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Eccoci qua. Un’altra catastrofe. È come se il mondo stesse implodendo. Guerra chiama guerra. Certo, la Striscia di Gaza è da tempo luogo di conflitti e di vite spezzate. E non è una sorpresa l’esistenza di Hamas, così come le condizioni in cui vivono i palestinesi. Ma l’attacco terroristico che ha colpito gli israeliani – uomini, donne e bambini – e che ha come immagine simbolo quei giovani che scappano disperati nel deserto durante un rave, hanno scioccato il mondo. Esattamente come l’11 settembre. Oggi, forse, le immagini di questa guerra sono ancora più cruente. Giovani uccisi o presi in ostaggio. Torture su donne e bambini, famiglie intere “sorprese” nelle loro case. E poi le bombe. Su altre donne e bambini, sugli ospedali, sulle scuole. Migliaia di morti e di feriti. E nuovamente ci sentiamo impotenti.
Non potevamo con la nostra Fondazione umanitaria stare fermi. Abbiamo scelto Medici Senza Frontiere, i soli rimasti fra le realtà organizzate. Operatori coraggiosi che rischiano le loro vite, che hanno perso anche i propri cari, e che portano le loro cure a migliaia di corpi martoriati, compresi quelli dei bambini. Comunque la si pensi sulla questione Israele e Palestina, nessuno vorrebbe vedere persone morire così brutalmente, che siano israeliani o palestinesi. È un concetto molto semplice alla base dell’essere umano. Come possiamo pensare al futuro del pianeta, all’ambiente, alla sostenibilità, se l’uomo non smette di fare la guerra? Vale la pena pensare all’inquinamento se ci ammazziamo a vicenda? Negli ultimi anni siamo stati tutti in apprensione per la pandemia. Abbiamo pianto le vittime negli ospedali e in casa. Abbiamo sconvolto le nostre vite per proteggere noi e i nostri familiari. Tutto perché il Covid facesse meno morti. Eppure continuiamo a riempire il mondo di armi e di guerre. Complici tutti i potenti. E tutte le politiche internazionali. Oggi parte la nostra raccolta fondi, contando come sempre sulla sensibilità e fiducia dei nostri lettori e sulla consapevolezza che Medici Senza Frontiere farà di tutto per compiere miracoli all’inferno.
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* Presidente SEIF e Fondazione Umanitaria Il Fatto Quotidiano