Se siete ancora perse nell’atmosfera sognante delle vacanze, eccovi un nuovo orizzonte: immaginate di ritrovarvi a un certo punto della vostra vita senza le responsabilità di adesso, senza persone a carico, con relazioni libere e flessibili, una discreta disponibilità economica e una riserva di energie quasi intatte. Il futuro potrebbe essere fatto della stoffa dell’utopia: un cohousing tutto al femminile, in cui coinvolgere le amiche perse di vista negli anni del focus sul lavoro e/o sulla famiglia.
Chi scrive lo sogna da anni, ed eccolo realizzato in un quartiere nord di Londra: si chiama New Ground Cohousing, ed è una comunità di donne, per ora 26, dai 58 ai 94 anni, nel quartiere residenziale londinese di Chipping Barnet.
La foto della prima pagina del sito le riprende festose, sui gradini e sul balcone della loro comunità, con una allegra presentazione: “Siamo un gruppo di donne oltre i cinquant’anni che hanno creato la propria comunità in un nuovo condominio appositamente costruito a North London. Come alternativa alla vita solitaria, abbiamo vicini amichevoli e disponibili”.
Per ora, anche se completato nel 2016, è una specie di progetto pilota, che si fonda sull’idea che la condivisione di risorse e necessità non solo faciliti e renda migliore la vita degli ultra cinquantenni, ma rappresenti una soluzione ottimale anche dal punto di vista della comunità allargata: “Stiamo aprendo la strada affinché altri adulti oltre i 50 anni possano seguirla. Speriamo che abbiano un percorso più semplice del nostro, ora che abbiamo mostrato la via. La comunità di coabitazione per anziani potrebbe arricchire la vita di molti e ridurre le pressioni sui servizi sanitari e assistenziali, se le autorità locali, gli urbanisti, i responsabili delle politiche e i costruttori aiutassero a rimuovere i molti ostacoli posti dalla società”.
Il riferimento è alla lunga battaglia che questa comunità di donne hanno dovuto affrontare prima di poter inaugurare la loro isola: ci sono voluti 18 anni per realizzarla. È nata dall’iniziativa di un nucleo di amiche che, racconta al Guardian Maria Brenton, rappresentante di UK Cohousing Network che coordina le molte iniziative inglesi per il co-housing: “Erano determinate a non voler passare il resto della loro vita sedute in una sala da pranzo a cantare Daisy Daisy e Pack Up Your Troubles. Ci siamo opposte con fermezza all’ageismo e al paternalismo, all’infantilizzazione delle persone anziane da parte dei servizi di assistenza sociale”.
20 anni fa, Brenton stava studiando per un dottorato sulla terza età ed era incappata negli esperimenti di edilizia sociale nei Paesi Bassi, attivi già dagli Anni Ottanta. Al ritorno a Londra aveva contattato una serie di organizzazione di donne etero e lesbiche con l’idea di un progetto di coabitazione al femminile. Dall’entusiasmo di alcune di loro è nato l’Older Women’s Cohousing group, che ha poi iniziato il lungo lavoro per ottenere le autorizzazioni e realizzare l’esperimento.
Battaglia vinta: New Ground ora è composto da 25 appartamenti per 26 residenti (c’è anche una coppia sposata), tutte donne sopra i 50 anni. Vivono quindi in spazi indipendenti, ma con zone condivise: un salone utilizzato per attività sociali, dalle cene settimanali alle serate cinema allo yoga, e una suite per eventuali ospiti.
Alcune delle occupanti continuano a lavorare, altre sono occupate nel volontariato locale. È una creazione femminile e femminista, ma non escludente: gli uomini sono benvenuti, ma in qualità di amici, amanti, figli, fratelli; mai residenti. E no, non serve una mano maschile nei lavoretti di manutenzione: le ragazze dai capelli bianchi se la cavano benissimo da sole.