Nella classifica della minchiata del giorno, si contendono il primato il presidente romeno e il governo italiano. Klaus Iohannis, capo dello Stato di Bucarest, compie una piroetta che, al confronto, Giuliano Amato è un dilettante. Da giorni il governo Zelensky, sempre ansioso di trascinare la Nato in una guerra mondiale contro la Russia, soffia sul fuoco di un incidente di confine invocando l’articolo 5 del Trattato Atlantico, che prevede l’intervento militare Nato a difesa di uno Stato membro attaccato da non-membri, per via di alcuni frammenti di un drone, forse russo, precipitati in Romania.
L’altroieri Iohannis smentisce tutto: “Non è esistito né un drone né alcun pezzo di questo dispositivo che sia giunto sul territorio della Romania”. Ieri conferma tutto: “Se i pezzi di drone fossero russi, sarebbe una grave e inaccettabile violazione della sovranità e integrità territoriale di uno Stato Nato”. Ma l’articolo 5 impegnerebbe la Nato anche se i frammenti fossero di Kiev, che almeno ufficialmente non è nella Nato. E speriamo che non lo siano, sennò dovremmo armarci contro l’Ucraina che già armiamo. Cosa che peraltro avremmo già dovuto fare 10 mesi fa, quando un missile ucraino cadde in Polonia uccidendo due innocenti, mentre Zelensky e le sue cheerleader italiote lo spacciavano per russo.
La minchiata n. 2 è un’ideona del governo Meloni per sbaragliare la criminalità giovanile: un decreto che vieta ai 14-17enni condannati anche in primo o in secondo grado di usare “piattaforme o servizi informatici e telematici nonché… di possedere telefoni cellulari”. Il primo effetto sarà che i baby condannati il cellulare, anziché comprarlo, lo ruberanno. Il secondo sarà che, se rispetteranno il divieto, sarà impossibile intercettarli. Il terzo sarà la bocciatura del decreto, visto che la Consulta ha già stroncato norme simili. Ma resterà a imperitura memoria il messaggio pedagogico della destra “legalitaria”: in Italia il buon esempio non devono darlo gli adulti ai giovani, ma i giovani agli adulti. E i ragazzi di strada devono tenere standard di legalità superiori a quelli dei politici che glieli impongono. Infatti i divieti pensati per i minorenni nessuno li ha mai pensati per i maggiorenni. Altrimenti un buon terzo della classe dirigente sarebbe da un pezzo isolata dal mondo, anche se i divieti valessero solo per gli over 18 condannati definitivi.
Salvini come farebbe a parlare col suocero Verdini, che sta ai domiciliari (o almeno dovrebbe): con i segnali di fumo? E la Montaruli come comunicherebbe con i fratelli d’Italia e gli altri commissari della Vigilanza: con i piccioni viaggiatori? Vien quasi da rimpiangere B., che avrebbe subito bloccato la pagliacciata: per senso non dello Stato, ma del ridicolo.