L’unica mossa intelligente della nuova Rai è stata accantonare l’idea, partorita da non si sa quale mente malata, di affidare a Peter Gomez il martedì di Rai3 liberato da Bianca Berlinguer. Far condurre un programma giornalistico a un altro giornalista avrebbe creato un pericoloso precedente per la prossima stagione: quello di dare notizie vere, che per questo governo (e non solo questo) sono peggio dell’aglio per i vampiri. Pensate allo scandalo Santanchè: anziché chiamare i soliti camerieri a farsi una domanda e darsi una risposta, un Gomez avrebbe raccontato i fatti e sfidato gli ospiti a confrontarvisi. Pussa via: molto meglio chiudere anche l’ultimo talk giornalistico Rai (Vespa, com’è noto, è un “artista”) e rivolgersi a una strana figura dalla professione incerta ma dall’affidabilità certissima: Nunzia De Girolamo, ex ministra forzista e alfaniana divenuta una Barbara D’Urso che non ce l’ha fatta, però gradita a destra, ai renziani (tramite l’agente Presta) e pure al Pd (tramite il marito Boccia: ricordate le balle dei giornaloni sull’“asse Meloni-Conte in Rai”? Ecco). Perfetta per non dare fastidio (né notizie) a nessuno.
Ed eccoci alle mosse stupide. La prima è il fantasmagorico “Report di destra” di cui parliamo a pag. 14. La seconda è stata cancellare il programma di Filippo Facci all’ora della pennica su richiesta di quei geni di Pd & Rep per una battutaccia su Libero. A noi Facci è simpatico quanto un ascesso al dente del giudizio, ma non vediamo che diritto abbiano i capi Rai di sindacare gli articoli di giornale. E non vedevamo l’ora che partisse I Facci vostri, ovviamente per non guardarlo mai. La par condicio della censura ha prodotto quella a Saviano, che il suo programma l’ha già addirittura registrato, quindi la Rai lo paga e non lo manda in onda. Il tutto perché Saviano, come tutti sanno da anni, ha insultato Meloni (“bastarda”) e Salvini (“ministro della malavita”). E ne risponde in tribunale, com’è giusto che sia. Ma la Rai non è il Ministero della Verità: non può sentenziare con rito abbreviato al posto dei giudici. E, anche se Saviano fosse condannato, il suo programma dovrebbe giudicarlo il pubblico, non i magistrati o i telemanutengoli del governo. A proposito: tutto ciò non accadrebbe se l’ad Rai Carlo Fuortes avesse portato a termine il suo mandato, che scadeva fra un anno, anziché incassare la buonuscita offerta dal governo Meloni sotto forma di decreto ammazza-Lissner per liberargli il posto al teatro San Carlo di Napoli. Che lui finse di rifiutare e ora si affretta ad accettare. Se Fuortes fosse un uomo di destra, tutte le palle di “TeleMeloni” finirebbero in buca: invece purtroppo viene dal circoletto del Pd e fu messo lì dal mitico Draghi. Se abbiamo i Peggiori, è tutto merito dei Migliori.