DENIS VERDINI, IL DETENUTO “SPECIALE” CHE INCONTRAVA POLITICI E MANAGER. Mentre il governo mostra il pugno duro verso i minorenni aprendo le porte del carcere – con il decreto approvato ieri dopo i fatti di Caivano – per alcuni condannati c’è il guanto di velluto. Non sono molti i detenuti ai domiciliari cui è concesso di andare dal dentista in un’altra città. Ma per Denis Verdini il tribunale di Sorveglianza ha detto sì. L’ex senatore di Ala (Alleanza Liberal Popolare) e uomo di fiducia di Silvio Berlusconi, condannato a sei anni e sei mesi per il crack del Credito fiorentino nel 2020, è giunto più di una volta nella Capitale per curarsi dal suo odontoiatra di fiducia. Già che c’era – come ha svelato Valeria Pacelli sul Fatto – ha incontrato manager e politici, come il sottosegretario all’economia Federico Freni, senatore del Carroccio. Peccato che, secondo i magistrati romani, il giudice di sorveglianza avesse dato via libera alle cure del dentista, ma con il divieto di incontrare persone diverse dai suoi familiari. Invece il “suocero” di Matteo Salvini avrebbe tenuto colloqui con Massimo Simonini (ex amministratore delegato di Anas) e Vito Bonsignore, imprenditore (attivo anche nel campo delle autostrade) e politico di lungo corso sin dai tempi della Dc. Gli incontri sarebbero avvenuti a fine ottobre 2022 nel locale “Pastation”, di cui è socio Tommaso Verdini, figlio di Denis. Anche il sottosegretario Freni sarebbe stato ricevuto nel locale romano, il 30 novembre 2021. Ora la procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine per capire se l’ex senatore abbia violato le regole stabilite dal Tribunale di Sorveglianza toscano per la sua detenzione domiciliare. Del resto, a gennaio 2021 Verdini era uscito dalla cella di Rebibbia – per scontare il resto della pena nella sua dimora – poiché in galera rischiava il contagio Covid. Non molti detenuti, durante la pandemia, hanno ottenuto i domiciliari per il pericolo del virus. Sul Fatto di domani torneremo sul caso Verdini con nuove rivelazioni.
Ascolta su FQ Extra il podcast di Millennium “Non è un carcere per ricchi: detenuti di serie B, storie d’ingiustizia dietro le sbarre”.
LA DESTRA PREPARA LA PIAZZA IN VISTA DELLE EUROPEE (E PER FAR DIMENTICARE LA MANOVRA LACRIME E SANGUE). Sondaggi in calo, elezioni europee sempre più vicine. I partiti di governo iniziano la lunga marcia di avvicinamento alle urne con il vento contro. C’è la manovra di Bilancio senza soldi nel carniere, l’inflazione al galoppo con il prezzo dei carburanti ancora in salita, gli sbarchi dei migranti triplicati rispetto all’anno scorso. Per questo la maggioranza prova a stringere il legame con i militanti chiamando la piazza a raccolta. Il Carroccio aprirà la festa di Pontida il 17 settembre. Fratelli d’Italia ha lanciato la kermesse nazionale del 24 settembre per celebrare un anno di governo: Meloni dovrebbe presiedere la manifestazione romana all’Auditorium della conciliazione, con collegamenti in diverse piazze italiane. Forza Italia mobilita il popolo berlusconiano il 29 settembre a Paestum, per commemorare la scomparsa del leader. In quella data, Silvio avrebbe compiuto 87 anni. Peccato che l’organizzatore dell’evento azzurro, Ernesto Sica, sia noto alle cronache per una storiaccia di falsi dossier ai danni del collega di partito Stefano Caldoro. Correva l’anno 2010, quando l’organizzatore del Berlusconi Day tentò di screditare il candidato Pdl alla regione Campania – agli occhi di Berlusconi e Verdini – con un fascicolo creato ad arte sulle sue frequentazioni sessuali. Sul Fatto di domani vi racconteremo come le forze di maggioranza organizzano la piazza. Il mondo conservatore è in movimento anche sul fronte editoriale, con il debutto di Mario Sechi (ex capo ufficio stampa della premier Meloni) alla direzione di Libero e di Alessandro Sallusti alla guida del Giornale. Due testate della galassia Tosinvest, il gruppo imprenditoriale di Antonio Angelucci: re delle cliniche, editore e parlamentare leghista con un passato in Forza Italia. Pochi giorni fa è salito a palazzo Chigi per un incontro con Meloni. Per la premier, una Fox news all’italiana, non sarebbe una cattiva notizia.
GUERRA IN UCRAINA, MOSCA TIENE LE ELEZIONI NELLE QUATTRO REGIONI OCCUPATE. KIEV: “UNA FARSA”. PODOLYAK CONTRO IL PAPA: “NON PUO ESSERE MEDIATORE, È FILORUSSO”. In mezzo al fragore delle bombe, domani ci sarà spazio per una fase elettorale su una parte del territorio ucraino che Mosca rivendica, dopo aver tenuto i “referendum popolari” di annessione. Si tratta di regioni che il Cremlino non controlla del tutto; eppure nel Donetsk e Luhansk (parte est), e nel sud di Zaporizhzhia e Kherson, si terranno le elezioni, che si concluderanno domenica. Di opposizione manco si parla, e il panorama dei candidati rivela che spesso si tratta di personaggi russi o filo-russi. Sul sito del partito di Putin si legge ufficialmente che si tratta di una prova generale per le presidenziali 2024. Kiev ha definito queste elezioni una “farsa”, aggiungendo che i voti non avrebbero alcun valore legale e i cittadini ucraini coinvolti nell’organizzazione delle elezioni potranno essere perseguiti in futuro. Il Consiglio d’Europa, organismo per i diritti umani, ha condannato l’operazione definendola una “flagrante violazione del diritto internazionale, che la Russia continua a ignorare”. Non solo queste zone sono parte integrante dell’Ucraina, ma la decisione di indire le elezioni “crea l’illusione della democrazia”. Anche il segretario di Stato americano, Blinken, ha criticato le votazioni, affermando che si tratta di “elezioni illegittime”. Sul piano diplomatico e della ricerca di una via per aprire un negoziato tra Ucraina e Russia, Mikhail Podolyak, consigliere del presidente Zelensky in un’intervista con la televisione ucraina 24 channel è tornato ad attaccare la posizione di Papa Francesco: “Non ha senso parlare di un ruolo di mediatore del Papa se assume una posizione filorussa che è evidente a tutti”. Ed ancora: “Il Vaticano non può avere alcuna funzione di mediazione, perché sarebbe una funzione che ingannerebbe l’Ucraina o la giustizia”. Sul Fatto di domani leggeremo altri particolari sul voto nelle regioni rivendicate da Mosca e cosa è avvenuto in India nella prima giornata del G20; la premier Meloni ha incontrato il collega cinese Li Qiang, e il presidente Jinping ha snobbato l’omologo americano Biden per un colloquio con il leader venezuelano Maduro.
INFORMAZIONE, DEFORMAZIONE E “SCEMI DI GUERRA”: A ROMA COMINCIA LA FESTA DEL FATTO QUOTIDIANO. Parte oggi alla Casa del Jazz di Roma l’edizione 2023 della Festa del Fatto Quotidiano. Durerà fino a domenica con dibattitti sull’informazione, la guerra, la politica, l’economia, senza dimenticare uno spazio per la musica e la comicità. La rassegna ha preso il via, come d’abitudine, con una riflessione sullo stato dell’informazione: ospiti Lilli Gruber, Antonio Padellaro e Sigfrido Ranucci, con il dibattito moderato da Maddalena Oliva. La giornalista di La7 ha criticato la premier per la gestione di Caivano e il suo compagno per l’incauto commento sulle vittime di violenze sessuali: “Giambruno? Intollerabile l’uscita sugli stupri. Da Meloni nessuna parola di empatia nei confronti delle vittime”. A seguire lo storico e filologo Luciano Canfora discuterà con la nostra Silvia Truzzi di Come e perché nascono le guerre. In serata l’amministratrice delegata di Seif – Società editoriale il Fatto Cinzia Monteverdi presenterà con Benedicta Boccoli il cortometraggio Come un fiore sulla malattia del tumore al seno, che ancora oggi colpisce in Italia 56 mila donne ogni anno e nel mondo è la prima causa di morte per il genere femminile. A chiudere la serata lo spettacolo del direttore Marco Travaglio Scemi di guerra in tempo di pace (e viceversa). Domani sono previsti, tra gli altri, Elly Schlein, Roberto Scarpinato, Alessandro Orsini, Barbara Spinelli, Piercamillo Davigo e la musica di Elio (di Elio e le storie tese) che canterà e reciterà Enzo Jannacci. Info e prenotazioni qui.
“Come e perché scoppiano le guerre”: Segui la diretta dell’incontro con Luciano Canfora e Silvia Truzzi dalla Festa del Fatto.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Spagna, Rubiales accusato di violenza sessuale e coercizione. La procura spagnola ha formalizzato due accuse nei confronti del presidente della federcalcio di Spagna Luis Rubiales, protagonista del caso del bacio alla calciatrice Jenni Hermoso durante la cerimonia di premiazione al termine della finale dei Mondiali femminili del 20 agosto a Sydney. I reati contestati sono violenza sessuale e coercizione. Rubiales al momento è sospeso dal suo ruolo in federcalcio.
Covid, in aumento i casi nell’ultima settimana. Circolare del ministero: “Attenzione”, ma zero regole. Niente tamponi per gli asintomatici che arrivano al Pronto soccorso: i test si faranno solo ai sintomatici. Questo dice la nuova circolare diffusa dal ministero della salute. L’Istituto Superiore di Sanità ha comunicato i dati nel bollettino settimanale: sono 21.309 i nuovi casi, con un aumento del 44% rispetto alla settimana scorsa (14.866). Crescono lievemente anche gli ospedalizzati, con una percentuale del 3% rispetto all’indicazione al 2,7% della passata settimana. La variante attualmente più diffusa nel Paese è la Eris (EG.5).
Venezia, gli ultimi tre film in gara alla Mostra. In attesa della premiazione del Leone d’oro di domani, presentati gli ultimi tre film in gara: Memory di Michel Franco con Jessica Chastain, Hors-Saison di Stephane Brizé e Kobieta Z (Woman of) di Malgorzata Szumowska e Michal Egert. Fuori concorso presentato Enzo Jannacci vengo anch’io, ritratto del cantautore firmato da Giorgio Verdelli.
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Francia, altro che Fraternité: cresce la diseguaglianza e manca il cibo a tavola
di Luana De Micco
Le file si allungano davanti ai locali dei Restos du Coeur un po’ in tutta la Francia. Sono lavoratori poveri, studenti, madri che crescono da sole i figli, migranti. Restos (Ristoranti del cuore) è un’associazione che distribuisce pasti a chi è in difficoltà, dal 1985. In settimana, il suo presidente, Patrice Douret, ha lanciato un grido d’aiuto: l’inflazione ha scavato nelle casse dell’associazione un buco di 35 milioni di euro. “Non siamo abbastanza solidi per assorbire il flusso di persone che hanno bisogno di un aiuto alimentare. Rischiamo di dover rifiutare 150 mila persone. Lanciamo dunque un appello perché le forze politiche e economiche del Paese ci aiutino a superare questo brutto momento”, ha detto. I Restos rappresentano il 35% dell’aiuto alimentare in Francia. Il budget annuo è di 200 milioni di euro, costituito da doni di privati e aziende e contributi statali e dell’Ue. Nel 2023 prevedono di distribuire 170 milioni di pasti, 30 milioni in più rispetto al 2022. L’appello dei Restos è stata ascoltata. Il governo ha promesso all’associazione 15 milioni di euro supplementari, mentre la Nupes, l’alleanza delle sinistre, ha annunciato che presenterà a breve in Parlamento un “piano d’urgenza alimentare”.
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