Il Fatto di domani. Meloni e i dossier di Bruxelles che scottano (e spiegano gli attacchi). L’Italia finita nei discount. Caivano, dopo il blitz-spot del governo la camorra spara ancora

Di FQ Extra
11 Settembre 2023

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LA COMMISSIONE TAGLIA LE STIME DI CRESCITA. SBLOCCATA LA 3a RATA PNRR, BACCHETTATA SUL MES: I DOSSIER APERTI TRA ROMA E BRUXELLES. Peggiorano le prospettive economiche dell’area euro. La Commissione europea oggi ha ridotto le stime sulla crescita del Pil degli Stati aderenti alla moneta comune. La crescita complessiva si prevede sarà del +0,8% nel 2023 invece che del +1,1% ipotizzato a primavera (cala anche la stima sul 2024: +1,3% invece che +1,6%). L’Italia perde tre decimali di crescita, passando dal 1,2% stimato ad aprile al +0,9% di adesso. A Bruxelles si parla di “slancio ridotto”, e la causa sarebbero la guerra in Ucraina, la stretta monetaria e i rischi climatici. Dopo aver presentato i dati, il commissario all’Economia dell’esecutivo europeo, Paolo Gentiloni, ha invitato a leggerli senza particolare apprensione per il nostro Paese: “Le previsioni italiane sono in linea, non dobbiamo dare una interpretazione particolarmente negativa”. Gentiloni è lo stesso Commissario che è finito nell’ultima settimana sotto il fuoco di fila della destra, prima con gli attacchi di Salvini e poi di Giorgia Meloni, che ancora ieri ha accusato il democratico ex premier italiano di non aiutare il nostro Paese. Oggi il diretto interessato si è rifiutato di entrare nel merito degli attacchi: “Non voglio partecipare a polemiche che danneggiano l’Italia”, ma poi ha dato un segnale sulla vicenda Ita (uno dei dossier usati da Meloni per i suoi attacchi Bruxelles): “Non fa parte delle mie competenze, ma è una questione che conosco bene, che mi sta a cuore. È una questione che ci trasciniamo da tempo e credo meriti una soluzione. Penso che il Governo abbia lavorato molto”. Sul Fatto di domani leggerete un nostro approfondimento sui dati economici: oltre alla crescita dell’eurozona registreremo che la produzione industriale cala a luglio: -0,7% rispetto a giugno. Calo che il ministro compente per il settore, Adolfo Urso, mostra di non saper interpretare dichiarando che si tratta di “segnali d’allarme in qualche misura attesi”. Ma elencheremo anche tutti i dossier scottanti su cui Roma e Bruxelles stanno trattando. Uno è stato ricordato dalle solite “fonti Ue”: la ratifica del Mes. In ballo c’è anche la candidatura in quota italiana di Daniele Franco al vertice della Banca europea degli investimenti, dove sfida Margarethe Vestager. Nel pomeriggio è arrivato anche l’annuncio dello sblocco del pagamento della terza rata del Pnrr. Leggerete anche un reportage di Antonello Caporale dai discount, dove si ritrovano sempre più italiani dopo mesi di alta inflazione.


ANZALDI DALLA PROPAGANDA RENZIANA AL POOL ANTI-FAKE NEWS. Ci sono sempre più renziani al Consiglio superiore della magistratura. Dopo l’elezione come vicepresidente di Fabio Pinelli, avvocato che ha difeso Alberto Bianchi nel processo Open, e dopo la nomina di un procuratore di Firenze gradito al leader di Italia Viva adesso il prossimo plenum discuterà dell’assunzione di Michele Anzaldi a capo della struttura di comunicazione del Csm. Anzaldi è stato fino al 2022 deputato di IV e in passato ha diretto anche la “bestia renziana” come capo della comunicazione. Anche in questo caso, come in quello della procura di Firenze, lo zampino sulla nomina è di Pinelli, che ha scelto Anzaldi senza indire un concorso. Il Csm ha giù un ufficio stampa, per questo Pinelli ha giustificato la mossa spiegando che all’ex parlamentare renziano sarà affidato il compito di combattere le famigerate “fake news”. L’incarico vale 85 mila euro l’anno, riporta La Stampa, ma in ballo c’è più dei soldi (Anzaldi ha pure il vitalizio parlamentare), come vedremo sul Fatto di domani. E a proposito di fake news, ricorderemo le balle dei tempi del giglio magico fino alla nascita di IV, passando per la stagione di Matteo Renzi presidente del Consiglio e del referendum costituzionale perso.


CAIVANO, I CLAN SPARANO MENTRE IL GOVERNO LITIGA SUL DECRETO SICUREZZA. DON PATRICIELLO: “LA CAMORRA SFIDA LO STATO”. Dopo la “stesa” avvenuta nella notte – squadre dei clan che sugli scooter hanno sparato all’impazzata in aria con armi automatiche – intorno alle 11,30 di oggi in via Pio IX, sono stati esplosi diversi colpi contro un’auto parcheggiata. Per fortuna, nessun ferito. Siamo a Caivano, ancora. Che si tratti di manifestazioni di forza del crimine organizzato dopo le operazioni di polizia in seguito alle violenze sessuali patite da due cugine minorenni, o avvertimenti tra le cosche che si contendono la piazza di spaccio, resta il dato preoccupante: la zona a nord di Napoli è ostaggio del malaffare che non perde occasione per mostrare la sua tracotanza. Don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano ritiene che la “stesa” sia una sfida della camorra allo Stato. Lui continua il suo lavoro sotto scorta: “Secondo me i topi si sentono stanati, dopo aver ballato per anni e anni senza il gatto. La camorra ha capito che qualcosa di serio e di importante sta avvenendo”. Per il sacerdote “stanotte è accaduto qualcosa di orribile, ma non ci arrendiamo e non abbiamo paura. Ci sono qui tanti poliziotti e carabinieri, e ci siamo anche noi”. Ed ha aggiunto: “L’emergenza non si risolve in un giorno. Che le forze dell’ordine da sole non bastino è evidente, qui ci vuole anche cultura, bellezza, sport, servizi sociali, e si sta cercando di farlo. Però ieri sera ci volevano le forze dell’ordine, per mettere al sicuro le persone, non i maestri elementari”. Sul Fatto di domani, a proposito di sicurezza, oltre ai particolari su quanto accaduto a Caivano, leggeremo anche di come il nuovo decreto, che riguarda immigrazione e ammortizzatori sociali, annunciato sia dalla premier Meloni che da Salvini, in realtà sia scomparso dall’agenda del governo, ultima vittima di uno scontro politico all’interno della maggioranza.


GUERRA, BLINKEN (USA): “A PUTIN LA DIPLOMAZIA NON INTERESSA, MA SE CAMBIA IDEA GLI UCRAINI TRATTERANNO”. WALL STREET JOURNAL: “SCAMBIO DI PRIGIONIERI PER LIBERARE NAVALNY”. Il segretario di Stato Antony Blinken in una intervista all’emittente Abc News ritorna sulla possibilità di andare al tavolo della diplomazia per concludere lo scontro armato: “Finora non abbiamo indicazioni che Vladimir Putin abbia qualche interesse in un’opera di diplomazia significativa. Se lo facesse, penso che gli ucraini saranno i primi a impegnarsi, e noi saremo proprio dietro di loro”. Il segretario di Stato ricorda che “tutti vogliono che la guerra finisca, ma deve finire in termini giusti e duraturi, che riflettano la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina” ed ha aggiunto: “Ci vogliono due persone per ballare un tango”. Come dire, che anche la Russia deve fare la sua parte. Di certo Stati Uniti e Russia si parlano, sia tramite le agenzie di sicurezza che sul piano dello scambio di prigionieri. Tra loro, secondo il Wall Street Journal, potrebbe esserci Aleksei Navalny, uno dei principali oppositori di Putin in carcere dall’inizio del 2021, oltre che l’ex marine Paul Whelan e il giornalista Evan Gershkovich. A Mosca potrebbe tornare Vadim Krasikov, accusato di un omicidio politico a Berlino nel 2019. A proposito di iniziative di pace e l’attivismo del Vaticano, il cardinale Matteo Zuppi, a margine dei lavori a Berlino dell’incontro di Sant’Egidio “L’audacia della pace”, ha risposto ai giornalisti sulle aspettative della sua missione in Cina: “Dev’essere una pace, scelta dagli ucraini, con le garanzie, l’impegno, lo sforzo di tutti. E quindi chiaramente quello della Cina è uno degli elementi forse più importanti”. Sui tempi, Zuppi usa pure l’ironia: “Sono eterni, i tempi della Santa Sede e i tempi della Cina sono notoriamente molto lunghi”. Sulla incomunicabilità tra Mosca e Kiev, Zuppi non nasconde che “ci sono tante difficoltà, per forza, è una situazione tragica da mesi a questa parte. Dobbiamo sempre ricordare chi è l’aggressore e chi l’aggredito, che però deve trovare una soluzione”. Sul Fatto di domani leggeremo altre notizie sul conflitto e sulla visita del dittatore nord coreano Kim Jong-un in Russia, accolto dal presidente Putin, per discutere a vari livelli di rapporti commerciali e scambi di armi e rifornimenti.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

L’addio a Roma al sociologo Domenico De Masi. Una cerimonia laica per salutare il sociologo Domenico De Masi, nel Tempio di Adriano a Roma. Il professore è scomparso a 85 anni, sabato, dopo una breve malattia. Tra i presenti alla commemorazione, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, l’ex Ds Antonio Bassolino, il forzista Maurizio Gasparri, l’ex Dc Paolo Cirino Pomicino, colleghi e personalità e tanti giornalisti: dal direttore del Fatto Marco Travaglio a Myrta Merlino.

Terremoto in Marocco, sale a 2.681 il numero dei morti. Sempre di più le vittime del terremoto che ha devastato la provincia montana intorno a Marrakesh. Il conteggio sembra destinato ad aumentare. Molte aree completamente rase al suolo sono del tutto isolate e ancora non raggiunte dai soccorsi.

Tragedia in Libia, 2 mila morti in Cirenaica per alluvioni. Il governo dell’Est libico Ossama Hamad ha dichiarato che ci sarebbero stati 2 mila morti per le alluvioni che hanno colpito l’est del Paese, in particolare la città di Derna, migliaia i dispersi. Derna è stata dichiarata zona disastrata dopo che il Paese è stato colpito dalla tempesta mediterranea Daniel.

Testamento Berlusconi, i figli firmano le disposizioni paterne. È attesa la firma agli atti da parte dei cinque figli di Silvio Berlusconi del testamento paterno, che secondo le fonti accetteranno completamente. Sono passati poco più di due mesi dalla lettura delle disposizioni testamentarie del Cav. Il suo patrimonio sarà diviso fra i 5 figli: Marina, PierSilvio, Barbara, Eleonora e Luigi, la quota disponibile sarà per i primi due, che insieme controlleranno il 53% di Fininvest.

Spagna, Rubiales si dimette dopo lo scandalo molestie. Dopo parecchie settimane di polemiche e resistenze, Luis Rubiales ha dato le dimissioni dal suo incarico di presidente della Federcalcio di Spagna. Il 20 agosto aveva baciato sulla bocca, in un atto non consensuale, la calciatrice Jenni Hermoso della nazionale femminile spagnola, durante la premiazione per la vittoria dei Mondiali. “Ho intenzione di dimettermi perché non posso continuare il mio lavoro”. Questo il commento di Rubiales.


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Controlli sulla differenziata, il Garante della Privacy sanziona il Comune

Chi ha torto, chi ha ragione. Il confine è labile in questa storia che contrappone questioni di giustizia ambientale con la privacy. Scegliere da che parte stare è una questione di coscienza, ma le norme non sono contestabili. Dunque ecco la storia: il Garante della Privacy ha sanzionato un Comune (e due società private) dopo che questo ha sanzionato dei cittadini per aver fatto male la raccolta differenziata e per abbandono dei rifiuti. L’authority dei dati personali ha comminato una multa di 45mila euro a un Comune siciliano per aver installato alcune telecamere per il controllo della raccolta differenziata dei rifiuti in violazione della disciplina che tutela i dati personali. Racconta il Garante che per contrastare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, il Comune aveva incaricato due ditte, sanzionate anch’esse, dell’acquisto, installazione e manutenzione di telecamere fisse, e della raccolta e analisi dei filmati relativi alle violazioni.

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