Il Fatto di domani. Giorgia chiusa all’angolo apre sul salario minimo (per spaccare l’opposizione?). Il finanziamento ai partiti scuote il M5S, Prodi il Pd

Di Il Fatto Quotidiano
22 Luglio 2023

GIORGIA ALL’ANGOLO APRE SUL SALARIO MINIMO. Da una parte c’è il sondaggio ancora secondo cui 7 italiani su 10 sono favorevoli al salario minimo (anche tra gli elettori di FdI), dall’altro i ministri incompetenti che ogni giorno ci regalano una perla in materia. Poi l’opposizione, per una volta unita sull’argomento (tranne Renzi ovviamente) che ha gioco facile a mantenere il tema caldo, viste le sparate dei vari Musumeci e Tajani. Un mix che deve aver spinto Meloni ad uscire dal cul-de-sac in cui si è infilata (con l’emendamento soppressivo del salario minimo in votazione martedì prossimo). E’ il senso della decisione della premier, consegnata a Repubblica, di “aprire al dialogo“ con la sinistra. E Giorgia lo fa rispondendo a Calenda: “Ho trovato molto garbato l’appello di Calenda. Siccome penso che sia giusto aprire al confronto quando c’è un’opposizione non pregiudiziale non escludo di rispondere”. Non si è fatta attendere la risposta di Elly Schlein che si dice disponibile a un incontro con la presidente del Consiglio, “anche domattina”, chiedendo che però che “la maggioranza ritiri l’emendamento soppressivo”. Sul Fatto di domani vedremo cosa c’è dietro quest’apertura (vera o per spaccare il fronte opposto?) e come le opposizioni intendono muoversi. Sull’argomento anche un intervento del presidente uscente dell’Inps, Pasquale Tridico.


PATUANELLI EVOCA IL RITORNO AL FINANZIAMENTO AI PARTITI: TENSIONE NELL’M5S. L’apertura di Patunelli al finanziamento pubblico ai partiti è stato un fulmmine a ciel sereno i casa 5 Stelle. L’ex ministro, parlando al Corriere, ha spiazzato i colleghi di partito, offrendo una sponda insperata a Pd e destra sul ritorno dei fondi statali per la politica. Patuanelli in realtà ha in mente un modello rigoroso, come quello del Parlamento europeo, ma le sue parole sono un grimaldello per chi sogna molto più in grande. Ad ora in commissione ci sono due proposte, una del Pd e una della destra. La prima prevede che chi non sceglie a quale partito destinare il 2×1000 finisce comunque per dar soldi ai partiti, tramite un fondo aumentato di 20 milioni. La seconda, invece, contempla strade più dirette. I 5S avevano in programma una riunione sul tema la prossima settimana per trovare un modo per non lasciare l’attività politica solo ai ricchi, ma una quadra ancora non c’è. Conte ha consegnato la sua dura risposta a Facebook: “Lo dico senza girarci intorno: la posizione del M5S è sempre stata e resta contraria al finanziamento pubblico dei partiti”. Sul Fatto di domani vedremo cosa si sta muovendo tra Parlamento e dintorni e vi racconteremo anche una storia di sprechi che viene dalla Sicilia.


SBERLA DI PRODI AL PD. STRADA OBBLIGATA PER NON SPARIRE. “Bisogna che il Pd ricominci parlare con gli italiani affrontando l’origine e la causa del declino e indicando la strada per la rinascita. Non possiamo continuare a essere un partito rassegnato in un Paese rassegnato”, l’ex premier Romano Prodi va giù duro, per scuotere il Partito democratico. E lo fa intervenendo alla kermesse Dem, “Energia popolare” a Cesena: “Il populismo è il rifugio del popolo che non trova casa. E la casa non l’ha trovata nemmeno nel Pd. Il Pd ha perso metà dei suoi elettori, 6 milioni di voti. Questo deve obbligarci a riflettere su come costruire la casa che possa ospitare gli italiani”. Una tirata d’orecchi a tutto campo, con una serie di questioni messe sul tavolo, dal salario minimo, al ruolo dell’Europa, alla crisi della sanità. Sul giornale di domani vedremo come i Dem accoglieranno la ramanzina dell’ex leader.


COSÌ LE ARMI FORNITE ALL’UCRAINA FINISCONO AI CRIMINALI. INCONTRO BIDEN-MELONI. Ennesima giornata bollente in Ucraina, con il ponte che collega la Crimea chiuso e poi riaperto per gli attacchi dei droni ucraini alla penisola controllata dai russi. Poi l’accusa di Mosca: sarebbero state usate bombe a grappolo nell’attacco costato la vita al giornalista della Ria Novosti Rostislav Zhuravlev nella regione di Zaporizhzhia (ferito dalle stesse armi anche un fotografo tedesco del giornale Deutsche Welle, Eugene Shilko). Lo sostiene la stessa agenzia di stampa, mentre Vladimir Dzhabarov, vicepresidente del Comitato internazionale del Consiglio della Federazione, accusa gli Stati Uniti di essere “direttamente responsabili” dell’uccisione del reporter e del ferimento di altri quattro. Il tutto mentre il capo degli 007 britannici invita a “non umiliare Putin” e la Federazione ha compiuto numerosi attacchi sul suolo ucraino. Sul giornale di domani ci occuperemo anche di un recente report che parla delle armi fornite a Kiev e finite in mano dei criminali: vengono descritti una serie di complotti criminali per rubare armi, munizioni e attrezzature dal campo di battaglia. Poi ci occuperemo del viaggio in Cina dell’emissario del Vaticano, il cardinal Zuppi, e dell’incontro previsto per martedì tra Biden e Meloni.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Il Pnrr s’incaglia anche sulla riqualificazione dei borghi. Una pioggia di milioni sui piccoli borghi italiani da riqualificare. Un’idea partorita dall’allora ministro Franceschini, che consisteva nel finanziare un centro storico a regione, scelto dall’amministrazione regionale. Sul Fatto di domani una ricostruzione per vedere quali sono i problemi e un reportage da due comuni, uno in Sicilia e l’altro in Piemonte.

L’estate calda per la sanità. Il 15% degli ambulatori chiusi, un medico su tre in ferie, la qualità dell’assistenza compromessa in almeno un reparto su due e i camici che per non abbandonare i pazienti fanno ore di straordinario, turni di notte e saltano i riposi settimanali. Negli ospedali italiani si sta vivendo l’ennesima estate di crisi, in particolare nei reparti di medicina interna. Lo stato (drammatico) dell’arte viene denunciato dall’indagine della Federazione medici internisti ospedalieri.

I legami tra boss e destra estrema. Una nuova puntata sui presunti legami tra stragi di mafia e uomini della destra eversiva.

Israele in piazza contro Netanyahu. Decine di migliaia di manifestanti hanno manifestato davanti la Knesset, il parlamento israeliano a Gerusalemme, in quello che viene definito dai media israeliani come l’ultimo disperato tentativo di fermare la riforma della giustizia voluta dal governo del premier Benjamin Netanyahu.

C’erano una volta i Goblin. Il nostro Alessandro Ferrucci intervista Claudio Simonetti, storico leader dei Goblin, il gruppo famoso per le musiche dei film di Dario Argento.

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