GIUSTIZIA, MARINA TENDE LA MANO A MELONI. ABUSO D’UFFICIO: I SINDACI DEM NON ASCOLTANO MATTARELLA E SI ACCODANO A FORZA ITALIA. Marina Berlusconi garantisce “massima stima e rispetto” per Giorgia Meloni, malgrado la premier avesse risposto seccata alla lettera della primogenita di Silvio pubblicata dal Giornale. Nella missiva, Marina si scagliava contro l’ipotesi “delirante” della procura di Firenze, che indaga sui mandanti delle stragi del ’93 con Marcello Dell’Utri nel mirino. “Lei non fa parte della coalizione”, aveva replicato la presidente del Consiglio. Oggi l’erede di B. ha lanciato il ramoscello d’ulivo, smentendo l’irritazione verso Palazzo Chigi che i giornali le avevano attribuito: “Come figlia, ho solo denunciato la persecuzione giudiziaria verso mio padre”. Dunque nessuna interferenza di Fininvest nelle scelte del governo sulla Giustizia. La grana principale resta l’abuso d’ufficio: il ddl Nordio prevede l’abolizione del reato, ma il Quirinale e l’Europa sono critici. Ieri la Commissione ha ribadito il suo no alla cancellazione dell’abuso d’ufficio e all’attenuazione del traffico d’influenze. Mattarella invece ha dato il via libera alla discussione in Parlamento della riforma Nordio, ma solo dopo aver espresso il suo disappunto. Meloni e Lega sarebbero pronti a fare un passo indietro: niente abolizione, solo una modifica del reato. Forza Italia invece tira dritto spalleggiata da Renzi. A sostenere Nordio e la cancellazione della norma – con l’alibi della paura della firma – ci sono anche i sindaci del Partito democratico. Sul Fatto di domani vi racconteremo la crociata per l’impunità e terremo acceso il faro sul Csm con il ritratto di Cosimo Ferri, toga fuori ruolo ed ex parlamentare renziano. Ieri la Corte costituzionale ha dato ragione al supremo organo della magistratura nel conflitto di attribuzione con Montecitorio: le intercettazioni dell’ex deputato all’hotel Champagne di Roma potranno essere utilizzate nel procedimento disciplinare per lo scandalo nomine.
TRA SPARATE E STRAFALCIONI, L’IGNORANZA DI DESTRA SUL SALARIO MINIMO. “Credo che la risposta sia il lavoro. Basta con questo assistenzialismo, la destra e il centrodestra si contraddistinguono anche per un altro tipo di capacità propositiva”. E’ l’ultima sparata del ministro della Protezione civile Nello Musumeci, a margine del convegno ‘Parlate di mafia” organizzato a Palermo dai gruppi parlamentari Fratelli d’Italia. Sembra assurdo, ma il tema della discussione era il salario minimo, questione su cui i ministri del centrodestra sembrano avere le idee ben confuse. Tanto che Pd e M5S hanno avuto gioco facile: “Non so che in Paese vive Musumeci, nel nostro ci sono 3 milioni e mezzo di lavoratori poveri”, ha detto la segretaria dem. “Parla a vanvera”, ha detto Conte. Ma Musumeci non è certo l’eccezione, qualche giorno fa un altro ministro di peso, Antonio Tajani, aveva regalato la sua perla, confondendo il salario minimo con il salario massimo: “In Italia non serve. Non siamo nell’Unione Sovietica in cui tutti avevano lo stesso stipendio. Il salario minimo voluto dalla sinistra distrugge la meritocrazia”. Il tutto mentre il centrodestra tenta di affossare definitivamente la proposta di legge in Parlamento. Sul Fatto di domani faremo una rassegna degli strafalcioni.
SANTANCHÈ, LE GRANE SI ACCUMULANO PRIMA DELLA MOZIONE DI SFIDUCIA. Sul caso Visibilia Santanchè si gioca già molto, tra accuse di falso in bilancio, bancarotta e in ultimo un’ipotesi da esplorare di truffa ai danni dello Stato per i lavoratori in cassa Covid a zero ore. Sul Fatto di oggi però abbiamo rivelato un’altra grana per la ministra del Turismo ed ex imprenditrice dalle alterne fortune. I dipendenti di un’altra società della galassia, Ki Group, stanno chiedendo all’Ispettorato del lavoro di verificare se l’azienda ha pagato loro i contributi spettanti. Inoltre 12 ex dipendenti hanno fatto istanza di liquidazione giudiziale alla società chiedendo 450 mila euro. Mercoledì si voterà in Senato la mozione di sfiducia promossa dal M5S e appoggiata da Pd e Sinistra-Verdi, senza speranza di successo, visto che ora anche Azione oltre a Italia Viva promettono che non la voteranno. Il capogruppo grillino a Palazzo Madama Stefano Patuanelli oggi dice di sperare che Santanchè “si dimetta prima del voto”. Anche qui, senza molte speranze di successo. Sul Fatto di domani torneremo sulle ragioni che spingono a chiedere le dimissioni della ministra (lo abbiamo fatto con una petizione sulla piattaforma Io Scelgo) e leggerete altre rivelazioni sulle indagini in corso.
GUERRA IN UCRAINA, TENSIONI TRA POLONIA E BIELORUSSIA. GRANO, ACCORDO LONTANO, MOSCA CERCA ALTRE ROTTE PER L’AFRICA. L’asse Putin-Lukashenko preoccupa i Paesi sul confine orientale, soprattutto dopo che le unità della Wagner, a seguito della loro protesta verso i vertici della Difesa russa, sono state accolte dal presidente bielorusso. Domenica il leader del Cremlino, Putin, incontrerà proprio Lukashenko, ufficialmente per discutere “questioni di attualità, dell’ulteriore sviluppo delle relazioni russo-bielorusse, di partenariato strategico e alleanza, nonché della cooperazione per l’integrazione nel quadro dello Stato dell’Unione”. Oggi lo “Zar” ha rassicurato l’alleato: “Scatenare un’aggressione contro la Bielorussia significa scatenare un’aggressione contro la Federazione Russa”, ha affermato Putin in una riunione del Consiglio di Sicurezza. La Polonia e gli altri Paesi si muovono di conseguenza, il ministero della Difesa ha deciso di rafforzare il confine est: “L’addestramento o le esercitazioni congiunte dell’esercito bielorusso e del gruppo Wagner sono senza dubbio una provocazione”, ha detto Zbigniew Hoffmann, segretario del Comitato per la sicurezza nazionale del governo di Varsavia. E Berlino è a fianco della Polonia: “Dove i partner polacchi avranno bisogno di sostegno, lo otterranno”, ha detto il ministro della Difesa, Boris Pistorius, in riferimento ai timori per il confine orientale della Nato. Anche la Repubblica Ceca prende le sue contromisure ed ha avvisato la Germania di essere interessata all’acquisto di 77 carri armati Leopard di ultima generazione. Altro tema d’attualità è l’accordo sul grano, che i russi non hanno rinnovato dal 18 luglio. Mosca nega che ci sarà a breve un incontro tra Putin e il presidente turco Erdogan per discutere di come riattivare il patto per far partire le navi dai porti del Mar Nero senza conseguenze disastrose, e il Financial Times rilancia: il Cremlino studia un piano per far giungere i suoi prodotti nei Paesi africani. Una ammissione arriva dal viceministro degli Esteri, Sergei Vershinin: “Per quanto riguarda le rotte, si tratta in gran parte di una questione tecnico-logistica, che è già in corso di elaborazione”. Sul campo, continuano i raid russi su Odessa, dove Kiev ammette danni ad una “struttura importante”. Ma la guerra ha tante altre sfaccettature. Sul Fatto di domani leggeremo un dossier su mille aziende internazionali che non hanno mai lasciato la Russia o interrotto i loro affari da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina, nonostante gli embarghi, e del rapporto americano sulle armi destinate a Kiev, che invece sono finite nelle mani dei trafficanti.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Zaki tra qualche giorni in Italia. Il divieto di viaggio sarà rimosso dall’Egitto domenica a mezzogiorno, ha scritto Zaki sui social. “Stai tranquilla Bologna, arrivo tra qualche giorno”. Sarà accolto dalle polemiche della destra che lo critica per aver declinato la proposta di essere accompagnato nel nostro Paese con un volo di Stato. Ieri Maurizio Gasparri si chiedeva beffardamente in Aula se Zaki troverà il tempo di ringraziare il governo italiano a cui deve questo risultato, oggi il giovane è attaccato sui giornali di destra. Riccardo Noury di Amnesty International Italia ha commentato: “Gli attivisti per i diritti sono indipendenti dai governi. La decisione è corretta”.
“Piano fascista contro i magistrati”, ai domiciliari ex deputato Msi ed ex avvocato di Delle Chiaie. Progettavano la nascita di un “osservatorio occulto delle attività dei magistrati” e avevano messo a punto un piano contro toghe considerate sgradite. La Dia ha arrestato due persone a Caltanissetta: l’avvocato Stefano Menicacci e Domenico Romeo. L’accusa è di false informazioni al pubblico ministero in un procedimento per il delitto di strage. Perquisita anche l’abitazione di Adriano Tilgher, ritenuto dai magistrati esponente di spicco della disciolta organizzazione Avanguardia Nazionale, condannato nel 1981 per riorganizzazione del partito fascista e le abitazioni dell’avvocato Saverio Ingraffia e del prof. universitario Francesco Scala.
Notte di terrore in casa Donnarumma a Parigi. Il portiere del Paris Saint-Germain e la compagna designer di interni Alessia Elefante sono stati vittime di una violenta rapina da mezzo milione di euro: aggrediti, legati e sequestrati in casa, un condominio di lusso situato in Avenue Montaigne, una dei viali più chic della capitale.
A che ora si mangia? Un pamphlet di Alessandro Barbero mette a fuoco il legame tra le abitudini alimentari degli ultimi tre secoli e le differenze sociali ed economiche.