Si chiama “Gol”, dovrebbe aiutare i disoccupati a ricollocarsi, ma finora sembra sia andata in rete solo nelle Regioni del Nord – e nemmeno tutte – dove i posti di lavoro sono in quantità maggiore. La “Garanzia per l’occupabilità dei lavoratori”, misura che fa parte del Pnrr, offre un altro avvertimento su quanto avverrà ora che il Reddito di cittadinanza è stato tolto alle famiglie con componenti ritenuti, sulla carta, “occupabili”. I risultati delle ricollocazioni sono molto diversi a seconda dei territori: in sostanza al Nord a trovare un impiego è stato quasi il 40% di chi fa parte del programma, nel Meridione si scende a uno su cinque.
Esito scontato per tutti tranne che per il governo, che invece si aspetta che le centinaia di migliaia di persone con il Reddito di cittadinanza scaduto ci mettano poco a entrare nel mercato del lavoro. Intanto va premesso che i partecipanti a Gol non sono tutti assistiti da Rdc: i beneficiari dello strumento anti-povertà rappresentano il 22,1% del totale dei presi in carico. Parliamo di una platea complessiva di 1,4 milioni di persone e i percettori di Rdc sono 318 mila. L’Anpal, agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, ha diffuso i risultati a sei mesi dall’avvio. Ad aver trovato lavoro è il 29,7%. Circa 240 mila su 809 mila persone “attivate” da almeno un semestre. Di questi, 38 mila avevano già un posto, ma erano “working poor”, con reddito molto basso e quindi hanno potuto partecipare.
Visti i precedenti non un brutto risultato, anche se il 62,5% ha avuto contratti precari. Ma, come al solito, i numeri sono distribuiti in un territorio assai disomogeneo. Può essere allora interessante incrociare questi numeri con quelli sulle famiglie che, tre settimane fa, hanno perso il Reddito di cittadinanza.
Partiamo dalla Sicilia, che con quasi 38 mila nuclei andati a scadenza è prima nella classifica dei perdenti del fu reddito di cittadinanza. Se invece guardiamo la graduatoria dei risultati di Gol, la piramide si rovescia ed è penultima: solo il 20,3% dei presi in carico si è ricollocato. Da quel punto di vista, peggio dell’isola fa solo la Calabria, con il 19,8% di avviati al lavoro grazie a Gol. A Catanzaro e dintorni, però, oltre 14 mila nuclei hanno perso il Reddito, cifra che la pone al quarto posto nella classifica delle cessazioni del sussidio. In Campania l’aiuto statale è stato sottratto a quasi 37 mila nuclei e i dati sulle ricollocazioni sono solo di poco migliori delle altre Regioni meridionali, arrivando al 26,8%, circa tre punti inferiore al dato nazionale.
Quali, invece, le Regioni con risultati migliori? Nella Provincia di Bolzano – dove solo una trentina di famiglie ha perso l’assegno – le ricollocazioni arrivano al 45%. Ma ovviamente le percentuali risentono dei numeri molto bassi di popolazione coinvolta. Più interessante è il Veneto, con le ricollocazioni che raggiungono il 39,2%, mentre le famiglie rimaste senza Rdc sono poco più di 2 mila. Fa bene anche la Toscana, con il 38,6% di ricollocazioni (poco più di 4 mila i nuclei con Reddito scaduto).
I dati sono condizionati da fattori demografici. È normale che le Regioni più popolose abbiamo anche, in valore assoluto, un numero più alto di beneficiari del Rdc. Così come è ovvio che le Regioni più povere del Paese, quelle meridionali, avendo in partenza una quantità più alta di percettori, ora presentano maggiori quantità di chi sta perdendo il Reddito di cittadinanza. Tuttavia, è proprio questa l’ovvietà che il governo ha ignorato. Tagliando lo strumento anti-povertà era scontato che a risentirne di più sarebbero state le Regioni più in difficoltà e con meno posti di lavoro. La domanda di lavoro scarsa ora ostacolerà la collocazione di queste persone: un fattore cruciale che l’esecutivo Meloni non ha mai voluto prendere in considerazione.
Come può il governo pensare di trovare lavoro a così tante persone nelle Regioni nelle quali i numeri sugli avviamenti – di una platea che tra l’altro non conta solo percettori del Reddito di cittadinanza – sono finora stati così bassi? Che cosa succederà a chi ha perso il Reddito di cittadinanza? Una parte di queste persone non avrà più alcun aiuto. Un’altra, quella con Isee inferiore a 6 mila euro, potrà chiedere lo Strumento per la formazione e il lavoro: 350 euro al mese a persona a patto che si seguano corsi di formazione. Potranno quindi anche loro aderire alla “Gol” – probabilmente molti lo hanno già fatto – e sperare di rientrare nella minoranza che riesce a trovare un posto. Altrimenti, dopo dodici mesi, resteranno senza lavoro e senza alcun aiuto.
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