Il Fatto di domani. Caro prezzi e immigrazione: i cavalli di battaglia di Meloni si sono trasformati in un boomerang

18 Agosto 2023

BENZINA SUL FUOCO: IL MINISTRO URSO SMASCHERA LE PROMESSE FASULLE. “Il governo Meloni ha preferito utilizzare quelle risorse per il taglio del cuneo fiscale, per i salari più bassi e le famiglie più numerose”: non fossero bastate le uscite di ieri – quando aveva dichiarato, come un cittadino qualunque, che i prezzi alti dei carburanti sono dovuti alle accise – oggi il ministro delle Imprese e del Made in Italy è tornato, sui giornali e in tv, sulla misura voluta da Draghi che aveva consentito di calmierare i prezzi. Smentendo, di fatto, molte delle promesse della sua stessa coalizione. Solo l’8 febbraio scorso, per esempio, il vicepremier Salvini assicurava: “L’accordo è che qualora si arrivasse sopra i 2 euro, il governo interverrà”. Come abbiamo visto, il prezzo della verde al self service in autostrada ha passato da giorni quella quota (oggi la media è 2,019). Ma Urso prova a buttare la palla in tribuna, sostenendo che “da tre giorni i prezzi sono sostanzialmente stabili”, che con i soldi delle accise il governo sta aiutando le famiglie e ribadendo che ci sono Paesi messi peggio di noi. Abbiamo scritto oggi che, invece, quel tesoretto servirà ad affrontare la manovra d’autunno. Altroconsumo ha lanciato una petizione per chiedere al governo di ripristinare il taglio delle accise: in poche ore sono state raccolte oltre 100mila firme. E sono decine le iniziative analoghe su change.org. Sul Fatto di domani, vedremo che l’esecutivo a guida Meloni rischia, a breve, di darsi la zappa sui piedi da solo. E non solo per la rivolta dei consumatori.


I GUAI DEL GOVERNO: SUI MIGRANTI SOLO CHIACCHIERE E DISTINTIVI, IMPEGNI NON MANTENUTI. In teoria la Destra aveva la soluzione in tasca per risolvere la questione dei migranti. Oggi la realtà presenta il conto al governo Meloni: nel 2023 si potrebbe superare la quota dei 180 mila ingressi, che era la cifra record registrata nel 2016. È stato il Viminale – non qualche Ong “sovversiva” – a stabilire che dall’inizio dell’anno sono stati più di centomila i migranti approdati sulle coste italiane. Eppure, nel settembre dell’anno scorso, era stata l’attuale premier ad affermare che avrebbe messo un freno agli sbarchi. E non sembra essere servito – almeno sino a questo momento – il patto siglato con la Tunisia, firmato dall’Italia e dall’Unione europea, con uno stanziamento di 100 milioni di euro, per fermare la tratta di esseri umani che ha una intensa attività proprio nel Paese del Nord Africa. Una situazione che mette in difficoltà anche la Lega, alleato di governo. Come abbiamo scritto sul giornale di oggi, i sindaci del Carroccio sono in rivolta: “Li scaricano qui, ma non siamo un front-office. Dal governo un atto ostile”. Dalla Cassazione poi arriva una indicazione di cui si dovrà tenere conto: i richiedenti asilo non possono essere definiti clandestini. L’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) infatti ha segnala un ricorso vinto in Cassazione contro la Lega Nord che aveva usato il termine “clandestino” al posto di richiedente asilo in un manifesto politico a Saronno. Sul Fatto di domani leggeremo altri particolari sulla questione governo e migranti.


GUERRA IN UCRAINA, GLI 007 USA: KIEV NON RAGGIUNGERÀ GLI OBIETTIVI DELLA CONTROFFENSIVA. IL NEW YORK TIMES: 500 MILA I SOLDATI MORTI E FERITI SUI DUE FRONTI. MOSCA METTE AL BANDO IL CENTRO SAKHAROV. Se uno degli obiettivi del presidente Zelensky e dei suoi generali era quello di riconquistare Melitopol per poi aprirsi la strada verso la Crimea, allo stato delle cose il suo raggiungimento appare improbabile. L’intelligence statunitense stima che la città chiave del sud-est del Paese non sarà ripresa dalle truppe di Kiev. A confermarlo sono state alcune fonti al quotidiano americano Washington Post. La Casa Bianca si smarca con la dichiarazione di Jake Sullivan, il consigliere alla sicurezza nazionale del presidente Joe Biden: “Non commento le indiscrezioni di intelligence. Negli ultimi due anni ci sono state molte analisi su come la guerra si sarebbe evoluta. Noi stiamo facendo il possibile per sostenere gli ucraini. Non facciamo previsioni perché la guerra, questa guerra, è imprevedibile. Ho fiducia nel coraggio degli ucraini”. In questo quadro tiene sempre banco la concessione dei jet da combattimento F-16 a Kiev e l’addestramento dei piloti. Gli Stati Uniti ribadiscono che sono pronti ad affiancare gli alleati europei nel preparare i piloti, e Danimarca e l’Olanda hanno ricevuto l’autorizzazione dagli Usa a fornire i caccia all’Ucraina non appena sarà completato l’addestramento. In tutto si parla di 60-70 aerei da combattimento. A Mosca nel frattempo si serrano le maglie sull’opposizione già falcidiata: il tribunale di Mosca ha ordinato la chiusura del Centro Sakharov, già riconosciuto come ‘agente straniero’ nel dicembre del 2014, su richiesta del ministero della Giustizia. Il Centro Sakharov era stato fondato nel 1990 dall’attivista Elena Bonner per mantenere in vita la memoria del marito, dissidente e Premio Nobel per la pace. Il centro ospitava dibattiti e l’archivio di Sakharov. Il ministero della Giustizia ha denunciato “violazioni sistematiche gravi e irreparabili della legge”, in particolare con la mostra itinerante “Andrei Sakharov – un uomo dell’epoca”. Sul Fatto di domani leggeremo quanto drammatica sia la situazione di Ucraina e Russia dopo un anno e mezzo di guerra – secondo il New York Times sono mezzo milione i caduti e feriti in totale – e la ricerca spasmodica di nuove truppe da spedire al fronte.


USA, TRUMP ANNULLA LA CONFERENZA STAMPA DI LUNEDÌ E CHIEDE IL RINVIO DEL PROCESSO. SUL WEB MINACCE ALLA PROCURATRICE E AI GIURATI. Sono trascorsi quattro giorni dalla nuova incriminazione (la quarta) che lo colpisce e l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump decide di cambiare strategia. Il magnate repubblicano, infatti, aveva annunciato per il prossimo lunedì una conferenza stampa in cui avrebbe presentato un dossier con cui, a suo dire, avrebbe rivelato prove inoppugnabili per dimostrare le frodi elettorali dei democratici in Georgia durante le presidenziali del 2020. Invece, sul suo social Truth, l’ex presidente ha annunciato che “la conferenza non è più necessaria” e che allegherà il rapporto in maniera formale nella difesa curata dai suoi avvocati, che avevano espresso preoccupazione per questo nuovo show mediatico. La quarta incriminazione di Trump riguarda l’aver agito per ribaltare l’esito delle elezioni presidenziali del 2020 con ben 13 capi di imputazione presentati dall’accusa, tra cui uno riguardante la legge antiracket e il sobillamento di un pubblico ufficiale a infrangere il giuramento di fedeltà. I suoi legali hanno inoltre chiesto il rinvio del processo all’aprile del 2026, giustificandolo con la necessità di maggior tempo per curare la difesa. La prima incriminazione era giunta lo scorso 30 marzo e riguardava il pagamento elargito alla attrice hard Stormy Daniels; la seconda il 9 giugno per aver trattenuto nella sua tenuta in Florida di Mar-a-Lago documenti riservati, mentre la terza, la più recente, il 2 agosto, fa riferimento agli eventi legati all’assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2021 da parte dei suoi elettori più estremisti. E proprio l’estrema destra che si rivede nei valori di The Donald ora prende di mira i giudici. Sul web sono comparse numerose minacce a Fani Willis, la procuratrice che ha imbastito la nuova accusa a Trump in Georgia. Tra i vari messaggi inviati figurano anche espliciti riferimenti ai nomi e indirizzi dei giurati del processo, che dovrebbero restare anonimi. L’udienza preliminare, a cui dovrebbe presenziare Trump, è fissata per il prossimo 28 agosto. Sul Fatto di domani analizzeremo nel dettaglio questa nuova incriminazione e leggeremo perché sia diversa e più complicata per l’ex presidente, tanto da mettere a rischio la sua corsa alla Casa Bianca.

LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Frasi omofobe, il generale Vannacci rimosso dal comando. Il generale Roberto Vannacci è stato rimosso da capo dell’istituto geografico militare di Firenze, su disposizione dello Stato Maggiore dell’Esercito. Vannacci è stato messo a disposizione del comando delle forze operative terresti rimanendo nella sede del capoluogo toscano. L’alto ufficiale ha commentato: “Quando scrivevo questo libro sapevo che avrebbe dato da discutere ma sicuramente non mi aspettavo questo polverone. Non replicherò a decisioni che arrivano da una catena gerarchica. Lo farò nelle sedi opportune”.

Palermo, violenza sessuale di gruppo su una 19enne: sette arresti. Hanno violentato a turno una ragazza di 19 anni dopo averla condotta in una zona appartata dai bar della movida. Sono stati arrestati oggi altri quattro ragazzi, dopo i tre dei giorni scorsi. I sette hanno un’età tra i 18 e i 22 anni. La violenza sessuale di gruppo era avvenuta lo scorso 7 luglio a Palermo. Decisive nel documentare lo stupro le telecamere di videosorveglianza, che inchioderebbero gli arrestati.

Cuneo, catturato dopo 48 ore Sacha Chang, in fuga dopo un duplice omicidio. Un ampio dispiegamento di forze, 200 carabinieri, unità cinofile, 2 elicotteri e 10 cacciatori esperti della zona hanno permesso di giungere alla cattura di Sacha Chang, un ragazzo olandese di 21 anni, accusato di aver ucciso a coltellate il padre e l’amico che li ospitava, a Montaldo Mondovì in provincia di Cuneo e di essersi poi dato alla fuga fra i boschi del cuneese. Il giovane è stato ritrovato con evidenti tracce di sangue mentre dormiva su una panchina nei pressi della Cappella di San Bernardo, una chiesetta fra i boschi della zona.

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