Il Fatto di domani. Israele-Palestina, chi sta con chi. Gaza alla fame e tensioni al confine col Libano. Scoppia il caso Giambruno: un fuorionda imbarazza Meloni

Di FQ EXTRA
19 Ottobre 2023

ISRAELE: “HAMAS HA 203 OSTAGGI”. MEDICI SENZA FRONTIERE, “A GAZA SISTEMA SANITARIO AL COLLASSO”. GLI USA: “AMERICANI VIA DAL LIBANO”. L’EGITTO: “DOMANI APRIAMO IL VALICO DI RAFAH”. A distanza di quasi due settimane dal raid di Hamas che ha causato 1.400 morti e migliaia di feriti nello Stato Ebraico, le autorità di Tel Aviv fanno il punto sugli ostaggi portati dentro la Striscia dagli estremisti islamici, rispetto ai resti delle 742 vittime civili fino a ora identificate: “Sono 203” le persone in mano ai miliziani, un numero superiore a quanto annunciato nei primi giorni. Ricordando ancora le fasi dell’attacco ai kibbutz, il Canale 12, ricostruendo l’efferatezza dei terroristi, ha ipotizzato che fossero sotto l’effetto del Captagon, la droga sintetica molto utilizzata anche nel conflitto in Siria dagli estremisti dell’Isis. La diffusione del Captagon nella regione risale al 2006, durante la Seconda Guerra del Libano. A proposito delle tensioni al confine tra Israele e il Paese dei Cedri, anche oggi si registra un intenso scambio a fuoco tra le postazioni militari. L’ambasciata americana a Beirut ha invitato i suoi cittadini a “preparare piani per partire il prima possibile”. Anche la Germania ha invitato i connazionali a lasciare sia il Libano che la Cisgiordania, dove a causa di altre violenze tra palestinesi ed esercito israeliano, si contano 6 morti tra i primi e 10 feriti tra i militari. Sul piano diplomatico, la visita del premier inglese Sunak ha fatto incassare al primo ministro israeliano Netanyahu il sostegno di Londra: Sunak è atteso in Arabia Saudita, dove ha in programma un incontro con il principe ereditario Mohammed bin Salman. Resta ai limiti del sostenibile la situazione dentro la Striscia: l’esercito israeliano colpisce i dirigenti di Hamas, ed ha eliminato uno dei capi della Sicurezza. Il ministero della Sanità palestinese ha aggiornato il numero delle vittime, 3.785 I morti, 12.493 i feriti. Medici senza frontiere conferma che gli ospedali non riescono a fare fronte al gran numero di emergenze. In questo contesto, resta aperta la questione degli aiuti che dovrebbero arrivare dal valico di Rafah, a sud della Striscia, la cui apertura, come afferma l’Egitto, è prevista tra 24 ore. Sul Fatto in edicola domani leggeremo altri particolari sulla giornata, sulla questione dei camion pieni di generi di conforto – al momento ne potrebbero entrare solo 20 e per l’Organizzazione mondiale della Sanità sarebbero insufficienti – e quanto costa questa nuova guerra nel Medio Oriente ad Israele.


BIDEN PARLA ALLA NAZIONE, MENTRE A WASHINGTON C’È CHI CRITICA IL SOSTEGNO A ISRAELE. CHI STA CON CHI NEL CONFLITTO MEDIORIENTALE. Di rientro dal viaggio a Tel Aviv, il presidente Usa stasera parlerà alla nazione dallo Studio Ovale. Secondo i media statunitensi, Joe dovrà chiarire agli americani la sua linea sul conflitto israelo-palestinese, con sullo sfondo la minaccia, rimandata ma sempre in piedi, di un’offensiva israeliana di terra sulla Striscia di Gaza (oggi il ministro della Difesa israeliano ha detto ai riservisti: “presto vedrete Gaza da dentro”). “Biden ormai è legato a qualsiasi cosa gli israeliani decidano di fare a Gaza”, ha detto all’agenzia Reuters il direttore del settore del Medio Oriente del Center for Strategic and International Studies, Jon B. Alterman. Allo stesso tempo, il capo della Casa Bianca scommette sul fatto che stare molto vicino al premier Netanyahu consentirà agli Usa di influire al massimo sulle decisioni che prenderà. Sul Fatto di domani leggerete una nostra analisi sulle mosse e le intenzioni degli Stati Uniti rispetto al Medio Oriente. Di concreto, per ora, ci sono i miliardi di dollari in aiuti militari promessi a Israele, i 100 milioni di dollari per Gaza e Cisgiordania e la trattativa sugli aiuti umanitari. Nel frattempo, a Washington un funzionario del Dipartimento di Stato dell’ufficio che sovrintende ai trasferimenti di armi si è dimesso in protesta con la scelta di inviare munizioni a Tel Aviv. Oggi nella capitale Usa l’associazione pacifista ebraica Jewish Voice for Peace ha organizzato un sit-in contro i bombardamenti su Gaza “Not in my name”. Ha preso la parola anche Rashida Tlaib, deputata del Michigan di origine palestinese, che ha attaccato Joe Biden per il suo sostegno incondizionato a Netanyahu. Sul fronte internazionale, il veto messo dagli Usa sulla risoluzione promossa dal Brasile alle Nazioni Unite sul conflitto israelo-palestinese non è piaciuto alla Cina, che ha espresso “profonda delusione”. La risoluzione non menzionava il diritto di Israele a difendersi. Sul giornale faremo una mappa dei posizionamenti geopolitici sul conflitto israelo-palestinese, per vedere chi sta con chi. Parleremo anche dell’incontro di oggi tra Papa Francesco e il presidente del Congresso ebraico mondiale.


STRISCIA LA NOTIZIA CONTRO GIAMBRUNO: FUORIONDA IMBARAZZANTE PER LA PREMIER. “Sei una donna intelligentissima, perché non ti ho conosciuta prima…”. E poi parolacce, grattatina alle parti intime (a più riprese), atteggiamento spavaldo (“Che cazzo vuoi, scusa?”) di chi pensa di avere le spalle coperte. E però stavolta il lupo, anzi la lupa Giorgia Meloni, rischia di mangiarsi lui, Andrea Giambruno, il suo compagno. Striscia la Notizia ha mostrato ieri sera un fuorionda in cui il “conduttore col ciuffo” rivela una natura non troppo istituzionale. Altro che gaffes, verrebbe da dire: nello studio di “Diario del giorno”, il programma che conduce su Rete4, Giambruno si rivolge alla collega Viviana Guglielmi facendo apprezzamenti sul suo abito: “Questo blu estoril… No, non è blu Cina, è blu estoril, a noi sta sul cazzo la Cina. Una donna acculturata come te dovrebbe saperlo. Blu Cina non ti si addice, tu sei di un livello superiore…”. Ovviamente non mancano le battute sul ciuffo: “Ma non mi rompessero il cazzo, c’ho 42 anni e ce li ho i capelli, qua dentro so’ tutti pelati. Qua c’è gente che bestemmia in onda, vanno a guardà il capello”. Striscia l’ha chiamato “Il giornalismo di Giambrunasca: una ne pensa e cento ne pesta”, con tanto di sigla, e tutto fa presagire che ci saranno altre puntate. Al di là della quiete familiare in casa Meloni, il colpo di Antonio Ricci sul “soggetto da studiare” sembra tutto politico. I piani alti di Mediaset ne erano a conoscenza? E se sì, con quale fine? E come reagirà la premier? Sul giornale di domani proveremo a rispondere a queste domande. Oggi Giambruno è stato assente dalla conduzione perché impegnato in un convegno “previsto da tempo”. La battuta migliore del giorno, in ogni caso, se l’aggiudica Fiorello: “Giorgia, sei un po’ arrabbiata per il servizio di Striscia? Ma ti posso dire? Ormai si divorzia in 24 ore”.


ULTIMA GENERAZIONE BLOCCA L’AUTOSTRADA. SALVINI: “GALERA PER GLI ECO-IMBECILLI”. Gli attivisti per l’ambiente sono tornati in azione sulla A4 Torino-Milano. Alle 8,30 del mattino, vicino l’imbocco di corso Giulio Cesare nel capoluogo piemontese, si sono seduti per terra e hanno aperto uno striscione con la scritta: “Fondo riparazione”. Impossibile per gli automobilisti proseguire la corsa, molti sono scesi dalla vettura infuriati. La Digos ha denunciato 19 militanti del gruppo ambientalista per manifestazione non autorizzata e blocco della circolazione. Alcuni di loro avevano già ricevuto il foglio di via da Torino, per le iniziative precedenti. Ci sono volute circa due ore per ripristinare il traffico in autostrada, alcuni attivisti avevano le mani incollate all’asfalto. Anche ieri a Roma, di fronte al tribunale, gli ambientalisti hanno bloccato il traffico con striscioni per chiedere un “fondo riparazioni”. Di cosa si tratta? 20 miliardi per aiutare le comunità colpite dai disastri climatici. Gli attivisti sono fiduciosi che le mobilitazioni sortiranno effetti, portando l’esempio dell’Olanda: “Dopo quasi un mese di proteste con migliaia di cittadini olandesi che hanno bloccato l’autostrada A12 (e ben 9mila arresti) il Parlamento dei Paesi Bassi ha deciso di chiedere al governo un piano per l’eliminazione dei sussidi pubblici ai combustibili fossili”, hanno dichiarato i ragazzi sulla A4 Torino-Milano. Non è detto che la politica si mostri sensibile. Matteo Salvini, con un post su Instagram, li ha battezzati “eco-imbecilli”, proponendo punizioni esemplari: “Aumentare le sanzioni – con multa pesante, carcere e arresto in flagranza – ai cretini che bloccano le strade a danno di migliaia di cittadini incolpevoli”. Sul Fatto di domani, la cronaca del presidio e le reazioni politiche.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Renzi e Calenda, è giunto il divorzio. Ultima puntata del fu Terzo polo: anche i gruppi parlamentari si separano. Lo ha annunciato Matteo Renzi nella sua newsletter quotidiana. La truppa guidata dall’uomo di Rignano si chiamerà Italia viva – il Centro – Renew Europe. Dopo l’ultima campagna acquisti, i renziani in Senato sono diventati 7, uno in più dei 6 necessari per formare un gruppo parlamentare a Palazzo Madama. Sul Fatto di domani, il racconto e i retroscena.

Guerra in Ucraina, Zelensky telefona a Guterres. Il presidente ucraino ha annunciato su X di aver parlato con il segretario generale delle Nazioni Unite, ringraziandolo per “il piano di preparazione da 435 milioni di dollari per la stagione invernale”. Tra gli argomenti di discussione, ha fatto sapere Zelensky, c’è stata anche la possibilità di un corridoio alternativo per il grano attraverso il Mar Nero.

Migranti, la Corte europea dei diritti umani condanna l’Italia. “Trattamento disumano e degradante” dei migranti nell’hotspot di Lampedusa: con tre sentenze distinte, il tribunale Ue ha bocciato l’Italia sull’accoglienza dei migranti. la Cedu ha preso in esame i casi di tre tunisini tra il 2017 e il 2019, “arbitrariamente privati della loro libertà”, “senza una base giuridica chiara e accessibile e in assenza di un provvedimento motivato che ne disponesse la detenzione”.

Premio Sacharov a Mahsa Amini. Il Premio Sacharov 2023 per la libertà di pensiero del Parlamento Europeo è stato assegnato alla defunta Mahsa Amini e al movimento di protesta iraniano “Donna, vita e libertà”.


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