Il Fatto di domani. Il salario di Meloni è così minimo che non serve a nulla. Vietato indagare su Renzi, Nordio manda i pm alla disciplinare

Di Il Fatto Quotidiano
12 Agosto 2023

PERCHÉ SALARIO MINIMO DI MELONI NON SERVE A NULLA. “Molte forze sindacali e tanti esperti di lavoro” hanno perplessità sulla misura: il timore è che “possa diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo per i lavoratori, andando così, per paradosso a peggiorare la condizione di molti”. Giorgia Meloni, sondaggi alla mano secondo cui il 75% degli italiani è favorevole, cerca ancora una via d’uscita per non finire asfaltata dalle opposizioni su un tema così delicato. E lo fa con una lettera pubblicata dal Corriere della sera. E fin qui siamo ai timori. Poi quando arriviamo alle proposte il discorso si fa serio: il piano è quello “di avviare un serio confronto nella sede preposta a farlo per Costituzione e cioè il Cnel. Un confronto celere, da concludersi in 60 giorni con una proposta concreta sul tema del lavoro povero, non solo sul salario minimo”. Con questo metodo “e una tabella di marcia certa, possiamo arrivare prima della legge di Bilancio a una proposta di legge condivisa con le parti sociali. Ho chiesto alle opposizioni di dare il loro prezioso contributo, ho avuto già la piena disponibilità del Cnel a lavorare a questa proposta”. Dopo il nulla di fatto dell’incontro di ieri ( “Siamo entrati a Chigi con una proposta chiara per alzare gli stipendi a quasi 4 milioni di lavoratori. Da Meloni non sono arrivate però né proposte, né idee. Bnessun compromesso al ribasso”, sintetizza Conte) sul Fatto di domani vedremo come si articola la proposta della destra e metteremo insieme tutti i punti che la rendono completamente inutile. E ci occuperemo anche di Brunetta, ora al Cnel, ma con un passato da ministro della Funzione pubblica: metteremo in fila tutte le sparate contro i lavoratori. Sempre nel comparto leggerete un’intervista alla sindaca di Carrara, dopo il caso dei poveri umiliati in coda.


VIETATO INDAGARE SU RENZI, NORDIO MANDA I PM DAVANTI ALLA DISCIPLINARE. Renzi chiede, Nordio esaudisce ogni desiderio. Il ministro della Giustizia ha avviato un’azione disciplinare contro i pm di Firenze che indagano sul caso Open. Azione che li mette formalmente in stato d’accusa per “grave violazione di legge determinata da ignoranza grave e inescusabile” (aveva già mandato gli ispettori). Un atto che ci riporta indietro con la memoria ai tempi di Berlusconi premier. Ed è ancora più imbarazzante perché il leader di Italia Viva Matteo Renzi aveva chiesto a gran voce l’intervento del ministro. Detto, fatto. Un’iniziativa resa ancora più greve dal fatto che a giudicare il pm Luca Turco e il sostituto Antonino Nastasi sarà la sezione disciplinare del Consiglio Superiore della magistratura presieduta dall’avvocato Fabio Pinelli, che prima di approdarvi era il difensore sia del tesoriere Alberto Bianchi sia del Senato, che rappresentò nella querelle contro i magistrati fiorentini sull’acquisizione delle mail e delle chat di Renzi senza autorizzazione preventiva del Parlamento. Sul giornale di domani, oltre a particolari e conseguenze dell’iniziativa, leggerete anche un focus sui danni provocati dalla riforma della giustizia targata Cartabia.


L’ULTIMO ADDIO A MURGIA. E IL GOVERNO NON C’È. Il feretro accolto da un lungo applauso durato oltre 5 minuti, la scalinata gremita da una folla silenziosa a rendere l’ultimo omaggio a Michela Murgia, alla chiesa degli Artisti in piazza del Popolo a Roma. Mille persone solo fuori dall’edificio che hanno intonato “Bella ciao”: famiglie arcobaleno, giornalisti, rappresentanti del mondo della cultura, gente comune giunta per rendere omaggio a chi ha sempre regalato un sorriso a tutti. E anche i politici rendono omaggio. Tra i primi ad arrivare, la segretaria del Pd Elly Schlein, poi arrivano anche Francesca Pascale e sua moglie Paola Turci. Mentre per il governo non si è presentato nessuno. L’unica composizione presente in chiesa vicino alla bara è quella scelta e voluta da lei, con fiori di carciofo, limoni, peperoncino e mirto. Anche la corona del Comune è stata rimandata indietro. Durante la cerimonia diversi amici della scrittrice hanno preso la parola per ricordarla, da Roberto Saviano a Lella Costa a Chiara Valerio.


AMERICANI SEMPRE PIÙ STUFI DELL’APPOGGIO A KIEV. Mentre la controffensiva arranca, gli ucraini provano l’attacco dall’alto con i missili in Crimea: razzi abbattuti dai dispositivi russi, così come i circa 20 droni lanciati il direzione del territorio controllato da Mosca, in particolare verso il ponte che collega alla terraferma. Questo mentre l’esercito russo bombardava la regione Kherson, la zona di Zaporizhzhia dove c’è la centrale nucleare e Kharkiv. Lo stesso è avvenuto a Kryvyi Rih, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Attacchi che hanno prodotto qualche morto e diversi feriti. Sul Fatto di domani leggerete anche novità che arrivano dagli Stati Uniti, dove secondo un sondaggio sono sempre di più gli americani che storcono il naso per l’appoggio all’Ucraina. Ma vedremo anche cosa fa la Nato per propagandare la propria visione.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Suicidi in cella, Nordio a Torino. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio è stato al carcere delle Vallette di Torino, dove ieri due detenute si sono tolte la vita a distanza di poche ore. “Bene che il ministro Nordio visiti il carcere di Torino ma non vogliamo capri espiatori“, ha dichiarato il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella.

Alluvione, lite Meloni-Bonaccini. “Non bisogna cedere alla fretta ed alla frenesia che pare rispondere al desiderio di qualcuno di avere un pò di visibilità, alimentando polemiche inutili”. Lo scrive la premier Meloni in una lettera inviata al governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. E ancora: il governo ha già stanziato 4,5 miliardi per la ricostruzione delle zone alluvionate e questa iniziativa non si esaurisce qui. “Gli unici soldi arrivati sono quelli dati dalla Regione – ha replicato il governatore – La fretta che Meloni mi imputa, in realtà, è quella dei nostri concittadini”.

Allarme bomba sulla Torre Eiffel. Tre piani della Torre di Parigi sono stati evacuati per un allarme bomba. Una squadra di artificieri e della polizia si è recata sul posto per perlustrare l’area, compreso un ristorante situato su uno dei piani. L’allarme è cessato dopo l’ispezione, durata tre ore.

Cure a Giorgia, la Asl contro Lucarelli. Il botta e risposta tra Selvaggia Lucarelli, la Asl e la Regione Puglia. Il caso è quello delle cure di Giorgia di cui ci siamo occupati.

Riecco Matano. Il nostro Alessandro Ferrucci intervista il comico Frank Matano che torna a settembre con “Italia’s got talent” e poi con “Prova prova sa sa”.

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