Una stanza singola da 27 metri quadrati con cucinino e bagno privato annessi costa 1.300 euro al mese, 650 euro un posto letto in una stanza doppia da 26 mq, da dividere con un coinquilino, 900 euro mensili una camera en suite singola da 17,5 mq. A proporre queste tariffe sono gli studentati Aparto Ripamonti e Giovenale del gruppo Hines, recentemente inaugurati a Milano, che il Fatto è andato a visitare nei giorni scorsi. “Le stanze al momento sono tutte occupate e non è possibile visitarle, ma è possibile prenotare delle soluzioni a tariffe di libero mercato per il prossimo semestre che partirà da gennaio 2024. Eventualmente possiamo programmare una visita tra qualche mese”, ci spiegano in Aparto Ripamonti, sottolineando però che al momento queste stanze sono ancora in fase di realizzazione. Le tariffe sono all inclusive e comprendono utenze e servizi comuni come palestra, aule studio e aule cinema, ma non la lavanderia, che è un extra da pagare a parte. Le stanze, infatti, non sono dotate di lavatrice.
È solo un esempio del rampante business degli studentati che cresce nel capoluogo lombardo, con affitti mensili che arrivano a sfiorare anche i 2mila euro e “scendono” – si fa per dire – a quota 700 euro mensili in zone di estrema periferia. Sebbene la costruzione di studentati e residenze private contribuisca ad aumentare il numero di posti letto a disposizione dei fuori sede, le tariffe proposte dagli operatori non rappresentano una soluzione al problema del caro affitti sollevato dagli studenti universitari, che da mesi ormai protestano in tenda accampati davanti al Politecnico di Milano in Piazza Leonardo Da Vinci.
Complici la cronica mancanza di posti letto dedicati a studenti e lavoratori fuori sede e i cospicui finanziamenti pubblici messi a disposizione dal Pnrr per la realizzazione di ulteriori 60 mila posti letto a livello nazionale entro il 2026, da qualche anno Milano è la piazza d’investimento principale per i gruppi privati del settore degli affitti a medio termine e dell’housing unversitario. Questi studentati, però, non operano solo in regime di libero mercato, ma devono proporre anche una quota di posti letto a tariffe calmierate. Aparto Ripamonti mette a disposizione degli studenti dell’Università Statale di Milano 268 posti letto su un totale di oltre 700, finanziati mediante i fondi del Pnrr per un importo di 10,72 milioni a cui ha avuto accesso Unimi. Questi 268 posti sono assegnati dall’università attraverso un bando di concorso per il diritto allo studio a una tariffa di 250 euro per 11 mensilità per studente, che include i costi di affitto e servizi comuni. Le tariffe applicate da Hines alla Statale di Milano sono invece stabilite dalla convenzione stipulata con il Comune di Milano: 647 euro al mese per un posto letto in camera doppia e 897 per la singola. In sostanza, lo studente beneficiario pagherà effettivamente 250 euro mensili, ma la restante quota sarà integrata dall’università.
Hines non è l’unico gruppo che ha puntato su Milano per investire in studentati di fascia alta. In zona Bovisa è stato da poco inaugurato il Cx Milan Bicocca che, a dispetto del nome, non ha nulla a che fare con l’omonima università. Anche in questo studentato le richieste economiche per una stanza o posto letto in affitto sono decisamente più alte della media del mercato immobiliare milanese: 790 euro per un posto letto in camera doppia, per una camera singola con bagno privato si parte dai 920 euro mensili della soluzione da 16 mq fino ai 1.700 euro mensili della soluzione da 30 mq. Anche Campus X è stato ammesso al cofinanziamento del ministero dell’Università per una cifra pari a 17,92 milioni per la realizzazione di 580 posti letto su oltre 1.000 totali che conterà la struttura. Le tariffe convenzionate non sono però dichiarate, nel bando sul sito di Cx Bicocca si legge “il gestore applica le tariffe indicate tempo per tempo sul proprio sito internet” ma online non sono presenti queste informazioni.
“Il tema è molto complesso: oggi hanno bisogno di una casa gli studenti di ogni fascia di reddito e spesso gli operatori privati si rivolgono alla fascia più alta, offrendo servizi aggiuntivi che fanno salire i costi e che non son così indispensabili”, spiega al Fatto l’assessore alla casa e piano quartieri Pierfrancesco Maran. “A livello nazionale bisognerà vedere cosa emergerà da questo bando di 600 milioni, perché se l’idea è di ridurre del 15% i valori di mercato c’è da sottolineare che, se questi valori attualmente si aggirano tra 800 e 1.000 euro, si risolve poco”, prosegue Maran. “Quella degli studentati è un tassello di una strategia più ampia, noi al momento per esempio stiamo cercando di finanziare un progetto di studentato diffuso da 600 stanze, da introdurre nel prossimo anno scolastico, ristrutturando case pubbliche vuote su tutto il territorio, da affittare a 250 euro al mese per gli studenti del diritto allo studio e 350 per chi invece è sopra i parametri e stiamo anticipando i fondi necessari proprio per provare a dare una risposta diversa. In ogni caso, servirebbe un sussidio agli affitti prendendo spunto da iniziative messe in campo da altre città europee che come Milano risultano molto attrattive. Il problema non riguarda solo gli studenti ma anche i lavoratori”, conclude Maran.