Per non farci capire e ragionare sulla nuova guerra, il Pensiero Unico sfodera un prontuario di slogan che all’apparenza non ammettono replica e costringono tutti a intrupparsi nella curva ultrà. È il giochino già sperimentato con gli obblighi vaccinali e la guerra russo-ucraina: il famoso pensiero “binario” (o di qua o di là, o con i buoni o con i cattivi), che in realtà è una monorotaia (o stai di qua o sei no vax, putiniano e pure terrorista).
1) “Hamas è come l’Isis”. Biden e le sue cheerleader nostrane depistano. Hamas è anche un gruppo terroristico, ma purtroppo non solo: è pure un esercito che, quando colpisce obiettivi militari, resiste legittimamente agli occupanti; e una forza politico-sociale che raccoglie consensi reali per aver portato nei territori occupati scuole, ospedali e altri servizi, oltreché per la corruzione dell’establishment palestinese (da Arafat ad Abu Mazen) e per la miopia israeliana. Hamas e Isis hanno tre soli punti in comune: l’appartenenza sunnita (pur col sostegno dell’Iran sciita); le mattanze di civili, inclusi donne e bambini; e i sostegni dagli attuali nemici. Se l’Isis la crearono Usa&C. buttando giù i sunniti di Saddam in Iraq per metter su gli sciiti, Hamas lo finanziano i nostri amici turchi, algerini, qatarini e sauditi (i “buoni” che ci vendono gas e petrolio contro il cattivo Putin); e l’ha foraggiato pure Netanyahu in funzione anti-Anp: l’ha ammesso lui stesso con la polizia e l’ha confermato Amihai Ayalon, ex capo dello Shin Bet. Tanto per cambiare, i “buoni” si sparano sui piedi.
2) “Sotto attacco sono tutte le democrazie”. Non potendo mettere anche Hamas sul conto di Putin (ci ha provato Zelensky, subito smentito da Israele), gli atlantisti de noantri sommano pere e patate per legittimare la “guerra di civiltà” contro Islam, Russia e Cina. Ma qui non ci sono democrazie da una parte e autocrazie dall’altra: è tutto mischiato. E Hamas è forte e attacca non perché Israele è l’unica democrazia mediorientale (e lo è: basta leggere i suoi giornali, molto più liberi dei nostri), ma perché in 16 anni di Era Netanyahu ha raso al suolo la formula “2 popoli 2 Stati”. La sola rispettosa del diritto internazionale e dell’autodeterminazione dei popoli (dai palestinesi al Donbass). Ora gli israeliani hanno tutto il diritto di entrare a Gaza e neutralizzare l’ala militare di Hamas colpevole della mattanza (sempreché sia rimasta lì ad aspettarli). Ma non di affamare e bombardare due milioni di civili. Lo dice Ayalon: “Prima di attaccare dovremmo dire che intendiamo dialogare con i palestinesi che vogliano discutere con noi dei due Stati. Se no la violenza aumenterà”. Almeno a questo dovrebbe servire il nuovo governo di unità nazionale: a non ritrovarsi presto in casa qualcosa di peggio persino di Hamas.