Dopo aver ascoltato gli “Appunti” della presidente del Consiglio il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha mormorato: “Vuol dire che venerdì a palazzo Chigi le faremo un disegnino”. Poi, nella dichiarazione pubblica si è attenuto a frasi più sobrie. Il disegnino però sarebbe utile perché Giorgia Meloni nel suo video ha travisato la realtà.
Dice Meloni
“Il salario minimo potrebbe non essere soluzione efficace. Perché in Italia abbiamo un’altissima percentuale di lavoratori coperti da contratti nazionali che prevedono tutti anche una retribuzione minima. Se io decidessi di stabilire una cifra minima oraria di retribuzione per tutti che inevitabilmente dovrà stare nel mezzo (qui non spiega, forse semplifica i riferimenti al salario medio e mediano, ndr) mi troverei con un salario minimo legale che in molti casi potrebbe essere più basso dei minimi contrattuali. Rischiamo il paradosso di un salario sostitutivo e non integrativo peggiorando il salario di molte più persone di quelle a cui invece lo migliorerebbe”.
La vera proposta
Chi conosce la materia sa che la presidente del Consiglio non conosce la legge presentata dalle opposizioni, oppure, più probabilmente, la conosce ma la travisa. Ecco il testo presentato a luglio dai leader delle opposizioni: “Per ‘retribuzione complessiva sufficiente e proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato’ si intende il trattamento economico complessivo, comprensivo del trattamento economico minimo, degli scatti di anzianità, delle mensilità aggiuntive e delle indennità contrattuali fisse e continuative dovute in relazione all’ordinario svolgimento dell’attività lavorativa, non inferiore, ferme restando le pattuizioni di miglior favore, a quello previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) in vigore per il settore in cui il datore di lavoro opera e svolge effettivamente la sua attività, stipulato dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative a livello nazionale. Il trattamento economico minimo orario stabilito dal Ccnl, non può comunque essere inferiore a 9 euro lordi”.
Si demanda così ai contratti la fissazione dei minimi contrattuali e, solo in seconda battuta, si interviene con il salario minimo legale.
Fake Rdc
Anche sul Reddito di cittadinanza la premier ha voluto intorbidire le acque: “Sul reddito di cittadinanza ho sentito molte polemiche e tantissime falsità. Primo: non perdono il reddito le persone disabili e non lo perdono gli over 60 come è stato scritto. Non lo perde chi ha figli minori a carico, neanche chi è in particolari condizioni di fragilità”. La quantità delle precisazioni su punti che nessuno ha contestato, fa pensare che il nervo sia ancora scoperto per il governo. Ma poi si alterano i dati. “Quando, nel dicembre scorso, abbiamo previsto che il reddito di cittadinanza sarebbe cessato dopo 7 mesi per chi era occupabile, ci risultava che le persone che avrebbero perso il reddito a fine luglio sarebbero state circa 300 mila. Ma quando il reddito è effettivamente cessato, queste persone sono molte di meno: circa 112 mila”.
Qui si ripete quanto detto dalla ministra Calderona, ma l’Inps ha inviato il famigerato sms a 169 mila nuclei e conta di inviarlo ad altri 80 mila. Ma l’Ufficio parlamentare di Bilancio a giugno stimava in 553 mila i nuclei che rimarranno senza tutela.
Dice ancora Meloni: “Da luglio a settembre si stimano nuovi 1,5 milioni di posti di lavoro quindi ci sono buone possibilità per questi ‘occupabili’ di trovare lavoro”. Ma a fruire del RdC ci sono tantissimi lavoratori dequalificati e soprattutto si dimentica che in termini di ore lavorate i dati sull’occupazione sono gli stessi del 2019.