Il Fatto di domani. Esercito e carri di Tel Aviv entrano a Gaza. Cameraman di Reuters ucciso dagli israeliani. Travaglio racconta la storia del Paese

Di FQ Extra
13 Ottobre 2023

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ESERCITO E CARRI DI TEL AVIV ENTRANO A GAZA. ISRAELE UCCIDE UN CAMERAMAN DI REUTERS, DUE GIORNALISTE DI AL-JAZEERA GRAVI. Un cameraman della Reuters, Essam Abdullah, è stato ucciso nel Libano del Sud, mentre due giornaliste di Al-Jazeera sono rimaste ferite in modo grave dai proiettili israeliani. E questo mentre l’esercito di Tel Aviv, anche con l’ausilio dei carri armati, entra nella Striscia di Gaza “in cerca di ostaggi”. Il tutto anticipato da un lancio di volantini con cui Tel Aviv invitava i civili a lasciare la Striscia. Una manovra, quella di Tel Aviv, che lascia molti attori di questa crisi perplessi, ad iniziare dagli Usa. Il presidente palestinese Abu Mazen – che oggi ha incontrato il segretario di Stato Usa, Blinken – leader dell’Autorità nazionale (Anp), avversaria di Hamas, ha comunque alzato l’allerta su una “seconda Nakba”, indicando come i palestinesi ricordano il loro esodo alla nascita dello Stato di Israele, nel 1948. Ma l’esercito israeliano – che nega le accuse mosse da Human Rights Watch sull’utilizzo di ordigni al fosforo – è ormai convinto che non vi sia altra soluzione se non quella di entrare a Gaza, dopo averla bombardata a tappeto in risposta al raid di Hamas che sabato scorso ha gettato nello sconforto lo Stato Ebraico, con più di 1.300 morti, molti dei quali civili disarmati. Il ministero della Sanità palestinese fornisce le sue cifre: le devastazioni di Gaza hanno provocato 1.799 morti e 6.388 feriti. Gli estremisti islamici, invece, continuano a dire alla gente “di rimanere nelle case. Moriremo e non ce ne andremo”. Ma i corrispondenti di Al Jazeera hanno visto migliaia di persone che si muovevano anche a piedi in direzione sud della Striscia. La “giornata della rabbia” annunciata oggi da Hamas ha visto diverse manifestazioni in Giordania, Iran, Iraq, Egitto. In Cisgiordania ci sono stati scontri tra palestinesi ed esercito israeliano, con 9 civili morti. E non sono mancati gli scambi di colpi tra Idf e miliziani in Libano. Sul Fatto di domani leggeremo altri particolari sulla difficoltà di evacuazione dei civili palestinesi, le ultime sulla guerra in corso e le proteste, e il diario da Tel Aviv di Manuela Dviri.


LA NASCITA DI ISRAELE. Domani sul giornale ci sarà un focus di Marco Travaglio sulla storia di Israele. Focalizzato sul Novecento, si può dire che tutto inizia nel 1917 con la Dichiarazione Balfour del governo inglese, che annunciava una terra “per il popolo ebraico” in Palestina, allora sotto il dominio dell’Impero Ottomano. Dopo la fine della prima Guerra mondiale, con la sconfitta turca, la regione della Palestina fu posta sotto il dominio britannico, tramite un mandato della Società delle Nazioni. Da un lato, gli inglesi furono criticati per non aver tenuto conto delle aspirazioni palestinesi che già abitavano i territori, di volere una patria; dall’altro, nel 1936, iniziarono ad intensificarsi – in coincidenza con l’avanzata dei nazismo in Germania, il fascismo in Italia e una diffusa cultura antisemita anche in Europa dell’Est – gli arrivi degli ebrei. Dopo la fine della seconda Guerra mondiale e la sconfitta dei nazifascisti, nel febbraio 1947 Londra, in considerazione delle continue tensioni, passò la palla all’Onu che adottò una risoluzione per due stati indipendenti: quello Ebraico ed uno Arabo, con Gerusalemme sotto l’amministrazione fiduciaria dell’Onu, nonostante l’opposizione dei palestinesi. Questa risoluzione non fu accolta dal mondo arabo. Il 15 maggio 1948, Israele dichiarò la sua indipendenza, e ne scaturì lo scontro con cinque Stati. Fu anche l’inizio di quella che i palestinesi chiamano nakba: il primo esodo su larga scala. Con la vittoria di Israele, il territorio fu diviso in tre parti: Israele, Cisgiordania e Striscia di Gaza. La Giordania e l’Egitto mantennero rispettivamente il controllo della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, almeno fino al 1967. Ma il 5 giugno di quell’anno, scoppiò la Guerra dei 6 giorni. Di questo, e di quanto avvenne dopo, parlerà il focus in edicola domani.


FRANCIA, ATTACCO IN UNA SCUOLA. MANIFESTAZIONI PRO-PALESTINA E DISSENSO REPRESSO: I RIFLESSI DEL CONFLITTO IN EUROPA. Al grido di ‘Allah Akbar’ stamattina un ex studente (pare già schedato per radicalizzazione) ha ucciso a coltellate un insegnante e ferito altre persone in una scuola di Arras, nel nord della Francia. Nel pomeriggio la polizia ha annunciato di aver fermato un altro uomo armato di coltello nella banlieue parigina. A Pechino sempre stamattina è stato accoltellato un impiegato dell’ambasciata israeliana. L’Occidente è in allerta dopo l’appello di Hamas a scatenare un “venerdì della rabbia” in tutto il mondo. Nel nostro Paese, mentre Giorgia Meloni e Antonio Tajani hanno avvisato che l’allerta contro le escalation è massima, a Roma si è tenuto oggi pomeriggio un sit-in per la Palestina Libera. Stessa cosa a Napoli, dove ha partecipato anche la comunità islamica. A Bologna e Torino le manifestazioni si sono tenute già mercoledì, mentre domani è il turno di Milano e Firenze. Un presidio c’è stato anche a Ginevra, davanti alla sede dell’Onu contro i bombardamenti indiscriminati. Con la scusa del terrorismo, negli ultimi giorni diversi governi europei hanno impedito le manifestazioni contro le violazioni dei diritti umani per i civili di Gaza bollandole come “a sostegno di Hamas”. Francia e Germania i due casi più eclatanti. Come in ogni guerra, anche sul conflitto israelo-palestinese è scattata la censura contro il dissenso e la complessità. Sul Fatto di domani parleremo di alcuni casi visti e sentiti in tv.


MANOVRA, MELONI E GIORGETTI SNOBBANO I SINDACATI. LANDINI: “CNEL RIDOTTO A TERZA CAMERA”. “Non possiamo permetterci una manovra rinunciataria. Va collegata alle riforme e alle risorse del Pnrr. Perché si scrive riforme ma si legge crescita”. I Giovani di Confindustria ci sperano ancora, ma le premesse dicono il contrario: ritardi sul Pnrr e spiccioli per le altre misure. E quel poco in deficit, tanto che anche oggi Giorgetti ha messo le mani avanti: “Non temo il giudizio delle agenzie di rating”. Perché c’è aria retrocessione del Paese che paga lo scotto di un debito già da record, mentre lo spread si mantiene sopra i 200 punti. Tanto che il governatore della Banca d’Italia, Visco, è tornato a chiedere “prudenza” sui conti pubblici. Lunedì in Consiglio dei ministri si tornerà a parlare di manovra. Ma c’è attesa anche per l’incontro di oggi del governo con sindacati e industriali. Un incontro snobbato dai due maggiori contraenti: Meloni e il ministro dell’Economia, Giorgetti. Il che la dice lunga sulla voglia di confrontarsi della maggioranza. Landini, prima del vertice, ha sparato a zero contro l’esecutivo: “Chi dirige oggi il Cnel (Brunetta, ndr) ha scelto di fare la terza Camera, piegando l’organo ad una logica politica. Forzature così non erano mai state fatte”, il chiaro riferimento è alla relazione che stronca il salario minimo. E di risorse ce ne sarebbero: l’economia sommersa e illegale in Italia cresce del 10% nel 2021 e raggiunge i 192 miliardi di euro. La sua incidenza rispetto al Pil resta stabile al 10,5%. Soldi che il governo non pensa a recuperare. Sul Fatto di domani vi daremo conto dell’incontro, previsto in serata, e delle novità sulla manovra in arrivo.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Caso Apostolico, il carabiniere nega di essere l’autore. Sentito dalla procura di Catania come persona informata dei fatti, il carabiniere indicato come l’autore del video in cui vede il giudice Iolanda Apostolico partecipare alla manifestazione di protesta al porto di Catania contro le politiche migratorie del governo nel 2018 avrebbe negato di aver girato il filmato. Ha negato anche di avere confessato e quindi ritrattato alcunché. Un altro giudice a Potenza ha disapplicato il decreto Cutro.

Scandalo scommesse, Corona fa il quarto nome: “È Nicola Zalewski della Roma”. Il quarto calciatore di serie A coinvolto nello scandalo scommesse sarebbe Nicola Zalewski, esterno della Roma. Finora è noto che la Procura di Torino ha iscritto nel registro degli indagati Nicolò Fagioli, poi Nicolò Zaniolo e Sandro Tonali. Corona aveva anticipato i loro nomi, non è chiaro attraverso quali fonti. Ma dalle chat del centrocampista della Juventus emergono anche i profili di altri calciatori: almeno una decina. L’inchiesta è certamente destinata ad allargarsi.

Strage a Mestre, nessun malore per l’autista del bus. I feriti sono 11, sei dei quali ancora gravi. Dall’inchiesta sul bus precipitato dal viadotto a Mestre, che provocò la morte di 21 persone, emergono le prime novità: l’autopsia eseguita sull’autista del pullman, Alberto Rizzotto, escluderebbe un malore occorso all’uomo mentre era alla guida.

Il Covid inverte la rotta, inizia a calare. Nel bollettino settimanale (dal 5 all’11 ottobre) emerge che sono 41.626 i nuovi casi positivi al Covid, con una variazione di -5,7% rispetto alla settimana precedente. Cresce il numero dei deceduti: 161 con una variazione di +17,5% rispetto alla settimana precedente, quando erano stati 137.


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