Lo speech più famoso del Novecento si scompone, a occhio nudo, in due momenti. Nel primo l’oratore guarda in basso e legge, di fatto, il testo su cui si era lambiccato fino alla notte precedente. Nel secondo si accende la scintilla, il miracolo, la magia. Scioglie le briglie delle sue parole solenni ma precostituite. Spezza […]
Shakespeare, notte insonne e poi ecco “I have a dream”
28 agosto ’63, il discorso - Al termine di una gigantesca marcia a Washington contro la segregazione, il reverendo dal palco ipnotizza l’America