GAZA, L’EVACUAZIONE “IMPOSSIBILE” E L’ACQUA AGLI SGOCCIOLI. ISRAELE: “UCCISO ALI QADI, IL TERRORISTA DI HAMAS CHE HA GUIDATO L’ASSALTO”. Il destino di circa due milioni di Palestinesi nella striscia di Gaza resta appeso ad un filo, dopo l’ultimatum di Israele all’evacuazione in vista dell’attacco via terra. L’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi ha lanciato l’allarme sull’acqua potabile in esaurimento a Gaza. Secondo il Palazzo di Vetro, sono già 423 mila gli sfollati nella lingua di terra tra Israele e l’Egitto; 1300 i palazzi distrutti. Hamas ha invitato tutti i residenti a restare. Il leader della milizia islamica, Ismail Haniyeh, ha scritto una lettera al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres per accusare Israele di “crimini di guerra“. L’esercito di Tel Aviv in mattinata ha lanciato volantini su Gaza per indicare vie di fuga sicure verso il sud. Ma secondo il capo della politica estera dell’Ue, Josep Borrell, l’evacuazione ordinata da Israele è “assolutamente impossibile da attuare”, senza innescare “una crisi umanitaria”. La presidente della Commissaria Ue Ursula von der Leyen ha annunciato un pacchetto di 50 milioni di euro per gli aiuti umanitari a Gaza. Intanto, Usa ed Egitto avrebbero trovato l’intesa per consentire agli americani di lasciare la Striscia dal valico di Rafah, a sud. Le fazioni palestinesi hanno chiesto al presidente Al-Sisi di consentire anche il passaggio degli aiuti umanitari e l’evacuazione dei feriti. Nella notte, sono proseguiti i raid dell’Idf nella Striscia: il conto ha superato le 2.200 vittime, secondo il ministero della sanità locale; 324 nelle ultime 24 ore, tra cui 126 bambini. Ieri il giornalista libanese di Reuters, Issam Abdullah, ha perso la vita sotto i missili israeliani, vicino al confine con lo Stato ebraico: il portavoce militare Richard Hecht ha definito la sciagura come un “episodio tragico”; il Libano ha annunciato una denuncia al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite contro Israele, “per l’uccisione deliberata”. L’esercito israeliano ha affermato di aver arrestato in Cisgiordania oltre 230 militanti di Hamas; Ali Qadi, il leader che ha guidato l’assalto di sabato nella località israeliane a ridosso della Striscia di Gaza, sarebbe stato ucciso. Intanto la diplomazia è al lavoro: la Cina ha invitato gli Usa ad “un ruolo responsabile nel conflitto”; Blinken, da Riad, ha suggerito Pechino di premere sull’Iran per la distensione in Medio Oriente. Ma Teheran ha lanciato la minaccia: “Se la comunità internazionale tarda a fermare il regime sionista e continua a commettere crimini nella Striscia di Gaza, la Resistenza annuncerà ‘l’ora zerò per dare una risposta decisiva al regime”.
I FAMILIARI DEGLI OSTAGGI ISRAELIANI IN PIAZZA: “NETANYAHU DIMETTITI”. LONDRA, PRESIDIO PER LA PALESTINA. Da sabato scorso, quando i miliziani di Hamas hanno fatto irruzione uccidendo civili inermi, in Israele sono cessate le manifestazioni contro la riforma della giustizia invocata dal governo di Netanyahu. Ma il dissenso contro l’esecutivo non è scomparso. A scendere in piazza, oggi a Tel Aviv, sono stati i familiari degli ostaggi israeliani rapiti dai miliziani di Hamas durante il raid di 7 giorni fa, intonando cori contro il primo ministro: “Bibi dimettiti”, “in galera”, “vergogna”. Di minuto in minuto – scrivono le agenzie – all’incrocio di Kaplan Street è cresciuta la folla, giunta per dare solidarietà alle famiglie in lacrime, sventolando bandiere israeliane e cartelli con i volti dei rapiti. Sul Fatto di oggi, potete leggere il diario di Manuela Dviri da Tel Aviv, con il resoconto del presidio quotidiano davanti al ministero della Difesa per invocare le dimissioni di Bibi. Intanto, secondo Hamas, 9 ostaggi sarebbero rimasti uccisi durante i raid israeliani su Gaza nelle ultime 24 ore. Ci sono anche 3 italiani, tra i circa 150 ostaggi nelle mani dei miliziani: il rischio è che siano usati come “scudi umani”. Sul Fatto di domani vi racconteremo la crisi degli ostaggi e le proteste crescenti in Israele. Anche Londra è scesa in piazza per sostenere il popolo Palestinese. Migliaia di persone si sono radunate vicino al quartier generale dell’emittente pubblica Bbc, prima di mettersi in marcia verso l’ufficio del premier Rishi Sunak a Downing Street inneggiando alla “libertà per la Palestina”, e invocando “sanzioni per Israele”. A fermare la manifestazione non è bastato l’avvertimento della polizia: chiunque avesse mostrato sostegno ad Hamas, avrebbe rischiato l’arrestato.
È TORNATO IL BAVAGLIO: VIETATO CRITICARE ISRAELE. MANTOVANO (FDI): “MANIFESTAZIONI VALUTATE CASO PER CASO”. Anche in Italia ci si domanda se scendere in piazza per i palestinesi sia opportuno oppure no. “Il confine tra la libertà di manifestare il dissenso e l’apologia di terrorismo non è netto. Ogni manifestazione sarà valutata nella sua specificità, caso per caso”: parola del sottosegretario alla presidenza del Consiglio (e braccio destro di Meloni) Alfredo Mantovano. L’uomo forte di FdI ha fatto eco alle parole dell’omologo francese Gérald Darmanin. Anche Oltralpe i presidi verranno valutati “caso per caso”. Nella liberale Francia, il 12 ottobre la polizia ha usato lacrimogeni e idranti contro centinaia di persone riunite in solidarietà ai palestinesi. Ma la libertà di manifestazione è a rischio anche in Germania, Austria e Stati Uniti. In Italia, del resto, la caccia alle streghe e la criminalizzazione del dissenso è solo agli inizi. Vietato criticare Israele, altrimenti si finisce nella lista nera dei fiancheggiatori dei terroristi; oppure arriva la lettera scarlatta dell’antisemitismo. Nelle liste di proscrizione sono già finiti intellettuali, politici, attivisti. Laura Boldrini è accusata di antisemitismo dal post-fascista Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia. A Patrick Zaki, linciato dai giornali di destra, Fabio Fazio ha ritirato l’invito a Che tempo che fa. Elena Basile, dopo la discussione con Aldo Cazzullo dagli studi di Otto e mezzo su La7, è stata accostata al generale vannacci su Repubblica, mentre Massimo Gramellini ne dipingeva un ritratto al vetriolo sul Corriere. Al dibattito sui diritti della piazza si è iscritta anche la segretaria dem Elly Schlein: “Partecipare a una manifestazione pro Palestina? Noi non abbiamo partecipato a manifestazioni, svolgiamo il nostro ruolo in Parlamento”. Sul Fatto di domani cercheremo di capire cosa resta del dissenso, in Italia e in Occidente, dove la propaganda ha preso il sopravvento. Poi riavvolgeremo il nastro per tornare al tempo in cui le destre fiancheggiavano i palestinesi, senza lesinare attacchi ad Israele.
SALE IL PREZZO DEL GAS: RIECCO L’INCUBO DELLE BOLLETTE ALLE STELLE. Domani in alcuni comuni si potranno riaccendere i termosifoni, altri hanno deciso di rinviare la data sull’onda delle temperature quasi estive. Ma il caro bollette è già tornato e promette di accompagnarci per tutto l’inverno. Il governo annuncia di correre ai ripari con un’arma antica e già spuntata: “A dicembre scade il price cap, io chiederò che sia rinnovato per un anno”, ha detto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Assoutenti ha fatto i conti: i rincari energetici potrebbero costare 417 euro in più a famiglia nell’arco di un anno, tra la bolletta elettrica e quella del gas. Effetto collaterale del conflitto in Israele e dello stop al gasdotto Finlandia-Estonia. Ieri il prezzo europeo del gas, sul mercato olandese Ttf, ha toccato quota 55,27 euro al Megawattora (MWh). In una settimana è aumentato del 40%, dai 38 euro di venerdì 6 ottobre. Dopo aver chiuso i rubinetti dalla Russia, il mercato è diventato strutturalmente instabile: basta uno sciopero in qualche angolo del mondo per far oscillare il prezzo in Europa. È accaduto a settembre, quando hanno incrociato le braccia i lavoratori australiani della Chevron. Sul Fatto di domani vi racconteremo cosa sta succedendo al mercato del gas e perché il costo delle bollette non scenderà facilmente.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Parigi, “allarme bomba” al Louvre e alla reggia di Versailles. Le strutture sono state evacuate e chiuse al pubblico. Il servizio di comunicazione del museo ha riferito di “verifiche in corso nell’edificio”. Misure di sicurezza che tengono conto del contesto, a seguito dell’innalzamento del livello di allerta dopo l’attacco con un coltello avvenuto ieri mattina in un liceo di Arras.
Storia di Israele, capitolo 2. Marco Travaglio racconto la nascita e i conflitti dello Stati ebraico. Sul Fatto di oggi, la prima puntata.
Scandalo calcioscommesse: “Coinvolti almeno altri 10 calciatori ”. Lo dichiara Fabrizio Corona al Corriere della Sera, con nuove rivelazioni: “5-6 procuratori e ci sono pure le bische clandestine”. Sul Fatto di domani leggerete nuovi retroscena sull’affaire che sta terremotando il calcio.
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Scorsese si scorda Scorsese: i suoi “Killers” sono loffi
di Federico Pontiggia
Giovedì arriva nelle nostre sale Killers of the Flower Moon, l’ultimo film di Martin Scorsese. Battezzato allo scorso festival di Cannes, dopo l’uscita cinematografica andrà su Apple Tv+: dura tre ore e 26 minuti, ed è con ogni evidenza un film lungo una serie. Anche Oppenheimer di Christopher Nolan si aggira sulle tre ore, però ci corre l’obbligo di avvisarvi: queste si sentono, ché la drammaturgia è compassata, il ritmo brachicardico, la lena sussiegosa. Non il miglior Scorsese, ma ci arriviamo.
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