BIDEN: “L’INVASIONE DI GAZA DA PARTE DI ISRAELE SAREBBE UN GROSSO ERRORE”. L’IRAN: “STOP ALLE BOMBE E HAMAS LIBERERÀ I DETENUTI”. Joe Biden ha tracciato la via statunitense per la pace in Medioriente: l’occupazione di Gaza da parte di Israele sarebbe “un grosso errore”. Gli Usa, dunque, si avvicinano alla linea “due popoli, due Stati”. E auspicano l’apertura del valico di Rafah, in Egitto, per consegnare aiuti ai palestinesi e liberare i circa 500 cittadini americani. Secondo II Cairo, a bloccare il valico sarebbe Tel Aviv (che a sua volta accusa Hamas). Fonti di Gaza riferiscono di bombardamenti israeliani sul valico. L’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato il monito: restano 24 ore per consegnare gli aiuti, “o sarà la catastrofe”. Un milione di persone ha lasciato il nord per rifugiarsi nella parte meridionale della Striscia. Eppure, secondo l’ambasciatrice di Israele in Gran Bretagna, “a Gaza non c’è una crisi umanitaria”. Domani arriverà in Medio Oriente il capo degli aiuti delle Nazioni Unite Martin Griffiths, per mediare sul sostegno umanitario a Gaza. Secondo Hamas, le vittime palestinesi sarebbero salite a 2.808 morti e 9.700 feriti. Ma oggi le sirene hanno suonato anche a Gerusalemme e Tel Aviv (dove la Knesset ha sospeso i lavori), per avvisare la popolazione dei razzi in arrivo da Gaza. Israele ha rivendicato l’uccisione di 6 alti dirigenti della milizia islamista. Anche 14 lavoratori dell’Unrwa hanno perso la vita sotto il fuoco dei raid israeliani. Intanto, 199 ostaggi restano nelle mani di Hamas, inclusi 3 italiani. Secondo la tv panaraba al-Arabiya, Israele avrebbe chiesto informazioni sulla “sorte degli ostaggi prima di concordare eventualmente una tregua temporanea”. L’Iran – da sempre vicino ad Hamas – ha dichiarato che la milizia islamica potrebbe liberarli se Israele interrompesse i bombardamenti su Gaza. Intanto, il consigliere di Khamenei, Ali Akbar Velayati, ha minacciato lo Stato ebraico: Israele “sparirà” e “la Nazione palestinese uscirà vincitrice nella battaglia finale per liberare la Palestina”. Dai banchi della Knesset Netanyahu ha invitato gli alleati a unirsi nel conflitto “per sconfiggere Hamas come fece con Isis”. Poi ha risposto a Teheran e Hezbollah: “Nessuno ci metta alla prova sul fronte nord”. Tel Aviv ha ordinato l’evacuazione degli israeliani da tutte le località entro due chilometri dal confine con il Libano, dove proseguono gli scambi di artiglieria. Sul Fatto di domani, la cronaca del 10° giorno di guerra.
MELONI, LA DIPLOMAZIA ASSENTE. MOSCA: “USA RESPONSABILI DELL’ESCALATION, ORA UNO STATO PALESTINESE”. Dopo il Consiglio dei ministri sulla Manovra, Giorgia Meloni ha incontrato a Roma il Re della Giordania Abdullah II. I due leader hanno firmato una nota congiunta per scongiurare l’allargamento del conflitto, favorire gli aiuti umanitari più urgenti e la liberazione degli ostaggi. Negli ultimi giorni, anche sui social, la voce della premier è suonata flebile sulla crisi in Medio Oriente. Di sicuro, i trascorsi filo palestinesi non l’aiutano. Anche se la premier è saldamente schierata con gli Usa al fianco di Tel Aviv: “ribadiamo la nostra solidarietà all’intero popolo d’Israele, ferito nuovamente dall’odio antisemita”, ha dichiarato Meloni ricevendo a Palazzo Chigi il Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun, per l’80° anniversario del rastrellamento degli ebrei di Roma. L’Italia, tuttavia, appare ai margini del risiko diplomatico sulla questione palestinese, stretta tra la fedeltà atlantica e il “vuoto” politico europeo. Nemmeno il voto in Polonia ha giocato a favore della premier: la coalizione centrista guidata dall’europeista Donald Tusk è al 51% dei consensi, con lo spoglio dei voti al 76%. Dopo la sconfitta di Vox in Spagna, un altro alleato di Meloni perde nelle urne. Ma oggi è stato il giorno di Putin. Il leader russo ha avuto colloqui telefonici con alcuni dei principali leader dei paesi arabi: il presidente iraniano Raisi, quello siriano Bashar al-Assad, l’egiziano al Sisi e il leader dell’autorità nazionale palestinese Abu Mazen. Da Teheran, Ebrahim Raisi ha lanciato il monito su “una guerra lunga e su diversi fronti”. Con il presidente siriano Bashar al-Assad, Putin ha sollecitato lo stop ai bombardamenti su Gaza e l’invio di aiuti umanitari. Il Cremlino ha ribadito nei colloqui la necessità di uno Stato palestinese. Poi da Mosca è arrivata una stoccata agli Usa: il vice ministro degli Esteri Sergei Ryabkov ha accusato gli Usa di fomentare l’escalation. Identica accusa arrivata giorni fa da Pechino. La Cina, favorevole ad un cessate il fuoco, ha annunciato l’invio di cibo, medicine e beni di prima necessità per i palestinesi, destinati all’Anp e all’agenzia Onu per i rifugiati. Antony Blinken è tornato oggi in Israele per colloqui sulla crisi. Joe Biden potrebbe sbarcare a Tel Aviv mercoledì, scrive il quotidiano israeliano Haaretz. Sabato prossimo si terrà al Cairo il vertice internazionale sulla questione palestinese, proposto dall’Egitto del generale Al Sisi.
LA MANOVRA “ARRANGIATEVI ITALIANI”. VIETATO PRESENTARE EMENDAMNENTI. Meloni che fugge via senza rispondere ai giornalisti (ci pensano i suoi ministri, lei doveva incontrare il re di Giordania) e l’invito alla maggioranza di non presentare emendamenti la dice lunga sul tipo di manovra appena approvata in Consiglio dei ministri. “D’altronde che cosa avrebbe dovuto dire? – si chiede Giuseppe Conte – Non ha previsto nulla contro il carovita, il caromutui e il carocarburante. Non mette nemmeno 1 euro in più nelle buste paga dei lavoratori, perché conferma solo un taglio del cuneo fiscale che già esiste. Hanno attaccato la Fornero, ma Giorgetti dichiara che ‘sarà molto più restrittivo il ricorso al pensionamento anticipato’. Nessuna traccia delle pensioni minime a 1000 euro e viene definitivamente cancellata Opzione donna. Niente per scuola e sanità, che torna a livelli di investimento rispetto al Pil inferiori al pre-pandemia. Una Manovra insignificante e dannosa che lancia un messaggio chiaro agli italiani: arrangiatevi”. La legge di Bilancio sarà di 26 miliardi, 16 dei quali in extragettito, il resto sono tagli di spese. Detto questo c’è qualcosa per la famiglia (nido gratis per il secondo figlio in poi), ben più dei 2 miliardi ipotizzati di tagli ai ministeri e soldi per il fantomatico (quanto utopistico) Ponte di Messina, il grosso dello stanziamento però arriverà negli anni a venire. Poi dallo sconto sul canone Rai in bolletta. Un approccio che contraddice le promesse fatte in campagna elettorale e che attira le critiche dell’opposizione, Schlein ha parlato di una manovra “non all’altezza e senza visione”. Sul Fatto di domani vedremo le varie misure e quel poco che cambia per i cittadini.
APOSTOLICO, SCATTA LA GOGNA ANCHE PER IL FIGLIO. “Ho cose più importanti di cui occuparmi, e il problema del video è quello che c’è nel video, e non da dove arriva”, così la pensa Matteo Salvini sul caso del giudice che diventa sempre più spinoso per la maggioranza. E questo mentre i giornali di destra tornano all’attacco della giudice, rea – ma codice alla mano – di non aver applicato il (lacunoso) decreto anti-migranti che cozza con le direttive Ue e la nostra Costuituzione. Il Giornale titola “tale madre, tale figlio”, citando il caso del figlio, accusato e poi assolto per gli scontri di Padova del marzo 2019. Quel giorno, il giovane avrebbe “colpito con un pugno lo scuso di un agente”. Ma poi è stato assolto, secondo i giornali, per la testimonianza della madre, che però disse solo che aveva un ematoma per un colpo ricevuto probabilmente dalla polizia. Ma tanto basta per riattizzare il fuoco: “Penso che il ministro della Giustizia Nordio e il Csm abbiano molti elementi per fare delle verifiche sulla magistrata Apostolico. Non solo per la sua presenza alla nota manifestazione sul molo di Catania – ringhia il senatore Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato – Ora apprendiamo che lei avrebbe testimoniato in un processo in difesa del figlio coinvolto in tafferugli di piazza”. Oggi il Csm dovrà decidere sulla pratica a tutela per la giudice contestata.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Assalto alla Cgil, chiesti 10 anni per Fiore e Castellino. La Procura di Roma ha chiesto la condanna per le sette persone imputate nel processo principale legato all’assalto della sede della Cgil avvenuto il 9 ottobre del 2021 a margine di una manifestazione per protestare contro le misure anti covid. In particolare è stata sollecitata una pena ad 10 anni e mezzo per Roberto Fiore, storico leader di Forza Nuova e per Giuliano Castellino, esponente romano del movimento di estrema destra. “Quel giorno la città venne messa a ferro e fuoco”, ha detto la pm Gianfederica Dito.
Caivano, il governo scioglie il consiglio comunale. Lo ha stabilito il consiglio dei ministri riunito stamattina. La località alle porte di Napoli – al centro delle cronache per gli stupri collettivi di due 12enni – era già stata coinvolta in un terremoto politico durante l’estate, con le dimissioni di 13 consiglieri su 24 e la nomina di un commissario straordinario come sindaco. Ora l’azzeramento del consiglio comunale. Già nel 2018 il comune di Caivano era stato sciolto, ma per infiltrazioni camorristiche.
Olimpiadi Milano-Cortina, la pista da bob trasloca all’estero. Il progetto è stato sostenuto per anni dalla Regione Veneto e dal governo, ma ritardi e costi crescenti, alla fine è arrivato il forfait: le gare di bob per la manifestazione del 2026 non si faranno in Italia. Lo ha annunciato il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Per realizzare l’impianto sul tracciato della vecchia pista Eugenio Monti a Cortina sarebbero serviti almeno 150 milioni di euro.