, da incendiaria dai banchi dell’opposizione, una volta al governo – come vedremo – si sta rimangiando praticamente tutto.
LA VILLA A FORTE DEI MARMI, I GUAI DI VISIBILIA: L’ALTRA SPINA NEL FIANCO DI GIORGIA SI CHIAMA SANTANCHÈ. Le due vicende, come abbiamo scritto oggi, s’intrecciano temporalmente. Da un lato c’è l’affare di villa Alberoni, l’immobile di pregio individuato e acquistato l’estate scorsa da Dimitri Kunz e Laura De Cicco – compagni della ministra Santanchè e del presidente del Senato La Russa – per 2.5 milioni di euro e rivenduto nel giro di un’ora a 3,5 all’imprenditore Antonio Rapisarda. Dall’altro ci sono i guai di Visibilia Editore Spa, la società di Santanchè: poco prima dell’acquisto della villa, alcuni soci di minoranza avevano depositato un ricorso che ha fatto partire le indagini della Procura di Milano. Saranno gli inquirenti a verificare le coincidenze temporali, ma sul Fatto di domani leggerete una nuova puntata della nostra inchiesta sui guai della ministra del Turismo. Che dovrebbe dimettersi.
UCRAINA, LA COREA DEL SUD CON ZELENSKY; MIGLIAIA DI MERCENARI OCCIDENTALI CON PUTIN. “L’anno scorso abbiamo fornito giubbotti antiproiettile, caschi e altre munizioni necessarie. Speriamo che quest’anno il livello della nostra assistenza sia molto più alto”: lo ha dichiarato il presidente sud-coreano Yun Seok-yeol, a colloquio oggi a Kiev con l’omologo ucraino. Incontro bilaterale anche sull’altro fronte: Putin ha visto il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, e i due hanno parlato dell’iniziativa di pace africana e dell’accordo sul grano, che scade il 17 luglio, i cui ostacoli – ha detto Putin – “non sono ancora stati rimossi”. Sul giornale di domani, oltre alla cronaca di giornata, ci occuperemo anche delle migliaia di mercenari europei che combattono al fianco dell’esercito di Kiev. E intervisteremo Jorit, lo street artista napoletano finito al centro delle polemiche per un’opera a Mariupol.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Il Pd a Napoli contro l’autonomia. Ma De Luca boicotta Schlein. Il governo “sta lavorando per aumentare i divari territoriali che, se acuiti, diventano barriere razziste, classiste e sessiste”: la segretaria dem ha schierato ufficialmente il partito contro il ddl Calderoli. Ma in sala mancavano il padrone di casa, il governatore campano De Luca, e i suoi. Sul Fatto di domani la cronaca delle due giorni partenopea.
Sciopero aeroporti, centinaia di voli cancellati. Si sta concludendo in questi minuti l’agitazione del personale di terra degli aeroporti e quello dei servizi di handling e check-in. Secondo i sindacati, l’adesione è stata altissima. Decine di migliaia i passeggeri che hanno dovuto rinunciare a volare.
Jenin, volti e macerie di un passato che non passa. Reportage dal campo profughi in Cisgiordania.
Riccardo Zanotti e la riscossa dei Pinguini Tattici Nucleari. La tradizionale intervista della domenica al cantante della band, che sta registrando il sold out negli stadi.
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