Sul trasloco del generale Vannacci si leggono commenti, se possibile, ancor più demenziali del libro che li ha provocati. La destra invoca l’articolo 21 della Costituzione. Da sinistra risponde la Schlein che “la Costituzione non mette tutte le opinioni sullo stesso piano”. E sbagliano tutti. L’ufficiale comandava l’Istituto geografico militare e i suoi capi, il ministro della Difesa Crosetto e lo Stato maggiore, hanno ritenuto alcune frasi del suo libro Il mondo al contrario incompatibili col decoro dell’istituzione. Ma non gli hanno proibito di dire ciò che pensa: gli han tolto l’incarico. Noi pensiamo che abbiano fatto benissimo, altri (come Elena Basile) no. L’importante è inquadrare la questione nei giusti termini: la libertà di espressione è sacra, visto che la Carta tutela tutte le idee senz’alcuna gerarchia (con buona pace della Schlein), ma qui c’entra come i cavoli a merenda.
Le libertà non hanno limiti, salvo quelli fissati dalla Costituzione e dalla legge. Io sono libero di bere alcol e di guidare l’auto, ma non consecutivamente né simultaneamente: la legge lo vieta a tutela dell’incolumità pubblica. Se un giudice pensa peste e corna del suo imputato, non deve dirlo: se lo dice, deve astenersi in nome dell’imparzialità del processo. Se un avvocato pensa che il cliente sia colpevole, non deve dirlo: se lo dice, risponde di infedele patrocinio. Abbiamo difeso il diritto di Marcello De Angelis a farneticare sulla strage di Bologna senza perdere il posto di portavoce della giunta laziale perché non è un pubblico ufficiale. Ma Vannacci è un militare che ha giurato sulla bandiera “di essere fedele alla Repubblica… di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina e onore tutti i doveri del mio Stato”. E la Costituzione “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo” (art. 2) e afferma che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (art. 3). Vannacci ritiene invece che i gay “non sono normali”, “la normalità è l’eterosessualità” e “la Natura a tutti gli esseri sani ‘normali’ concede di riprodursi”; e, “piaccia o no, non nasciamo uguali, quindi chi arriva in Italia dovrebbe ringraziare immensamente per la compassione”. Inclusa Paola Egonu: “è italiana di cittadinanza, ma i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”. Liberissimo il generale di pensare questo mix di nefandezze e idiozie: se però lo rende pubblico, tradisce il giuramento sulla Costituzione. Infatti ripete orgoglioso di avere scritto il libro “contro le minoranze”. Ma la Repubblica democratica che ha giurato di difendere in armi è nata proprio per tutelare le minoranze. Le maggioranze si tutelano da sole.