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CONFINDUSTRIA SPARA SUL SALARIO MINIMO. MATTARELLA: I GIOVANI MAL PAGATI SCAPPANO ALL’ESTERO. C’è imprenditore e imprenditore. Al Forum Ambrosetti di Cernobbio, molti titolari di azienda si erano detti favorevoli all’introduzione del salario minimo. Oggi all’assemblea di Confindustria, il presidente Bonomi, alla sua ultima riunione da presidente dell’associazione degli industriali, è sembrato di tutt’altro avviso: Confindustria resta convinta che la “mera introduzione di un salario minimo legale non risolverebbe né la grande questione del lavoro povero, né la piaga del dumping contrattuale, né darebbe maggior forza alla contrattazione collettiva”. Per Bonomi, il salario giusto garantito dalla Costituzione è assicurato dalla contrattazione. Cosa non sempre vera, visti i milioni di lavoratori poveri che ci sono in Italia. Una lettura che fa a pugni col discorso del presidente Sergio Mattarella (accolto da un lungo applauso) che suona come una tirata d’orecchi proprio a imprenditori e politica: “Troppi giovani cercano lavoro all’estero, per la povertà delle offerte retributive disponibili”, ha detto ricordando anche Carlo Cattaneo, definito “portatore di una visione lungimirante”. Durante l’assemblea s’è toccato anche l’altro tema spinoso, quello degli extraprofitti bancari che vede gli industriali contrari, ma anche Marina Berlusconi, seduta in prima fila, che ha espresso “forte perplessità” sulla misura che divide anche la maggioranza di governo e che interessa molto agli eredi del Cav per via di Mediobanca. Sul Fatto di domani leggerete un approfondito resoconto della giornata dal nostro inviato, Giacomo Salvini, e vedremo anche perché Giorgia Meloni ha disertato l’ennesimo appuntamento pubblico. E leggerete anche un’intervista ad Alessandro Cattaneo di Forza Italia, sul superbonus e i temi che dividono il centrodestra. E ci occuperemo anche del Patto di stabilità europeo, in discussione all’Ecofin che si tiene in Portogallo.
EMERGENZA MIGRANTI, L’EUROPA SBARCA A LAMPEDUSA. SALVINI A PALERMO PER IL PROCESSO OPEN ARMS. LA VERSIONE DI DE FALCO: “DISSI ALLA MINISTRA TRENTA DI NON FIRMARE IL DECRETO”. Mentre una delegazione della Commissione Europea sbarca a Lampedusa per toccare con mano l’emergenza migranti, Matteo Salvini è giunto a Palermo per la nuova udienza del processo Open Arms (la prossima sarà a ottobre con teste Richard Gere). Il Capitano è imputato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. Era l’agosto 2019, Giuseppe Conte sedeva a Palazzo Chigi e il leader del Carroccio al Viminale. Per 19 giorni impedì lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave della Ong spagnola, parcheggiati a bagnomaria nelle acque del Mediterraneo. Oggi, alle 9,30, il leader leghista è arrivato al carcere Pagliarelli accolto da uno striscione che punge Meloni: “Unico a fermare i clandestini, giù le mani da Salvinì”. Ieri il segretario e il suo vice Andrea Crippa hanno bacchettato la premier per la sua incapacità di fermare gli sbarchi. Fino a 24 ore fa, a Lampedusa si contavano circa 7 mila migranti, mentre l’hotspot potrebbe accoglierne 700. La stilettata a Meloni è solo l’antipasto delle botte da orbi tra alleati in vista della campagna elettorale per le elezioni europee di giugno 2024. Roberto Calderoli è tornato a criticare Meloni paventando il ricorso alla Marina militare contro gli sbarchi. Cirielli ha richiamando all’ordine gli alleati ricordano che, sui migranti, la responsabilità è condivisa dalla maggioranza governo. Intanto, nell’udienza di Palermo ha deposto Gregorio De Falco, eletto con il Movimento 5 stelle nel 2018, dopo aver conquistato le cronache per la celebre strigliata a Schettino durante la tragedia della Costa Concordia (“Torni a bordo cazzo!”). L’ex militare lasciò il Movimento nel 2019 in dissenso sui decreti sicurezza di Salvini e sulla gestione dei migranti del governo gialloverde. In udienza, ha raccontato di aver interloquito con l’ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta, per impedire un nuovo decreto di interdizione alla navigazione verso Open arms, provvedimento già bocciato dal Tar. “La ministra mi disse – aggiunge De Falco – ‘sono l’unica che si è opposta ai decreti di interdizioni alla navigazione e mi stanno massacrando, sono isolata nel Movimento’”. Sul Fatto di domani vi racconteremo la lotta politica a destra consumata sulla pelle dei migranti. Oltre alla delegazione della Commissione Ue, a fare campagna elettorale sull’isola porta d’Europa è arrivata anche Marion-Maréchal Le Pen, nipote della Marine ex leader del Front National che sarà ospite al raduno leghista di Pontida domani. Da Parigi il presidente Emmanuel Macron ha dichiarato che “è un dovere non lasciare sola l’Italia”. U
FOTO “RICICLATE” NEGLI STUDI SCIENTIFICI: ANCHE SCHILLACI OGGI NON SI DIMETTE. Uno scoop del quotidiano Il manifesto ha scoperto anomalie in alcune ricerche scientifiche pubblicate tra il 2018 e il 2022 e firmate con altri dall’attuale ministro della Salute ed ex rettore dell’Università Tor Vergata di Roma. Le stesse immagini sono state usate per illustrare esperimenti diversi. Il caso più eclatante: una foto al microscopio che in uno studio si dice rappresentare un tumore alla prostata in un altro viene attribuita al tumore alla mammella. Ieri Schillaci ha scaricato la colpa sui ricercatori che hanno materialmente condotto gli esperimenti e dice di essere “sereno”. Il caso è arrivato anche sulla prestigiosa rivista Science. Titolo dell’articolo: “Possibile cattiva condotta nelle pubblicazioni scientifiche del ministro della Salute italiano”. La consulente per l’integrità scientifica Elisabeth Bik e i responsabili del team di autenticazione delle immagini confermano “che non ci sono dubbi sulle duplicazioni, anche se non è chiaro se fossero intenzionali” o frutto di errore. Di certo viene meno l’accuratezza dei risultati sperimentali proposti da quegli studi e, in un Paese normale, sarebbe in discussione anche l’attuale ruolo di Schillaci, portandolo alle dimissioni da ministro. Invece no. Non solo, il caso è passato sotto silenzio per 24 ore sui grandi giornali e i media mainstream. Per un errore molto simile si è dimesso il presidente della nota università americana Stanford, mentre la ministra della Famiglia tedesca si è dimessa per l’accusa di aver plagiato parte di una tesi di dottorato. E sono solo alcuni esempi. Oggi Schillaci è stato accolto con deferenza alla festa di Italia Viva a Santa Severa per un dibattito sulla Sanità. Lo scandalo non riguarda solo immagini copiate: come ha scritto Alessandro Mantovani sul Fatto di oggi, colpisce anche il numero degli articoli firmati da Schillaci, la cui frequenza è aumentata da quando è stato eletto rettore e poi nominato ministro: uno ogni 11 giorni. Sul Fatto di domani continueremo a parlare del caso con un’intervista ad Alberto Baccini, professore dell’Università di Siena e fondatore della rete di ricercatori Roars.
GUERRA IN UCRAINA, PUTIN: “NON RIFIUTIAMO NEGOZIATI; KIEV DICA SE LI VUOLE”. IL CARDINALE ZUPPI TORNERÀ A MOSCA. ZELENSKY NEGLI USA LA SETTIMANA PROSSIMA. Non è chiaro se sarà un passo decisivo verso le trattative di pace, ma la Russia conferma che il cardinale Zuppi ha in programma “un nuovo viaggio a Mosca”. Ad annunciarlo è stato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov che aggiunge: le autorità sono “pronte” a parlare con lui. Zuppi in questi giorni è in Cina, ed era già stato sia a Mosca che Kiev. C’è da ricordare che nell’occasione della visita nella capitale russa, Zuppi non era stato ricevuto dal presidente Putin o da Lavrov. Quest’ultimo ha aggiunto che la Russia è pronta a “rispondere a tutte le proposte serie”, ma la palla per organizzare negoziati è “nel campo ucraino”. A rafforzare queste dichiarazioni ci sono quelle del capo del Cremlino; secondo Putin – che oggi ha incontrato a Sochi l’omologo bielorusso Lukashenko – la Russia “non ha mai rifiutato negoziati sull’Ucraina, se la controparte li vuole, che lo dica”. Intanto, il presidente ucraino Zelensky parteciperà la settimana prossima all’assemblea dell’Onu, e giovedì, secondo l’agenzia Bloomberg , potrebbe incontrare Joe Biden. Il capo della Casa Bianca ha chiesto al Congresso di approvare la nuova fase di aiuti militari ed umanitari all’Ucraina per 24 miliardi di dollari. Sempre in tema di rifornimenti, il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, conferma che la Germania aspetterà ancora una-due settimane per decidere se consegnare i missili da crociera Taurus chiesti dall’Ucraina. Sul Fatto di domani leggeremo le ultime sulla controffensiva ucraina, anche secondo le valutazioni del Financial Times, e un approfondimento sulla richiesta di Kiev di far rientrare in patria i minorenni che erano stati accolti in Italia dopo lo scoppio della guerra; richiesta fatta all’inizio di settembre alla quale l’Unhcr aveva risposto in maniera negativa: “Il rimpatrio è sconsigliato”.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Iran, a un anno dalla morte di Mahsa Amini c’è un’altra vittima. IL 16 settembre 2022 la 22enne Mahsa Amini moriva in seguito alle percosse ricevute durante un fermo di polizia per violazione della legge sul velo. Ieri un giovane attivista curdo, Hamed Bagheri, è stato ucciso dalla polizia iraniana a Karaj, 30 km a ovest di Teheran, perché stava gridando slogan antigovernativi per le strade e incitando i passanti a commemorare la giovane. Gli Usa hanno annunciato nuove sanzioni.
Usa, sciopero degli operai dei lavoratori dell’auto delle “Big Three”. I lavoratori di tre stabilimenti automobilistici del Midwest hanno iniziato a scioperare a partire dalle 23:59 di ieri contro le tre grandi dell’industria dell’auto statunitense: Ford, General Motors e Stellantis (casa madre di Chrysler). L’azione è guidata dal sindacato “United Automobile Workers” (U.A.W.), che ha ritrovato forza negli ultimi mesi, dopo mesi di negoziati che non hanno portato a un nuovo contratto.
Covid, contagi in salita: 30 mila casi in una settimana. 30.777 casi, un aumento del 44% rispetto ai 21.309 della scorsa settimana. L’Iss e il Ministero della sanità consigliano la vaccinazione ai fragili e precisano che l’impatto epidemiologico sugli ospedali resta limitato.
Morto Franco Migliacci, paroliere della musica italiana. È scomparso all’età di 92 anni il paroliere di canzoni famosissime della musica italiana come Nel blu dipinto di blu cantata da Domenico Modugno, Andavo a cento all’ora e Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte di Gianni Morandi. Migliacci è stato anche talent scout e produttore discografico.
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La Cina è vicina. Anzi, proprio in Parlamento: così Pechino spia il Regno Unito
di Sabrina Provenzani
Lo scoop lo ha fatto il sempre ottimo Times domenica scorsa, rivelando come il 13 marzo 2023 un ricercatore parlamentare britannico sia stato arrestato con l’accusa di spionaggio per la Cina. L’uomo, che in un primo tempo non era stato identificato e poi è stato individuato come il 28 Chris Cash, è stato arrestato a Edimburgo ai sensi della Legge sul Segreto di Stato, applicato nei casi di spionaggio, e nel suo ruolo di ricercatore a Westminster avrebbe avuto accesso a diversi parlamentari conservatori. Nella stessa operazione e con la stessa accusa è stato arrestato un trentenne, nell’Oxfordshire: “Sono state anche effettuate perquisizioni in entrambi gli immobili residenziali, nonché in un terzo indirizzo a est di Londra”, ha aggiunto Scotland Yard.
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