Interessi. Il giornale del palazzinaro da mesi contro la “lobby tranviaria di sinistra”
LEGGI – Roma alla paralisi: la carica dei 101 cantieri Quasi 50 articoli, con cadenza giornaliera, in meno di due mesi. Una campagna stampa epocale quella messa in piedi dal Messaggero contro un nemico piuttosto inaspettato: i tram di Roma. Attenzione: non il loro malfunzionamento, i ritardi, i rallentamenti, gli scioperi, i punti critici. No, […]
LEGGI – Roma alla paralisi: la carica dei 101 cantieri
Quasi 50 articoli, con cadenza giornaliera, in meno di due mesi. Una campagna stampa epocale quella messa in piedi dal Messaggero contro un nemico piuttosto inaspettato: i tram di Roma. Attenzione: non il loro malfunzionamento, i ritardi, i rallentamenti, gli scioperi, i punti critici. No, lo storico quotidiano romano da settimane contesta proprio il mezzo di trasporto in quanto tale, definito dai cittadini comuni interpellati e da esperti del settore vari “anacronistico se non dannoso”. Addirittura, negli articoli si arriva a parlare di una fantomatica “lobby tranviaria di sinistra” che lo proteggerebbe.
Il sogno dichiarato del quotidiano? Una Roma senza sferragliamenti. “Il tram ci sveglia all’alba, siamo sfiniti dal rumore”, denuncia una famiglia “No tram” che vive nei pressi di viale Tiziano. “Abbiamo notato delle crepe in casa, quando passa trema tutto”, replicano dei residenti di via Prenestina. “Siamo stufi di rumori e vibrazioni”, gridano all’Esquilino. “L’aria è diventata irrespirabile”, azzardano in viale Regina Margherita. “Meglio le metropolitane”, fa notare l’ingegnere dei trasporti. Alcuni titoli sfiorano il surreale. Addirittura per il direttore del Museo Etrusco “il passaggio dei tram mette a rischio i reperti”. Ci sono turisti in via di Porta Portese che dicono: “Non dormiamo da un anno”. Complimenti per la vacanza. Cosa sta succedendo? Perché tanto livore nei confronti del povero “tranvetto”.
Una campagna giornalistica del genere non potrebbe mai proseguire senza l’avallo (se non l’input) del deus ex machina di via del Tritone, l’editore Francesco Gaetano Caltagirone, il più importante dei costruttori capitolini. E Re Franco, come tanti romani sanno, vive nella sua reggia nel cuore dei Parioli, proprio su una strada dove passa il tram 19. Trovato il “mandante”? L’ottuagenario patròn del Messaggero non sopporta più il tram sferragliante sotto casa? Divertente pensarlo, ma sarebbe ingiusto per la storia, l’acume e l’intelligenza da sempre dimostrata dall’“ingegnere” in città.
I fatti raccontano una storia ben più complessa. La giunta guidata da Roberto Gualtieri era riuscita a recuperare, per il Giubileo, un vecchio progetto risalente alla Roma veltroniana: quello della Tva, la linea Termini-Vaticano-Aurelio, che andrebbe a mettere a sistema tutta la linea tranviaria cittadina con “appena” 450 milioni di euro, 120 tram compresi. Il dossier della Tva è stato poi appaltato a una commissaria straordinaria del Mit, Maria Lucia Conti, la stessa che già si occupa della prosecuzione dei lavori della Metro C, su cui è impegnata anche la Vianini Lavori del Gruppo Caltagirone. I lavori alla Tva dovrebbero durare 2 anni, mentre per portare la linea C all’ombra del Cupolone ci vorrà almeno un decennio. Con costi ben più elevati. Ovvio che qualcuno, anche all’interno della stessa maggioranza, possa ripensare l’utilità di proseguire i lavori della metro. Così la campagna di via del Tritone ha dato il la ai tiri incrociati. Con fuoco amico. Su tutti, Raffaele Ranucci, animatore della lista Civica Gualtieri, e vicino a Caltagirone, che al Messaggero dice che l’opera “è pensata in maniera vecchia” è che “sono molto meglio i bus a metano”. Gualtieri vuole andare avanti, ma la commissaria Conti ha sospeso per oltre un anno i lavori per la Tva, rinviando il taglio del nastro al 2026, con l’obiettivo di evitare che i lavori “disturbassero” i pellegrini. Inoltre, il centrodestra in Campidoglio ha chiesto un Consiglio straordinario “sulle criticità del tram a via Nazionale”, con tanto di “raccolta firme”. La guerra al tram è iniziata.
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