Karl Marx è morto 140 anni fa eppure il suo pensiero continua a influenzare il tempo presente. La Marx Renaissance è un’onda culturale che ciclicamente si afferma agli occhi del mondo, registrata autorevolmente da prestigiose testate internazionali, che siano l’Economist o Der Spiegel. Il fenomeno interessa il mondo accademico più di quanto possa interessare quello politico e anche quando nei movimenti politici, vecchi e nuovi, si riconferma la visione del filosofo di Treviri – in particolare quella che vede contrapposte le ragioni del lavoro salariato agli interessi privati dell’economia capitalistica – si percepisce sempre uno scollamento culturale tra la ricerca e l’analisi marxiana e la sua traduzione in formule buone a gestire la politica quotidiana.
Nuova sinistra mondiale Nonostante questa precisazione, il vecchio Marx è il compagno di strada di una parte rilevante della sinistra internazionale, per lo meno di quella che si muove nel cuore del capitalismo, tra l’Europa e gli Stati uniti (non riusciamo a realizzare una rassegna che comprenda l’America latina e l’Asia, dove pure esistono fermenti importanti e, viste le caratteristiche da “capitalismo di Stato” non consideriamo il caso cinese).
Se n’era accorto qualche anno fa una fonte insospettabile, il Giornale di Milano, che notava come il marxismo fosse “più vivo che mai” osservando, ovviamente preoccupato, quanto stava avvenendo nel Labour party inglese, con la vittoria di Jeremy Corbyn (nel 2015), l’exploit di Bernie Sanders nelle primarie democratiche Usa (era il 2016) e il successo di formazioni come Podemos in Spagna e di lì a venire La France Insoumise in Francia o la stessa Syriza in Grecia. Non si trattava, certo, della riedizione dell’Internazionale comunista, fondata da Lenin nel 1921, quanto di un processo di socialismo più “dolce”, per usare un termine caro a Romano Prodi, con sfumature socialdemocratiche e compromessi programmati con il capitalismo. Ma il senso generale era, ed è, come vedremo, quello di rimettere al centro la difesa degli interessi e la dignità di quel vasto mondo che ha bisogno di lavorare per vivere e di cui le socialdemocrazie propriamente dette – tra cui il Pd italiano – non si occupano più.
Se il papa preoccupa “il giornale” Si può quindi affermare che lo “spettro” continui a girare assumendo volti e forme sempre diversi e anche sfuggenti. In quell’articolo del Giornale ci si preoccupava, per esempio, delle risonanze marxiane udibili nei messaggi di papa Francesco, il quale, con la sua insistenza sugli “scarti” sociali e la determinazione a difendere la dignità del lavoro – concetto ribadito con forza nel dicembre del 2022 quando ricevette una delegazione di 5.000 sindacalisti della Cgil guidati dal segretario Maurizio Landini – potrebbe collocarsi, se non fosse un’eresia, in questa ricostruzione. Che invece si soffermerà soprattutto sulle forme partitiche o elettorali di una corrente “neo-socialista” che dell’opera di Marx non può fare a meno.