Per non essere da meno, dopo Fratelli d’Italia anche la Lega ieri ha chiesto che “venga cacciato subito” il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, colpevole di avere promosso nell’ormai lontano febbraio 2018 una campagna di sconti per i visitatori di lingua araba. Si è scomodato per la bisogna il vicesegretario leghista Andrea Crippa che, nella circostanza, torna a far ricorso all’intramontabile ma popolarissima castroneria del “razzismo contro gli italiani”.
Più precisamente Christian Greco avrebbe dimostrato col suo marketing di essere “razzista contro gli italiani e i cristiani”. Oltre che stridere col nome di battesimo del malcapitato Christian, l’intemerata del Crippa si regge su un falso bello e buono: “Ha fatto sconti solo per i musulmani e mai per chi professa altre religioni”. Ignorando – o facendo finta di ignorare, il Crippa – che ci sono milioni di arabi cristiani (solo in Egitto si contano fra i 15 e i 20 milioni di copti) sicché la presunta discriminazione religiosa è esistita solo nella sua zucca.
Ma il punto non è questo, così come è inutile ricordare agli assatanati della destra che il Museo Egizio è un ente privato senza scopo di lucro e con autonomia decisionale e di bilancio. Più importante è rilevare che questa diceria del “razzismo contro gli italiani”, figlia di un vittimismo atavico e alimentata di continuo con esempi a vanvera secondo cui gli immigrati percepirebbero redditi maggiori dei nostri pensionati, è per l’appunto l’argomento demagogico con cui la destra usa giustificare le peggiori nefandezze xenofobe.
Ci siamo autoimposti di non parlare di fascisti di ritorno, per carità, anche se l’assessore piemontese Maurizio Marrone, il primo a chiedere l’epurazione di Greco, almeno fino a qualche anno fa non si vergognava di esserlo. Ma almeno sottovoce diciamocelo: questi nuovi potenti ci ricordano tempi bui.