Il Fatto di domani. Prescrizione, il governo prepara l’arma finale. Migranti, Salvini sorpassa a destra Meloni: Berlino usa i migranti come Hitler usava l’esercito

Di FQ EXTRA
26 Settembre 2023

PRESCRIZIONE, IL GOVERNO AL LAVORO PER L’IMPUNITÀ DEI COLLETTI BIANCHI. A Palazzo Chigi e sulla scrivania del ministro Carlo Nordio è tornato il fascicolo sulla prescrizione. Intanto per la commemorazione dei morti sul lavoro – il 29 settembre a Taranto, all’ombra dell’ex Ilva – il presidente del Comitato 12 giugno, Cosimo Semeraro, ha lanciato l’allarme: “La memoria non deve essere calpestata dalla prescrizione nei processi”. Sul Fatto di domani faremo il punto sul colosso dell’acciaio, in crisi continua, e sulla “tagliola” per i processi con un’intervista all’avvocato Franco Coppi (ex legale, tra gli altri, di Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi). Già ad agosto la maggioranza aveva condiviso una proposta di legge unitaria sulla prescrizione: l’obiettivo era il ritorno alla legge Orlando cancellando le riforme Bonafede e Cartabia. L’ex Guardasigilli del M5s aveva abolito la prescrizione dopo il primo grado di giudizio. La ministra del governo Draghi, invece, ha introdotto l’istituto dell’improcedibilità. Ovvero: il giudizio d’appello dovrà arrivare entro due anni mentre la Cassazione avrà un solo anno per arrivare a verdetto. Sul tavolo della maggioranza però c’è anche la proposta di un ritorno alla Cirielli, la legge ad personam del 2005 per aiutare Berlusconi in tribunale. La norma prevedeva la cancellazione del cosiddetto “reato continuato”: cioè una serie di condotte illecite unite in un unico disegno criminale. Così, ogni reato andrebbe giudicato separatamente dagli altri con il rischio della prescrizione per i più datati. La tagliola potrebbe falcidiare i processi per falso in bilancio, evasione e frode fiscale, corruzione. Oppure i reati ambientali e sul lavoro. A Taranto i 10 mila operai ex Ilva accusano l’ad Lucia Morselli di portare Acciaierie d’Italia dritta al baratro: i sindacati saranno ricevuti a Palazzo Chigi il 27 settembre. Anche il presidente Franco Bernabè ha invocato l’intervento urgente del governo.


MIGRANTI, MELONI INCONTRA MACRON: CHIGI CERCA SPONDE IN FRANCIA E LA LEGA RISPOLVERA LA “SOSTITUZIONE ETNICA” PER ACCUSARE LA GERMANIA . Giorgia Meloni cerca sponde Oltralpe sui dossier europei. Oggi la premier ha approfittato della visita romana di Emmanuel Macron – nella Capitale per le esequie di Giorgio Napolitano – per un faccia a faccia di oltre un’ora con il leader dell’Eliseo. All’ordine del giorno: migranti ed economia. La premier è a caccia di alleati in Europa dopo lo scontro con Berlino sui finanziamenti per le Ong, destinati a sostenere i salvataggi in mare e l’accoglienza dei migranti in Italia. Palazzo Chigi ha manifestato “stupore” verso l’iniziativa tedesca, ma il governo di Olaf Scholz ha replicato sostenendo che le autorità italiane erano al corrente delle donazioni del Bundestag già da novembre. Solo Palazzo Chigi ha reso noto il contenuto di una lettera datata 23 settembre, all’indirizzo di Berlino, con lo scopo di chiedere chiarimenti sui finanziamenti. La missiva esorta la Germania a spendere denaro per soluzioni strutturali della crisi migratoria, senza favorire le Ong con l’effetto collaterale di incentivare le partenze dalle sponde africane del Mediterraneo. La Lega è sempre all’attacco, con il vicesegretario Andrea Crippa che accusa i tedeschi di “usare i migranti per diluire la nostra identità, mentre 80 anni fa invasero gli Stati con l’esercito”. Parole che non aiutano la premier, in vista del Consiglio europeo del 28 settembre. Berlino ha annunciato la sua contrarietà ad ogni ipotesi di “blocco navale”, esortando l’Italia a rimpatriare i migranti già registrati e fuggiti all’estero (nel rispetto del Trattato di Dublino). Giovedì il ministro degli Esteri Antonio Tajani sarà a Berlino; ieri ha incontrato l’omologa francese Catherine Colonna per cercare “soluzioni comuni” sulla frontiera di Ventimiglia. La ministra di Parigi sostiene l’urgenza di approvare il Patto per le migrazioni e l’asilo. Peccato che a bloccarlo – oltre Germania – ci siano gli alleati di Meloni in Polonia e Ungheria. Ieri Orban ha esultato: “Il Patto Ue ha fallito”. Domani, nel consiglio dei ministri arriverà un nuova stretta sui migranti. La bozza del decreto legge prevede espulsioni rapide per gravi motivi di sicurezza e per coloro che si fingono minorenni; i ragazzi sopra i 16 anni potranno essere trattenuti nei centri destinati agli adulti.


LA POLITICA E GLI SCIOPERI: LA LEZIONE AMERICANA E LE DIFFICOLTÀ ITALIANE. I politologi americani dicono di non ricordare un precedente, neanche all’epoca di Truman o Roosvelt. Il presidente Usa Joe Biden oggi è stato a Detroit, in visita a un picchetto dei lavoratori della United Auto Workers, il grande sindacato dei metalmeccanici che da dieci giorni ha aperto una vertenza contro le tre grandi case automobilistiche statunitensi, Stellantis, General Motors e Ford, per un aumento significativo dei salari (la richiesta è del 40%). Sono 38 gli stabilimenti bloccati dallo sciopero, ma la città dell’automobile è diventata il cuore anche di uno scontro politico, anche per le presidenziali Usa del 2024. Domani infatti in Michigan ci sarà Donald Trump, che eviterà il secondo dibattito delle primarie repubblicane per cercare di infiammare la frustrazione dei lavoratori dell’auto e canalizzarla in sostegno elettorale come nel 2016. E se Biden può contare sulla storia di amico dei sindacati, Trump proverà a giocare ancora la carta del protezionismo anti cinese e anti globalizzazione. Secondo gli analisti, è proprio nel Michigan e nella Rust Belt che si giocherà lo scontro decisivo della sfida presidenziale. Sul Fatto di domani leggerete la nostra analisi dello sciopero Usa, in cui faremo un paragone con la situazione in Italia, dove la Cgil ha annunciato uno sciopero generale ma dove le mobilitazioni dei lavoratori faticano a trovare centralità.


GUERRA, L’AMMIRAGLIO SOKOLOV “RISUSCITA” IN UN VIDEO DI MOSCA . GLI USA DANNO A KIEV UNA LISTA DI RIFORME SU CORRUZIONE E 007: ALTRIMENTI STOP AD AIUTI. L’annuncio dato dagli ucraini nei giorni scorsi, di aver eliminato l’alto ufficiale, viene smentito oggi da un video in cui lo stesso Sokolov parla da remoto con il ministro della Difesa, Shoigu. L’agenzia statale Ria Novosti ha diffuso un filmato. La replica di Kiev: in un comunicato il Comando operazioni speciali ricorda che nell’attacco missilistico di venerdì scorso a Sebastopoli “34 ufficiali sono stati uccisi. Le fonti disponibili affermano che il comandante della Flotta del Mar Nero era tra i morti. Molti non sono ancora stati identificati a causa della frammentazione dei corpi. Poiché i russi sono stati costretti a pubblicare urgentemente una risposta con Sokolov presumibilmente vivo, le nostre unità stanno vagliando le informazioni”. Capitolo rifornimenti militari: dagli Usa è arrivata la conferma dell’invio di un primo numero di tank Abrams ma, nel contempo, il giornale Ukrainska Pravda mette le mani su un documenti americano in cui si fissano i cambiamenti necessari, in ordine di priorità, per il governo di Kiev in uno spazio da 3 a 18 mesi, pena la sospensione degli aiuti. Le riforme si concentrano sul funzionamento dei consigli di sorveglianza delle aziende statali, degli organismi anticorruzione, e affrontano anche i cambiamenti nell’attività del ministero della Difesa e delle forze dell’ordine. Si puntualizza la necessità dello scorporo del servizio segreto Sbu dall’ufficio della presidenza. Per alcuni analisti però, i tempi per questo tipo di cambiamenti non possono essere racchiusi in 18 mesi; è altrettanto vero che le riforme dello Stato ucraino sono ritenute fondamentali anche per il suo ingresso nell’Unione. Proprio oggi Ivanna Klympush, presidente della Commissione Parlamentare per l’integrazione dell’Ucraina nell’Ue ha dichiarato: “Speriamo che la Commissione prenda atto dei risultati che l’Ucraina ha raggiunto come candidato all’Unione Europea: ci aspettiamo una risposta positiva alla fine di ottobre. Ma starà ai membri dell’Ue l’iniziativa di aprire nuovi negoziati entro la fine dell’anno”. Sul Fatto di domani, a partire dalla vicenda Sokolov, leggeremo altri particolari sulla guerra delle informazioni combattuta dai servizi di intelligence, con una serie di false notizie divulgate da entrambi gli schieramenti.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Caivano, nove arresti per le violenze sessuali subite da due ragazzine. L’indagine dei carabinieri sulle violenze sessuali subite da due adolescenti di 10 e 12 anni del Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli, ha portato oggi all’arresto di 9 ragazzi: 7 minorenni e 2 maggiorenni. Le ordinanze sono state emesse dal gip del Tribunale di Napoli Nord: le violenze duravano “da circa due mesi”, le vittime sarebbero state minacciate di pestaggi con bastoni e tirapugni se non avessero acconsentito, e “durante gli incontri venivano girati dei video”.

De Laurentiis indagato per falso in bilancio. I pm della Procura di Roma hanno iscritto nel registro degli indagati Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli Calcio, con l’accusa di falso in bilancio. Il procedimento è legato alle presunte plusvalenze fittizie intorno all’acquisto, nel 2020, dell’attaccante Victor Osimhen dal club francese del Lille

L’addio a Giorgio Napolitano. Poche decine di persone in piazza Montecitorio, ad accogliere il feretro dell’ex presidente della Repubblica. Per la prima volta nella storia repubblicana, il funerale si è svolto nell’Aula della Camera dei deputati. Ad aprire gli interventi i presidenti dei due rami del Parlamento, Lorenzo Fontana Fontana e Ignazio La Russa. Presenti per le esequie il Capo dello Stato Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni e i suoi ministri, il presidente francese Emmanuel Macron, l’ex presidente Francoise Hollande, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeir, il primo ministro albanese, Edi Rama, e la duchessa di Edimburgo, Sophie Helen Rhys-Jones.

Nadef, il governo lima la crescita. Anche il governo si accorge che la crescita è ferma e aggiorna le previsioni del pil, che nel 2023 potrebbe crescere dello 0,8%, invece dell’1 stimato nel Def presentato a primavera. Domani la previsione economico finanziaria verrà portata dal governo in consiglio dei ministri.


OGGI LA NEWSLETTER FATTO FOR FUTURE

La “pianificazione ecologica” di Macron riceve fischi da tutte le parti

di Luana De Micco

Investimenti iniziali di 700 milioni di euro per costruire 13 treni express, come le RER parigine, nelle grandi città, da Tolosa e Lione. Produzione di un milione di pompe di calore made in France entro il 2027. Introduzione di un leasing a 100 euro al mese per l’acquisto di auto elettriche per i redditi modesti. Ieri Emmanuel Macron ha illustrato gli orientamenti della sua “pianificazione ecologica”, una serie di misure per tenere l’obiettivo di ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030. Durante la sua ultima campagna elettorale, Macron aveva detto che il suo secondo mandato sarebbe stato “ecologico o non sarà”. Ha quindi ripreso il concetto di “pianificazione ecologica”, apertamente scippato alla gauche e, nel maggio 2022, aveva affidato alla premier Elisabeth Borne la missione di riunire una “task force” di esperti per elaborare delle linee guida a medio e lungo termine, un documento che tra l’altro la premier ha offerto a papa Francesco durante la recente visita del pontefice a Marsiglia.

(Continua a leggere)


Scopri le nostre newsletter. Clicca qui
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.